Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'intervista

Un Vinitaly con gli occhi a mandorla

19 Marzo 2013
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Giovanni Mantovani, Chen Deming

Un Vinitaly in tempo di crisi.

Forse con un ministro italiano dell’Agricoltura dimissionario, ma con un ministro del commercio estero della Repubblica Popolare Cinese Chen Deming, fortemente in sella e determinato a guardare al mondo e all’Italia del vino. Sarà uno dei segni del prossimo Vinitaly che aprirà i battenti a Verona il 7 aprile. Come sempre tanta carne al fuoco, oltre 4mila espositori, previsioni su 140mila visitatori, e uno sguardo rivolto ad oriente perché la Cina sarà presente con altre iniziative. E poi ancora, i produttori di vino biologico con la seconda edizione di Vivit. Ed inoltre potenziamento della rete telefonica per evitare il black out dell’ultima edizione che ha fatto infuriare il popolo della fiera l’anno scorso. Di tutto questo ne parliamo con Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

Diamo qualche cifra sull'edizione 2013? Quante aziende? Quante nazioni? Previsioni di pubblico?
“Le adesioni a Vinitaly 2013 confermano ad oggi i dati dell’ultima edizione: si prevede, pertanto, di superare i 4.200 espositori da più di 20 nazioni per una superficie espositiva che, grazie all’ampliamento del Padiglione 11, sarà superiore ai 95 mila metri quadrati netti espositivi, in aumento sul 2012. Per quanto riguarda le presenze, il nostro obiettivo non è solo quello di aumentare il già elevato numero di visitatori che sono stati oltre 140.000 in 4 giorni nel 2012, che è stato un risultato molto importante. Ma portando a Verona operatori ancora più qualificati, in particolare dalle zone più importanti e di interesse per il consumo di vino. Già lo spostamento della cadenza da domenica a mercoledì decisa lo scorso anno ha consentito un notevole incremento delle presenze anche degli operatori del canale Horeca estero (oltre che di quello italiano) e un allungamento del periodo di permanenza. Lo scorso anno, gli operatori stranieri sono stati 48.544 da 116 nazioni su un’affluenza complessiva che ha registrato 140.655 presenze. La copertura mediatica è stata garantita da 2.496 giornalisti accreditati da 45 Paesi con 170 tra radio e tv, 105 quotidiani e 110 testate online”.
 
L'edizione 2013 è molto orientata all'estero. Almeno dalle primi indicazioni. Spieghiamo qualche iniziativa?
“L’internazionalizzazione delle imprese è da sempre una delle nostre mission. Per questo negli anni abbiamo lavorato per incrementare la quota di operatori esteri, arrivata ormai al 35% del totale, e la loro qualità. Le attività in programma quest’anno sono un mix di iniziative collaudate, tra queste la seconda edizione di OperaWine, in collaborazione con Wine Spectator, che si propone soprattutto evento promozionale in particolare per il mercato Usa. Paese target di Vinitaly quest’anno è la Cina, che sarà presente con il ministro e una delegazione ufficiale del Ministero del commercio. Con loro verrà realizzato un seminario sul futuro del vino italiano in Cina; si tratta di un focus che rientra nell’iniziativa denominata Digital Media Technology & Wine Series, finalizzata a conoscere il mercato cinese e ad approcciarlo sia dai canali tradizionali, sia su internet attraverso social media ed e-commerce, visto che in Cina gli acquirenti online sono 190 milioni. Allo scopo saranno presenti i più importanti operatori internazionali dell’e-commerce e dei social media: Jared Liu, fondatore di YesMyWine, Naran Andrejev, Ceo di M1nt Cellars, Janet Wang, a capo della crescita internazionale di Tmall (Alibaba Group), e Alvin Huangm fondatore di Vinehoo. Per dare maggiore respiro a un mercato sempre più internazionale, è stata ulteriormente potenziata l’attività di incoming di buyer esteri”.
 
