Five Truffles Day è l’appuntamento annuale che celebra il tartufo e la sua straordinaria biodiversità, ma è anche un racconto che intreccia territorio, tradizione e alta cucina, tanto che la “cerca e cavatura” del pregiato tubero è riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Con questo evento, Appennino Food Group, che dalla storica sede di Savigno, nel cuore dell’Appennino bolognese, esporta il tartufo in tutto il mondo, ha permesso a chef e professionisti del settore di vivere un’esperienza gastronomica e culturale nella cornice del ristorante DaV Milano, impreziosita da un menu firmato dai fratelli Cerea e accompagnata da una selezione di wine pairing curata da Bellavista.
Il Five Truffles Day si conferma così, per la quinta volta, un’occasione privilegiata di confronto con la ristorazione d’eccellenza per Appennino Food Group, in un anno che segna un passaggio importante nella storia dell’azienda. Il gruppo bolognese ha infatti inaugurato una nuova sede operativa a Miami, rafforzando la propria presenza internazionale e ampliando la diffusione della cultura del tartufo italiano oltreoceano. In questo contesto, il fondatore di Appennino Food, Luigi Dattilo, ha salutato gli ospiti presenti al ristorante milanese con un collegamento video proprio da Miami, dove si trova da un po’ di tempo per raccontare agli operatori americani che dicembre è il mese in cui il tartufo esprime la sua massima diversità.
Solo in questo periodo, infatti, la natura offre cinque specie differenti che raggiungono contemporaneamente la piena maturazione, ognuna con caratteristiche aromatiche e organolettiche proprie. Protagonisti dei due eventi sono stati il Tartufo Bianco, Tuber magnatum Pico, il più pregiato e ricercato per il suo aroma penetrante ed elegante, con piacevoli note agliacee; il Tartufo Brumale, Tuber brumale var. moschatum De Ferry, meno conosciuto tra i neri italiani ma caratterizzato da un profumo persistente e da un gusto speziato e muschiato; il Tartufo Macrosporum, Tuber macrosporum Vitt., che si distingue per un profumo deciso e leggermente agliaceo, capace di ricordare il Tartufo Bianco per intensità e persistenza; il Tartufo Nero Pregiato, Tuber melanosporum Vitt., considerato il più nobile dei tartufi neri, con note che evocano il cioccolato fondente e il brandy; e infine il Tartufo Nero Uncinato, Tuber uncinatum Chatin, che prende il nome dalla forma a uncino delle spore e si esprime con un profumo di crema di nocciole e un gusto intenso e armonioso.
Dattilo ha sottolineato come «il tartufo sia molto più di un ingrediente: racconta la terra, la natura e la passione di chi lo cerca. Con il Five Truffles Day vogliamo continuare a diffondere la conoscenza di questo prodotto, andando oltre la stagionalità. Il tartufo può vivere tutto l’anno nella cucina contemporanea e diventare protagonista di nuove interpretazioni creative, in Italia e nel mondo».
I fratelli Cerea hanno colto questa visione proponendo agli ospiti del Five Truffles Day un percorso gastronomico articolato, che ha spaziato dal toast al tartufo con pepita di parmigiano alla zuppa di patata al tartufo con tartare di fassona, fino a un allestimento di cinque isole tematiche dedicate rispettivamente al topinambur, alla crema di fagioli rossi, all’olio al caffè e tartufo nero uncinato. A seguire, pala romana con crema di porro, comté, tuorlo e tartufo nero liscio; gnocco dal cuore di parmigiano con tartufo bianco pregiato; filetto di vitello con brioche, foie gras e tartufo nero pregiato; gelato alla vaniglia, zabaione e tartufo brumale.
Il Five Truffles Day è stato così molto più di una degustazione: un viaggio che parte dal suolo dell’Appennino e arriva ai piatti dei grandi chef, unendo natura, cultura e cucina. Un’occasione per raccontare uno dei tesori più preziosi del patrimonio gastronomico italiano e celebrarlo come ingrediente, emozione e simbolo del profondo legame tra uomo e territorio. In questo percorso, l’azienda bolognese è passata da laboratorio artigianale a terza impresa italiana nel settore del tartufo, costruendo una cultura aziendale fondata sulla passione per il territorio, sulla ricerca delle tradizioni gastronomiche e sul rispetto delle materie prime e della stagionalità. A partire dal tartufo, Appennino Food ha poi sviluppato altri prodotti, come i condimenti per la pasta, dal ragù tradizionale bolognese al ragù di selvaggina, fino al cacio e pepe e alla carbonara, arrivando ad acquisire anche un’acetaia, con l’obiettivo di dialogare con i migliori ristoranti del mondo.