Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Il progetto

Una governance per i distretti produttivi

16 Dicembre 2011
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Dario Tornabene, Dirigente Servizio Distretti Produttivi – Regione Sicilia  

Si è tenuta ieri, all’hotel Centrale Palace di Palermo, la conferenza conclusiva del progetto Distretti in Cucina, iniziativa nata in Sicilia con l’obiettivo di individuare un modello di gestione comune come strumento di sviluppo territoriale e che ha coinvolto dodici distretti produttivi di tre regioni italiane, oltre alla Sicilia la Puglia e il Veneto.

Tre i rappresentanti presenti all’incontro dei distretti: Gaetano Gaglio, Alessandro Masiello, Massimo Barbin.
Gaetano Gaglio, rappresentante del tavolo tecnico permanente Distretti in Cucina e dei distretti agroalimentari, ha sottolineato come l’importanza del distretto sia un fondamentale canale di sbocco per i prodotti delle imprese: “Il distretto può dare aiuto al consumatore, mettendolo in contatto con la rete di produttori. I distretti sono un ottimo ponte per la forte richiesta di Made in Italy nel mercato”. Giovanni Tumbiolo, rappresentante Distretti Sicilia ha ribadito la necessità di una gestione globale dei distretti:Prima ancora di essere un canale di vendite, rappresenta una ricchezza per il nostro Paese, una dote, un valore aggiunto. L’Italia con i suoi 156 distretti industriali rappresenta comunque una ricchezza. Il problema è dare una “governance” a questi distretti che non sono infiniti; il nostro obiettivo finale, è quello di fare sistema. Siamo già riusciti a mettere insieme tre regioni. Il distretto non si fa col decreto del ministro, ma in un territorio fatto di umori, sapori e saperi di molti illuminati come Gaetano Basile, che possono rappresentare la cultura”.


Da sinistra Alessandro Masiello, Massimo Barbin,
Gaetano Basile, Giovanni Tumbiolo e Gaetano Gaglio

Insomma il dibattito è stato focalizzato sull’importanza del distretto di guardare al territorio, alla cultura, e di costruire il Made in Italy in questi piccoli distretti. “D’altronde la ricchezza la fanno le microimprese. Bisogna insistere nel qualificare e nel dare un’entità forte a questo progetto, serve a comunicare e a far crescere di più –  sottolinea ancora Tumbiolo che concludendo dice – La nuova sfida è quella di aprire le porte ad altri Paesi del bacino mediterraneo, ove l’Italia può fare da portatrice di un modello che ha alle spalle filiere importanti in grado di promuovere un unicum come la dieta mediterranea”. Dario Tornabene, dirigente Servizio Distretti Produttivi – Regione Siciliana, ha poi sottolineato come  sia stato fondamentale mettere in rete in questo progetto più regioni: “Sicuramente il modello seguito è stato quello del Veneto. In primis siamo riusciti a mettere insieme i distretti di Sicilia e poi quello di altre regioni: adesso puntiamo in alto e la nostra idea è quella di inserirene nel nostro paniere altre”. Massimo Barbin, rappresentante Distretti Veneto, ha spiegato: “Nonostante il micro-territorio siamo riusciti a fare un ottimo lavoro, da quando nasce il primo modello di distretto, sono stati fatti molti passi avanti, in linea coi cambiamenti, e molti altri se ne faranno, dal momento che già questa partnership sta dando i primi risultati.”

Maria Antonietta Pioppo