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L'intervista

Laneri, Confindustria Sicilia: “Bisogna ripensare ai paradigmi del turismo”

25 Aprile 2013

L’immobilismo dell’imprenditore è alla base della crisi del sistema.

Su questo concetto Ornella Laneri, Presidente del settore Turismo per Confindustria Sicilia, non ha dubbi: “la Sicilia può uscire da un tunnel relativamente profondo nel quale si trova, ripensando i paradigmi del turismo e utilizzando le strutture esistenti”. In questo contesto un ruolo importante può essere svolto anche dal turismo enogastronomico che rappresenta per la Sicilia: “un comparto con forte potenziale di sviluppo ancora parzialmente inespresso, ma in decisa crescita”. Un turismo non soltanto di nicchia che deve diventare un valido supporto per la ricrescita economica dell’isola in cui anche i trasporti devono essere potenziati. “Non dobbiamo inventarci nulla” continua Laneri “esistono le Strade del Vino, esiste il movimento Turismo del Vino, il Sicily Tasting Network, le Associazioni dei Sommelier per fare qualche nome. Si tratta di potenziare quello che è già esistente. Quest’anno al Vinitaly, ad esempio, i vini dell’Etna hanno ottenuti importanti riconoscimenti. I turisti arrivano nella nostra isola anche per conoscere la qualità dei nostri vini. Ma questi viaggiatori sono anche i primi a riconoscere la Sicilia come una destinazione difficile da scegliere”. Questo accade perché: “troppe volte abbiamo alzato la saracinesca aspettando che entrassero i clienti. Dobbiamo tutti prepararci ad accogliere i turisti che non sono più strettamente europei, ma che provengono anche dal Canada, dal Brasile e dal Sud Africa attraverso delle sinergie”. Una sinergia che racconta di un turismo accessibile legato anche alla gastronomia: “turismo accessibile vuol dire persone con disabilità motoria, ma anche famiglie con bambini e persone con intolleranze alimentari che hanno bisogno di chiare informazioni sulla composizione dei cibi. Sul filo di questo ragionamento potremmo rendere “accessibili” anche le cantine. Pensiamo ai celiaci ad esempio: basterebbe fare dei corsi negli alberghi e nei ristoranti per accoglierli tranquillamente  insieme ai loro familiari e ai loro amici. A questo proposito stiamo organizzando un protocollo d’intesa con la Fondazione Giovanni Amato che sarà presentato a Linguaglossa”. Per creare un brand Sicilia che sia imbattibile e accessibile è necessario però: “fare squadra e sapersi presentare in maniera compatta dando la certezza al turista che quello che stanno comprando è reale. Le presenze straniere in Sicilia sono aumentate leggermente e questo è un segnale positivo. Andare in un ristorante stellato o in un albergo dove il turista può partecipare a delle scuole di cucina dove insegnano magari a fare la pasta alla Norma può e deve diventare una fonte di attrattiva unica nel suo genere”. Quanto è importante in questo contesto il dialogo con le istituzioni?:“Oggi la nuova classe politica eredita una richiesta spropositata di assistenzialismo. Per molto tempo le istituzioni sono state avvertite come della vacche grasse da mungere. Spesso così sono stati percepiti gli assessorati. Adesso i tempi sono cambiati. Bisogna fare un salto di qualità collaborando con le istituzioni e, come ha detto recentemente il Presidente Napolitano, è necessario dare aria alle piccole imprese non chiedendo soldi, ma attraverso interventi seri e condivisi”.

Rosa Russo