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L'intervista

Beniamino Garofalo (Santa Margherita): “2022 molto incerto. Temo il rincaro dei prezzi”

29 Dicembre 2021

di Emanuele Scarci

Il 2021 chiude in crescita sul 2019 (forse un record storico), ma nell’anno che arriva si navigherà a vista.

Con un primo trimestre tra i più difficili dell’era pandemica a causa non solo di un possibile calo dei consumi, ma anche per le quarantene che falcidiano le presenze nei luoghi di lavoro. Da Courmayeur, dove soggiorna per un breve periodo di vacanza, l’amministratore delegato di Santa Margherita, Beniamino Garofalo, delinea il quadro della prima parte del 2022, ma s’interroga anche su quante persone troverà in azienda alla riapertura ufficiale del 10 gennaio. “Oggi c’è qualcuno ammalato o in quarantena ma a gennaio non so quanti ne troverò al loro posto. E’ necessario che il Governo ridefinisca le norme sulle quarantene per evitare rischi di paralisi dell’attività”.

A parte le quarantene, qual è il quadro del 2022?
“Impossibile fare previsioni. Si riesce a stento a immaginare come affrontare la situazione nel primo quarto dell’anno. Il quadro non è migliore del 2020/21. Anzi il dilagare dei contagi crea interrogativi sui consumi. In più ci metta la corsa dei prezzi, assente nell’ultimo biennio. Il rally dei prezzi delle materie prime implica necessariamente un riadeguamento dei listini. Inoltre il fortissimo rincaro dei noli marittimi, 5 volte superiore al 2020, ha inevitabili ripercussioni sulle spedizioni, in particolare negli Stati Uniti. Ricordo che Santa Margherita realizza all’estero il 70% del fatturato e copre 96 Paesi”.

I due anni di esperienza da pandemia sono serviti a qualcosa?
“Certo. Ci siamo attrezzati e sappiamo anche che il consumatore multicanale si destreggia bene. Sappiamo inoltre che bisogna lavorare sulle geografie e non puntare alla leadership in una”.

Quali le tendenze di consumo del 2022?
“Abbiamo vissuto un’estate con il boom degli sparkling, a discapito dei vini fermi. E l’Italia ha aumentato l’export. Quest’anno dipenderà molto dalla pandemia e dalla convivialità delle persone a casa e al ristorante, ma credo che continuerà la fase di crescita delle bollicine. Bisognerà avvicinarsi di più al pubblico dei Millennial che, già nel recente passato, ha associato, attraverso i tutorial, cibo e vino. Quindi vino di facile beva ma di qualità”.

A pochi giorni dalla chiusura dell’esercizio 2021 quali sono le stime del gruppo Santa Margherita?
“Non ci sono i numeri consolidati, dobbiamo attendere. Però siamo estremamente soddisfatti del 2021”.

Nel 2019 i ricavi raggiunsero 189 milioni con un Margine operativo lordo di 58 milioni. Quest’anno il gruppo Santa Margherita realizzerebbe un fatturato vicino ai 220 milioni con un Mol intorno al 35%. E’ fondato?
“Ripeto, a oggi non abbiamo numeri certi. E’ vero però che i ricavi sono abbastanza più elevati del 2019 e anche la profittabilità è migliorata”.

Come ha impattato la crisi pandemica sulla salute delle aziende del vino?
“Gli ultimi 2 anni hanno confermato che serve più collaborazione fra aziende. Quanto accaduto nella fascia più bassa di mercato porterà, sul medio/lungo termine, benefici al Sistema vino Italia. Questo è auspicabile anche nella fascia più alta di mercato che non significa necessariamente acquisire altre aziende, ma sviluppare forme di collaborazione commerciale, come l’accordo di Santa Margherita con Masi negli Stati Uniti. Queste partnership e aggregazioni rendono il nostro vino più competitivo. Senza una dimensione adeguata non si può competere a livello globale”.

Nel 2022 i fondi di private equity continueranno a puntare prede?
“Credo che continui anche se l’erosione dei margini per il boom delle materie prime colpisce la leva su cui lavorano i fondi di private equity. Ma vediamo cosa fanno sul breve/medio periodo sulle aziende già acquisite (Botter, Mondodelvino ndr) che comunque hanno una massa critica importante per competere a livello globale su quella fascia di prezzo”.

I fondi di private equity cercano aziende senza terra, non facili da trovare.
“E’ difficile immaginare cosa possano fare sulla leva patrimoniale oltre che sull’Ebitda. Santa Margherita opera anche sulla patrimoniale. Magari in futuro le aziende potrebbero operare degli spin off, separando quindi l’attività commerciale dalla patrimoniale. Questo sì, li potrebbe avvicinare ai fondi di private equity”.