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Cosa leggo

Il “peccato” di mangiare

24 Gennaio 2008
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    COSA LEGGO

Il “peccato” di mangiare

gola_francine_prose.jpgC’è il cibo e ci sono anche le diete. Attorno alla tavola, dunque, si consumano eterne battaglie tra vizio e virtù, tra le tentazioni del palato e l’incubo della bilancia. È questo il punto di partenza di “Gola” (Editore Cortina Raffaello, 14 euro) scritto da Francine Prose, autrice di opere apprezzate come “The Lives of Muses”, “Bigfoot Dreams”, “Household Saints” e “Guided Tour oh Hell”. La gola è dunque un fenomeno culturale e sociale. Un vizio, uno dei sette capitali, che oggi in alcuni casi diventa ossessione o malattia, ma che nel Medioevo era soprattutto una questione spirituale. Ed ecco i riferimenti alle Confessioni di Agostino, all’Inferno di Dante. Un viaggio nell’evoluzione sociale della gola che oggi, attraverso bilancia e colesterolo, è diventata un vizio da tenere a bada. Non tanto un’offesa a Dio, ma un attentato agli standard di bellezza e salute. Ma la gola è davvero un peccato? È la domanda che la scrittrice si pone e che pone ai suoi lettori. Forse lo è, ma è anche un’affermazione di passione e piacere. Non a caso il libro si chiude con la storia di uno dei grandi eroi di questo vizio, Diamond Jim Brady, il quale cominciava il suo pasto sedendo a circa quindici centimetri dal tavolo e si alzava solo quando il suo stomaco si gonfiava al punto da sfiorarlo. Durante la cena, dunque, mangiava a più non posso per raggiungere questo obiettivo.

G.L.M.