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L'intervista

Mantovani (VeronaFiere): “Vinitaly si farà ad aprile. E si prospetta il sold-out”

25 Gennaio 2022

di Emanuele Scarci

La macchina di Vinitaly non si è mai fermata ma ora, in vista di aprile, è tornata a pieni giri.

La manifestazione veronese è confermata e anzi si prospetta il sold out, ma prima sono da investire 3 milioni per l’incoming mentre è stato fissato il road show, da metà febbraio, con tappe a Monaco, Londra, Mosca, Hong Kong e New York (poco prima di Vinexpo America). In queste ultime 3 città sono previsti anche eventi di Vinitaly international academy. “Confermo quanto annunciato in autunno, in occasione di Vinitaly Special Edition – esordisce Giovanni Mantovani, ceo di Veronafiere – la 54esima edizione si avvia al sold out. Per l’incoming faremo uno sforzo senza precedenti: 3 milioni d’investimento, divisi a metà fra noi e Ice, ma siamo disposti ad alzare la posta qualora si rendesse necessario”.

Mantovani, 64 anni, a Veronafiere da oltre 25 anni, di cui più di 20 al vertice, non ha perso l’entusiasmo dei momenti migliori. Il top manager risponde con precisione a tutte le domande di Cronache di Gusto, ma glissa quella in cui si chiede un parere sulla richiesta di ricambio del management avanzata dall’azionista Fondazione Cariverona e l’altra in cui si cerca conferma delle voci, più che insistenti, su una sua prossima uscita dalla fiera scaligera. Nelle scorse settimane Mantovani è stato cooptato alla presidenza di Fondazione della Comunità Veronese, onlus benefica e di pubblica utilità. In questi lunghi anni, il top manager è stato uno dei principali artefici del successo della fiera scaligera, fino a spingerla nel novero delle Big four italiane. “Abbiamo spostato da marzo in avanti alcune manifestazioni prima fissate in calendario a gennaio e febbraio – spiega Mantovani – nella ragionevole ipotesi che gli effetti della pandemia tenderanno ad attenuarsi. E i buyer extra Unione europea possano riprendere a viaggiare. Le compagnie aeree internazionali prevedono di poter tornare all’85% della capienza a partire dalla primavera”.

Avete inviato agli espositori, con il supporto di Roland Berger, una lettera in cui chiedete dei suggerimenti sul posizionamento di Vinitaly. Avete qualche timore?
“No. É una normale attività di mantenimento delle relazioni con le aziende su un profilo qualitativamente elevato. C’è sempre bisogno di capire come va e come si può migliorare”.

I temerari francesi confermano Vinexpo Paris a metà febbraio con 2.700 espositori annunciati, di cui 1.400 francesi e 240 italiani. Rischiano di non vedere né buyer americani né orientali?
“Andrà verificato sul campo, ma mi sembra un test interessante. Ben venga un apripista. Per i buyer orientali temiamo di vederne pochi anche nei prossimi mesi. Tuttavia bisogna distinguere: vedo lontana la riapertura della Cina, mentre apriranno prima altri Paesi orientali o comunque quelli che, con l’aiuto del Governo italiano, istituiranno corridoi che consentano di partecipare alle attività fieristiche”.

E i buyer nordamericani?
“Vedo che, al di là delle restrizioni, gli americani continuano a viaggiare con una certa facilità. E presumo che con la primavera lo faranno quasi con normalità”.

Dieci giorni prima di Vinitaly, a Bolognafiere si terrà Sana Slow wine fair: sembra quasi una ripicca al lancio del Salone del Biologico B/Open a Verona. E’ così?
“Le nostre aree del vino bio e naturale sono complete. Non abbiamo rilevato defezioni. Anche Fivi partecipa a Vinitaly, ma poi non rinuncia ai suoi eventi esterni a Verona. Quanto a B/Open, è una fiera orientata completamente al B2B e non confligge con Sana che invece punta al mercato consumer”.

Nel 2020 Veronafiere chiuse l’esercizio con 37,3 milioni di ricavi e una perdita di 26 milioni. Qual è il preconsuntivo del 2021?
“Dovremmo chiudere vicino ai 70 milioni di euro, sia pure incorporando i contributi pubblici”.

Che erano 10 milioni per il 2020 e 11 milioni per il 2021.
“No, sono arrivati tutti nel 2021. Ma il calcolo è piuttosto complesso e va verificato con precisone. Sottolineo però che nel 2021 abbiamo realizzato il 70% dell’attività di un anno ordinario e torneremo con un Ebitda positivo”.