Rafforzare sempre di più la cultura del vino e il desiderio di rafforzare insieme alle altre principali associazioni del settore la diffusione della passione per il vino di qualità, hanno caratterizzato i festeggiamenti del sessantesimo anniversario della fondazione dell’Associazione Italiana Sommelier. L’evento, che è stato organizzato a Milano proprio dove è incominciata l’avventura dell’Associazione, lo storico ristorante Savini in Galleria, negli anni Sessanta per arrivare alla sottoscrizione dell’atto costitutivo il 7 luglio del 1965. In questo locale, infatti, Jean Valenti, uno dei camerieri, era continuamente “assillato” da un imprenditore del settore chimico, Gianfranco Botti, che lo invitava a dare vita a qualche organismo che chiamasse a raccolta chi si interessava di consigliare il vino giusto agli ospiti dei ristoranti. Un’insistenza che il pomeriggio del 7 luglio 1965, portò Valenti, insieme a Botti, al cameriere Ernesto Rossi e al commercialista Gerra nello studio del notaio Ottomanelli alla sottoscrizione dell’atto di fondazione dell’Ais, che Jean volle come associazione indipendente che sostenesse la cultura del vino. “La visione di Valenti è oggi la nostra identità, rafforzata dallo status di Ente del Terzo Settore”, ha detto Sandro Camilli, presidente nazionale dell’Ais, dando l’avvio ai festeggiamenti del sessantesimo anniversario e, contestualmente, ha evidenziato che l’impegno culturale sarà sempre il faro dell’Associazione che in questi anni è stata capace di coinvolgere persone di diversa estrazione professionale, come enologi, produttori, ristoratori, cuochi, enotecari, giornalisti, oltre che sommelier, che hanno contribuito all’affermazione del vino di qualità. Ecco spiegato l’insistenza di Camilli di sottolineare il desiderio personale di sostenere, insieme alle altre principali associazioni del settore (Fisar, Onav, Aspi e Fis), una sorta di unione per diffondere la passione per il vino di qualità, promuoverne la cultura e affrontare uniti tutte le sfide che nel futuro riguarderanno il settore. Un desiderio reso tangibile dalla amichevole partecipazione di Giuseppe Vaccarini, presidente Aspi (Associazione della Sommellerie Professionale Italiana) e Vito Intini, presidente dell’Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino), oltre che dai saluti inviati da Roberto Donadini, presidente di Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori) e Franco Maria Ricci presidente di Fis (Fondazione Italiana Sommelier). In questo contesto, insieme a Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, Camilli ha premiato (con una riproduzione dell’albero della vite) i suoi predecessori e, cioè, Antonello Maietta, Giuseppe Vaccarini, Eddy Furlan ed anche Jean Valenti (venuto a mancare da poco) con la targa consegnata al figlio Francesco, oggi rettore del Collegio della Guastalla di Monza. Senza dimenticare una figura mitica della vita dell’Ais, Maristella Mangiarotti, che dopo 42 anni di impegno nel delicato settore dell’accoglienza e della comunicazione, va in pensione.
Conclusione dei festeggiamenti dove è iniziato tutto, lo storico ristorante Savini in Galleria, con una cena di gala che fra le personalità che hanno voluto mostrare la loro vicinanza all’Associazione, hanno “sfilato” i vini come le bollicine di montagna dell’Istituto Trento Doc; Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, Consorzio Vini Alto Adige, Consorzio Volontario di Tutela del vino Santa Maddalena, Consorzio per la Tutela dell’Asti Docg, nonché della distilleria Bonaventura Maschio, che da anni premia con borse di studio i migliori allievi Ais; Surgiva, acqua ufficiale dell’associazione e promotrice dell’omonimo premio alla delegazione più innovativa.
La conclusione è che i numeri raccontano una storia di successo: dai 500 soci del 1970, Ais è cresciuta fino a diventare con i suoi 45.000 membri la più grande community del vino in Italia. Questa diffusione capillare, affidata alle delegazioni territoriali, ha democratizzato la cultura enologica, trasformando l’associazione in un punto di riferimento per professionisti e appassionati in ogni provincia, visto che senza l’Ais la storia del vino italiano sarebbe stata diversa.
Eventi e iniziative
Ais celebra i suoi 60 anni di vita: “Così abbiamo creato la cultura del vino in Italia”