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Il progetto

Santo Stefano di Quisquina (AG), ecco i dieci esperti di cerealicoltura meridionale

28 Gennaio 2015
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Una consegna di attestati che rappresenta l’inizio di un nuovo percorso lavorativo e non certo la fine di un percorso lungo, difficile, ma molto importante dal punto di vista culturale.

A Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento, si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati ai dieci ragazzi che hanno preso parte al corso di alta formazione “Tecnici di ricerca nel settore della cerealicoltura meridionale”. Dieci diplomati selezionati da un bando pubblico, hanno avuto la possibilità di frequentare questo corso che fa parte del progetto Iscocem finanziato dal Pon ricerca 2007-2013. Il corso è stato organizzato dalla fondazione Angelo e Salvatore Lima Mancuso con l’università degli studi di Palermo ed ha previsto una borsa di studio per i 10 ragazzi che hanno trascorso 1.800 ore tra corsi teorici e pratica sul campo, per ottenere le giuste competenze in un settore, quello della cerealicoltura sempre più in fase di crescita e sviluppo.

I dieci ragazzi sono Pietro Bagnasco, 26 anni di  Santa Flavia; Vincenzo Bellina  33 anni, Castellana Sicula; Vito Catano, 29 anni da Foggia; Biagio Coscino 25 anni di Palermo; Stefano Fragapane 39 anni di San Biagio Platani in provincia di Agrigento; Rosolino Ingraffia, 25 anni di Ciminna; Salvatore Francesco Marino, 30 anni di Bisacquino; Marisa Oddo,25 anni delle Madonie;  Giuseppe Romito, 26 anni di  Castronovo Di Sicilia (PA); Agostino Velutti, 40 anni di Milano.

I ragazzi hanno affrontato un lunghissimo percorso di formazione, durato 1.800 ore, con metà di ore trascorse sul campo, a studiare un fenomeno, come la cerealicoltura meridionale, sempre più di interesse mondiale.

Alla cerimonia, che si è svolta presso l’azienda Pietranera di Santo Stefano di Quisquina, sono intervenuti Cesare Piacentino, presidente della Fondazione Angelo e Salvatore Lima Mancuso; Giuseppe Di Miceli, coordinatore didattico e docente dell’università di Palermo; Amedeo Alpi, esperto scientifico del progetto; Nino Caleca assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana; Roberto Lagalla, rettore università di Palermo.

“Il progetto di ricerca ha come obiettivo quello dell'innovazione in agricoltura. E quindi del potenziamento delle competenze e della innovazione nell'ambito della produzione –  ha detto Lagalla -.. Oggi l'università ha la necessità di tutelare la qualità della formazione e di far si che questa sia trasferita alle imprese, dando a quest'ultime la possibilità di competere a livello internazionale. Quindi l'università ha una duplice chiave di apertura che prevede da un lato la formazione altamente qualificata degli studenti, dall'altro un percorso che ha come partner le imprese”.

“Il progetto ISCOCEM ha una valenza a carattere interregionale, che coinvolge le regioni del sud dell'Italia ricadendo nel progetto dell'obiettivo convergenza – ha detto Piacentino -. Inoltre ha dato e da l'opportunità di far verificare come la Fondazione Angelo e Salvatore Lima Mancuso sia un centro di alta formazione nell'ambito della ricerca e dello sviluppo tecnologico”.
 
“Un progetto che chiude il cerchio di una prima fase e ne apre uno immediatamente – ha detto il professore Di Miceli -. Sono dieci ragazzi a cui è stata aperta una porta molto importante. Hanno i mezzi e le competenze per sfondare in un mondo delicato e molto importante, come quello della cerealicoltura, che deve essere ancora di più valorizzato ed esportato nel mondo”.

Intanto la scuola secondaria superiore Pirandello di Bivona ha stipulato con l'Università degli Studi di Palermo, ed in particolare con la Fondazione Lima Mancuso, un protocollo d'intesa volto ad assicurare una sinergia tra la scuola ed il mondo accademico che ha come fine ultimo quello di migliorare la formazione degli studenti.
 
Alla cerimonia di consegna, hanno preso parte, infatti, anche un gruppo di studenti di Bivona che rappresentavano vari indirizzi, scientifico, classico, alberghiero.

C.d.G.