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Il caso

Doc in Sicilia, meno vini rivedibili

28 Giugno 2013
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Si abbassa la percentuale dei vini che non passano l’esame organolettico per la certificazione Doc della commissione di degustazione dell’Irvos, istituto regionale del vino e dell’olio della Sicilia, diretto da Lucio Monte (nella foto).

Nel 2012 si era al 7,4% con 27 campioni considerati “rivedibili” e quindi rimandati indietro alle aziende sui 369 al vaglio dei degustatori. Nel 2013, fino al 10 giugno, la rivedibilità è al 4,2% con 21 vini sui circa 500 esaminati che non hanno passato la prova. 

La “rivedibilità” di un vino viene comunicata entro cinque giorni dall’esame organolettico all’azienda che entro 60 giorni può richiedere una nuova campionatura dopo l’effettuazione di pratiche enologiche. Se invece all’Irvos non arriva nessuna richiesta il vino “rivedibile” diventa “non idoneo”. Sulla “non idoneità” si può fare appello a una commissione ministeriale.

L’Irvos si occupa di controlli e tracciabilità dei vini a “denominazione origine” dal 2009. Il compito di effettuare anche la certificazione è stato affidato all’ente regionale dal decreto ministeriale dell’11 novembre 2011.

Da allora è stato istituito presso l’assessorato regionale delle Risorse agricole ed alimentari l’elenco dei “tecnici degustatori”  e degli “esperti degustatori”  integrando gli elenchi preesistenti  detenuti precedentemente dalle Camere di Commercio della Sicilia. Da quegli elenchi vengono formate le commissioni di degustazione con un presidente, quattro componenti e un segretario. Il presidente è sempre un “tecnico degustatore” figura che ha maggiore competenza ed esperienza rispetto a quella di “esperto degustatore”. È per questo che nelle commissioni possono esserci al massimo due “esperti”, il resto devono essere “tecnici”.

Attualmente le commissioni di degustazione siciliane sono quattro e vengono rinnovate ogni tre anni. Nel gennaio del 2012 sono state costituite due commissioni di degustazione per effettuare l’esame organolettico dei vini; una per i vini Doc della Sicilia orientale ed uno per i vini Doc della Sicilia occidentale.

Nel dicembre del 2012, a seguito del riconoscimento della Doc Sicilia, nascono altre due commissioni: una per la Doc Sicilia dei vini provenienti dalla parte occidentale, una per quelli della parte orientale. Ma dopo un primo periodo in cui s’è visto che le richieste di certificazione provenienti da ovest erano molte di più, per equilibrare la mole di lavoro delle commissioni, è stato eliminato il vincolo territoriale. Oggi dunque le commissioni sono Doc Sicilia 1 e Doc Sicilia 2. Per le altre 23 Doc restano invece quella occidentale e quella orientale

Ma la commissione di degustazione entra in azione soltanto dopo che i campioni, passati ai “raggi x” dai laboratori dell’Irvos, superano le analisi chimico-fisiche. In questo caso i numeri del 2013 (con 9 vini risultati non idonei) sono più negativi di quelli del 2012 (7 non idonei). 

“L’importante – afferma Francesca Salvia, dirigente responsabile della segreteria tecnica dell’Organismo di controllo e certificazione dell’Irvos – è che questo impegno di risorse economiche ed umane, sia da parte delle aziende che da parte nostra, volto a garantire la tracciabilità e la qualità delle produzioni vitivinicole siciliane, si traduca in un reale vantaggio per la penetrazione nei mercati e per un maggiore apprezzamento da parte dei consumatorie. Di tutto ciò l’Istituto ne è convinto”. 

C.d.G.