E oltre i cinesi?
“Ci sarà, ospite d’onore, il fornitore ufficiale wine&food del Governo russo. Presenti pure le autorità canadesi che acquistano vino per le province di Manitoba e Saskatchewan, oltre a operatori dall’area Asean (Singapore, Tailandia, Vietnam, Malesia, Taiwan, Hong Kong), Cina, Giappone, Nord America, Russia, Australia, ma anche America Latina, Medio Oriente, Paesi Baltici, Brasile, India e Africa. A tutti saranno proposti incontri b2b all’interno del Buyers Club”.
 
L'Italia è un mercato per il momento perduto? O in previsione credete che a breve qualcosa si muoverà in meglio?
“È indubbio che i consumi stiano diminuendo, sia a causa della crisi, sia per una tendenza ormai in atto da anni non solo in Italia, ma anche in Francia e Spagna. Il dato positivo è che c’è maggiore attenzione verso i vini di qualità a denominazione di origine. Essendo però il mercato interno lo zoccolo duro delle vendite dei produttori italiani, non può essere trascurato e deve essere trattato come un mercato da presidiare. Questo anche per non lasciare spazio ai competitor internazionali, ovviamente molto interessati a trovare un loro spazio. Del resto, se c’è competizione sui mercati emergenti dove il consumo pro capite è di pochi litri, figuriamoci l’attrazione che può suscitare un mercato dove si consumano circa 38 litri a persona”.
 
Quasi sicuramente al Vinitaly, e sarà forse la prima volta, quest'anno avremo un ministro dell'agricoltura di un governo scaduto e un ministro in carica che viene dalla Cina. È un segno dell'incertezza politica del nostro Paese. Vi crea qualche timore?
“Le fiere hanno un ruolo strategico nella politica industriale del paese in chiave di promozione. Dalle rassegne internazionali transita una considerevole fetta del business delle pmi e delle medie e grandi aziende. Un ruolo che noi di Veronafiere continuiamo a potenziare per accompagnare e anticipare cambiamenti e innovazioni offrendo supporto e servizi utili allo sviluppo dell’impresa. Ciò è tanto più vero per il vino e l’agroalimentare, che sono tra le punte di diamante del made in Italy. È chiaro che in una fase economica delicata come quella che si sta vivendo a livello internazionale il sistema Paese e le fiere avrebbero bisogno di essere supportati da un quadro politico definito ed efficace per non rischiare di perdere competitività”.
 
Il nuovo calendario del Vinitaly l'anno scorso, con un giorno in meno, fece storcere il naso a tassisti e albergatori. Perplessità rientrate ormai?
“Non ci sono problemi con le altre attività economiche che ruotano attorno a Vinitaly perché oltre 140 visitatori in 4 giorni sono un numero considerevole di presenze. OperaWine alla Gran Guardia, poi, aumenta l’appeal della città e favorisce ulteriormente l’indotto”.
 
 A proposito di logistica, ovvero viabilità, parcheggi, alberghi e così via c'è qualche novità?
“All’interno del quartiere fieristico, Veronafiere ha provveduto ad ampliare e aggiornare la rete WiFi Cisco con apparati di nuovissima generazione estendendo in modo consistente la capacità di accesso e la banda Internet disponibile. Tutti i padiglioni e centri servizi sono coperti da una rete WiFi capillare fruibile da espositori e visitatori. I visitatori potranno acquistare la connettività con carta di credito o tramite scratch card presso i punti di vendita all’interno del quartiere. Verrà attivato inoltre un numero telefonico di supporto per gli espositori. Nei centri servizi presenti in quartiere sono state create delle WiFi free zone dove è possibile navigare gratuitamente. Il servizio free offerto esclusivamente nelle aree indicate è disponibile in modalità best effort. All’esterno della fiera, l’impegno per rendere la viabilità sempre più scorrevole è massimo, e chi viene a Vinitaly può seguire in tempo reale la situazione grazie alle informazioni diramate dalla Società autostrade e ai tweet della Polizia municipale, con le quali lavoriamo in stretta collaborazione. L’assistenza e le informazioni ci sono e sono adeguate alle esigenze, sta ai visitatori usufruirne”.

F.C.