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Il caso

La moria delle api per gli insetticidi: dalla Sicilia comincia la “battaglia” per salvarle

08 Marzo 2018
api_impollinazione api_impollinazione

di Clara Minissale

Le api tremano, si paralizzano e poi muoiono per effetto degli insetticidi e dalla Sicilia parte la battaglia contro questi prodotti nocivi. 

I killer degli insetti si chiamano neonicotinoidi e, secondo quanto stabilito dall’Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, sono le sostanze maggiormente implicate nella loro moria. Che clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam fossero nocivi per le api e gli insetti in genere, lo si sapeva già, tanto che dal 2013, queste sostanze sono soggette a restrizioni in tutta Europa. Il loro uso è proibito sulle coltivazioni da fiore come granturco, colza e girasoli ma è consentito nelle serre, sui cereali invernali, su alcune coltivazioni dopo la fioritura. “In Sicilia, ad esempio, una grande moria di api si registra lungo le coste dove ci sono coltivazioni intensive di agrumi – spiega Carlo Amodeo -. Noi apicoltori, per non vederle morire tutte ed evitare il collasso totale, siamo stati costretti a spostarle altrove”. Lo scorso anno, la Commissione Europea ha proposto il bando di questi insetticidi su tutte le coltivazioni, fatta eccezione per quelle in serra ma l’idea di un bando permanente non ha messo d’accordo tutti gli Stati membri, alcuni in attesa delle nuove valutazioni dell’Efsa avviate nel 2015 e adesso completate.

Alla luce dei risultati degli ultimi studi (sono stati 588 complessivamente) che documentano la dannosità di questi prodotti per api selvatiche e mellifere, il prossimo 22 marzo la questione sarà nuovamente discussa in Commissione e, per fare in modo che si possa arrivare al bando totale di queste sostanze, gli apicoltori siciliani, riuniti in quattro associazioni, hanno fatto cartello e faranno arrivare a Bruxelles, al Ministero dell’Agricoltura e a quello della Salute, una lettera circostanziata con tanto di bibliografia degli studi annessa, con la quale chiedono la messa al bando immediata di queste sostanze, riservandosi anche di intraprendere azioni legali se necessario. “Secondo gli esperti – si legge nella nota – i neonicotinoidi sono la classe di insetticidi maggiormente implicata nella moria delle api. Si tratta di prodotti di sintesi chimicamente affini alla nicotina che agiscono a livello neurale e causano tremori, movimenti scoordinati, paralisi e infine la morte dell’insetto. I neonicotinoidi sono relativamente recenti rispetto alle altre classi di insetticidi e sono tra i più utilizzati in agricoltura, anche per via della loro bassa tossicità nei confronti dei vertebrati. I principi attivi registrati per uso agricolo sono sei: imidacloprid, clothianidin, thiamethoxam, dinotefuran, acetamiprid e thiacloprid. Trattandosi di insetticidi sistemici, il principio attivo è veicolato attraverso i tessuti vascolari in tutte le parti della pianta, inclusi fiori e frutti, ed è possibile rilevare residui nel polline, nel nettare e in altri essudati vegetali”. 


(Carlo Amodeo)

“Un mondo nel quale l’essere umano guarda soltanto agli interessi immediati – scrivono gli apicoltori – non è soltanto destinato alla precoce scomparsa,  è un mondo in cui l’uomo, nato come essere sociale, perde la sua dignità e la capacità di una vita armoniosa. Come si può autorizzare la diffusione di un principio attivo che penetra nella linfa della pianta e si replica per anni, e che sarà quindi presente non soltanto sulla melata, sul nettare e sul polline ma anche nella parte edule di cui lo stesso essere umano dovrà nutrirsi? Anche solo guardando l’aspetto produttivo delle colture, i neonicotinoidi, con la loro azione subdola, uccididono o danneggiano gravemente gli insetti pronubi, alla cui sopravvivenza – come tutti sanno – è legata la produzione di gran parte delle derrate alimentari; lo stesso studio dal quale si riscontra la presenza di neonicotinoidi nel 75% dei campioni di miele analizzati, vista la conclamata dannosità nei confronti degli apoidei, basta a certificare ineluttabilmente che bisogna immediatamente bloccare la vendita di questo pericolossissimo principio attivo”. “Le associazioni di apicoltori – concludono – chiedono l’immediato divieto di consigliare l’utilizzo del principio attivo agli aleuroidi e in generale, visto il permanere del principio attivo nella linfa della pianta, che se ne vieti l’utilizzo in tutte le piante entomofile. Ci auguriamo e non solo per gli interessi di categoria che prevalga il buon senso. In ogni caso pronti ad intraprendere pesanti azioni legali con precisi dati alla mano”.