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Pubblicato in Il caso il 30 Aprile2019

Il provvedimento scatta dall’1 giugno per sei mesi ma Roma concederà in continuità allo stesso ente il lavoro svolto fino ad oggi in modo da non stravolgere l’attività delle cantine. Il nodo delle poche ispezioni nelle aziende. Il direttore rassicura: “È un cartellino giallo a cui presteremo la dovuta attenzione”.
 

Il ministero delle Politiche agricole dice alt all’attivita di certificazione dell’Irvo. Una notizia destinata a preoccupare il mondo delle Doc siciliane. 

È il dipartimento dell'ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi del Ministero delle politiche agricole e forestali, con un apposito provvedimento, ad aver sospeso l'autorizzazione all'Irvo per effettuare la certificazione dei vini Docg, Doc e Igt della Sicilia. Il provvedimento, che al momento ha validità sei mesi, scatterà dal prossimo 1 giugno. L’ufficio Repressione Frodi, noto in sigla come Icqrf, avrà il compito di sorvegliare l’attività e le correzioni messe in atto dall’Irvo. È certo che nella sostanza dei fatti per evitare disagi ulteriori la certificazione resti - in continuità - all’Irvo e quindi per le cantine non dovrebbe cambiare nulla. Tuttavia l’avvertimento che arriva da Roma non va preso alla leggera. Al ministero non è andata giù prevalentemente il numero delle ispezioni che per legge vanno effettuate nelle aziende che rivendicano la Doc, sia se si tratti di cantine a filiera completa, sia se si tratti di viticoltori, vinificatori o imbottigliatori. Bisognerebbe garantire circa 2.500 visite all’anno, troppe per i dieci addetti dell’Irvo delegati a questo compito ed anche ad altre mansioni. Ovviamente le grandi difficoltà finanziarie dell’Irvo dei mesi scorsi (mancanza di stipendi, debiti non pagati) sono alla base di queste inadempienze oggi contestate dal ministero. E poi ci sono sotto i riflettori di Roma altri aspetti burocratici.

Ed infatti in questi sei mesi di tempo, l'Irvo, per ottenere di nuovo l'autorizzazione a certificare dovrà effettuare una serie di operazioni. Al primo punto c'è "l'adozione di un piano di dotazione che assicuri disponibilità durevole di risorse umane adeguate, competenti e compatibile allo svolgimento dei compiti delegati", come si legge nel decreto firmato dal direttore generale Roberto Tomasello. Segue un piano finanziario a supporto della dotazione organica e, tra le altre cose, un piano di formazione per coloro che effettueranno controlli e rilievi. "Nulla di cui allarmarsi - precisa il direttore dell'Irvo Vincenzo Cusumano -. Possiamo dire che si tratta di un cartellino giallo per usare un termine calcistico. E siamo nelle condizioni per rispettare quanto richiesto dal ministero nei tempi previsti. Aggiungo: già abbiamo emanato un bando per l’affidamento dei servizi e colmare la presunta carenza di personale manifestata dal ministero”.

Lo scorso anno dalle certificazioni, l'Irvo ha incassato poco più di 1,8 milioni di euro. La quota maggiore arriva dai vini (1,7 milioni di euro), il resto dalla certificazione dell'olio. In totale l'Irvo, tra le varie Doc e l’unica Docg siciliana ha certificato circa 110 milioni di bottiglie (per la stragrande maggioranza a marchio Doc Sicilia) più 124 milioni circa di bottiglie a marchio Igt Terre Siciliane. I tempi di attesa per avere una certificazione si aggirano oggi sui 14/15 giorni lavorativi. Nei momenti di crisi, quando i dipendenti sono rimasti per alcuni mesi senza stipendio, la macchina organizzativa stentava di più e talvolta i tempi di attesa si sono allungati. Cusumano precisa: "Abbiamo avuto alcuni problemi lo scorso anno, ma adesso stiamo tornando alla normalità. A regime dovremmo fornire le certificazioni in dieci giorni lavorativi".

Il problema principale, come già scritto, riguarda le ispezioni nelle aziende che annualmente l'Irvo deve garantire. Si dovrà raggiungere, come richiesto dal ministero, il 100 per cento delle ispezioni entro dicembre 2019. "Per le cantine nei mesi da giugno a dicembre non cambierà nulla - ribadisce Cusumano - Noi siamo già al lavoro per fare tutto quello che il Ministero ci ha richiesto". 

C.d.G. 

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