Da Bolognetta a Mosca, con passione. Il panettone artigianale della Pasticceria Delizia parte dal piccolo comune del palermitano, supera le barriere imposte dalla guerra e arriva in Russia. Il grande lievitato della famiglia Lo Faso trionfa sulle tavole del ristorante “Semifreddo” dello chef Nino Graziano a Mosca, dove riesce ad arrivare dopo aver ottemperato ad una serie di richieste di visti e autorizzazioni. Nel paese di Putin, infatti, dal 2014 vige l’embargo sui prodotti alimentari dall’Unione Europea, bloccando l’importazione di prodotti freschi come carne, pesce, frutta, verdura, latte e latticini.
“Il panettone, di fatto, avendo una durata di un poco più di un mese – spiega Mauro Lo Faso – rientra nella categoria dei prodotti secchi. Ma per riuscire a farlo arrivare in Russia abbiamo dovuto compilare una scheda tecnica nella quale si spiega in dettaglio come è stata realizzato, abbiamo dovuto indicare il tipo di carta utilizzata per il pirottino, la plastica usata per il sacchetto, l’inchiostro usato per le incisioni sulla scatola. Vogliono sapere tutto con precisione. E poi ci sono le autorizzazioni alla Dogana che vengono rilasciate solo dopo accurati accertamenti sull’azienda. Insomma c’è un iter molto lungo e, a volte, scoraggiante – racconta il pasticcere – ma questa è solo la prima parte. Esaurite le incombenze burocratiche, i panettoni partono via terra per un lungo viaggio. Noi li spediamo a Milano da dove prendono il via i tir alla volta di Mosca”.
Sono poco più di un migliaio i panettoni che la famiglia Lo Faso riesce a far arrivare in Russia e si tratta perlopiù del grande lievitato che è nato proprio dalla collaborazione tra la famiglia di Bolognetta e il conterraneo Graziano che da tanti anni ormai vive e lavora a Mosca, dove gestisce una serie di ristoranti. “Questo panettone, che è uno dei diciassette tipi che produciamo nel nostro laboratorio a Bolognetta, è nato quasi per sfida in un periodo in cui tutti si cimentavano a fare panettoni – dice Mauro Lo Faso –. L’idea mia e di Nino Graziano, da cui il panettone ha preso il nome, era di fare un prodotto che avesse al suo interno materie prime del territorio. Così abbiamo pensato al mandarino marzuddo tipico della nostra zona, ai fichi con i quali anticamente si faceva una corona che poi si lasciava essiccare, alla minnulata, ovvero il torrone di mandorla tipico delle feste. Tutto questo lo abbiamo immaginato dentro ad un panettone che poi abbiamo ricoperto con cioccolato di Modica, sempre per restare in Sicilia”.
Un panettone che anche i russi apprezzano “anche se – spiega Lo Faso – il grosso della produzione lo spediamo a ridosso della nostra Pasqua, quando in Russia celebrano il Natale ortodosso. È allora che c’è il maggior consumo. Ma c’è sempre chi lo apprezza anche a Natale”.