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Il caso

Ma perché beviamo il vino in bicchieri orrendi? Tre categorie da dimenticare e un piccolo consiglio

12 Gennaio 2024

Archiviate le feste, le casalinghe bicchierate in famiglie più o meno tradizionali, dai media, new, old e social si affaccia una triste, ma inconfutabile verità: gli italiani, nelle case, anche in belle case, bevono ancora, quasi tutti in calici orrendi.
Spesso li vedevi, nei feed, di gente che credevi, prima, se non cool, almeno non male, il food porn, il bottle porn, il porn un po’ di tutto e poi i bicchieri cringe, e ti veniva da piangere.
Vedevi vini importanti, caparbi e robusti, che avevano attraversato indenni, tempi difficili e viaggi pericolosi, essere lì, sviliti da bicchieri che non li meritavano, che ne umiliavano, la brillantezza visiva, l’agilità ottimista di certi bianchi, la languida malinconia di certi rossi d’annata che tendevano con tanta dignità verso un sublime aranciato… nullificate dalla prosaica tristezza di calici così tristi, che più che calici sembravano dischi dei Diaframma.
Dal mio osservatorio poco privilegiato ho potuto osservare tre, opache macro tendenze, in ordine non di importanza, ma di bruttezza:

FLÛTE IN STILE OLIGARCA
Sì, esistono ancora, escono la notte, come gli zombie e gli incubi degli assassini, sono passati di moda persino nelle cene dei plutocrati (ancora) filo putiniani, frivoli, e così poco necessari, simili a provette, adatte più ai reagenti che a bollicine metodo classico, eppure li vedi ancora su certe tavole, con una sorta di effetto Titanic, ma con una musica meno swing. Li vedi su certe tavole ambiziose, umiliare certi millesimati importanti, certi Blanc de noir, sul filo sexy dell’ossidazione, splendenti Blanc de blancs dal candore iperuranico, ti sembrava di vederli, gridare aiuto, chiedere di liberarli da quei blister di vetro stretto, come corsetti della misura sbagliata, in cui le bollicine sembravano salire solo alla ricerca di una via di fuga.

IL SERVIZIO BUONO DELLA NONNA
Oltre all’appartamento che affittano su air bnb dichiarandosi imprenditori del turismo, la nonna a molti di loro ha lasciato anche il servizio buono, quello per le occasioni speciali dei bicchieri di cristallo, spesso ricoperti di strane protuberanze che ricordano quello del pluriball da imballaggio, a volte, sono addirittura colorati. Si tramandano da un capodanno infelice all’altro, forieri di aneddoti mediocri e di storie sempre meno divertenti, con sempre più ostici residui incrostati sul fondo, che di anno in anno, vanno pericolosamente sovrapponendosi, lasciando, uno strano, involontario spessore scuro.Un consiglio: ci sono molti modi, più belli, igienici e più allegri di ricordare le nonne, uno di questi sarebbe un brindisi in bicchieri normali, che lascino intravedere almeno il colore del vino, gli anni ‘80 per fortuna sono finiti.

I CALICI OBLO’ COMPRATI IN SALDO
Quasi tutte le cose che trovi in saldo, sono in saldo per un motivo, (le polo che trovi in svendita, non sono mai di colori belli, ma spesso sono verde shreck o arancione ghiacciolo), lo stesso discorso vale anche per i calici. É vero che erano in sconto, che è stato un vero affare, però sono anche brutti, brutti davvero. Il vetro, spesso, ha la stessa, opaca, spessa eleganza degli oblò dei traghetti per le isole minori, senza lo stesso potenziale avventuroso. Li vedi, ordinari nella forma, con la stessa leggerezza, di una legge finanziaria, fatti di un vetro così spesso, da suscitare epifanie di compagni miopi delle medie con la giustificazione a educazione fisica. I vini che avete versato a favore di smartphone, in quei calici sgraziati o ordinari perdono, automaticamente di slancio, fierezza e poesia. Un consiglio: se dovete usare calici di vetro spesso e di forme banali, scegliete vini adeguati, non umiliate grandi vini, un grande vino merita un calice che lo faccia risplendere non un recipiente che lo umilia.
La leggerezza è un valore in sé, sempre, e nel vetro beh, è un valore supremo, bicchieri spessi, sotto il cui peso gli steli soccombono, pur essendo spessi anche loro, con bicchieri da poco si passano notti da poco, e brindisi senza poesia, sorry, sempre.
Il mio augurio per questo 2024 appena iniziato è che sia un anno, senza flûte, di leggerezza, verità e grandi vini, di calici che scompaiono, quasi, tra le vostre dita e tra le vostre labbra per lasciare vibrare, al naso, negli occhi e sul palato, grandi vini, dalla luce viva, arrembante, naturale, freschezza. Bicchieri più che dignitosi che non faranno sembrare la vostra tavola come quella di oligarchi sotto sanzioni, e di voi degli umiliatori seriali di bollicine metodo classico, costano poco, a volte anche molto poco, ammesso che la bellezza abbia un prezzo, davvero il glassware dignitoso non è certo cosa per ricchi.
Un set da 4 calici molto sexy e performanti costa meno di una friggitrice ad aria, con un’unica differenza, che usarli sarà un piacere vero. In questi tempi opachi regalatevi qualcosa di leggero e trasparente, la vita sarà migliore, anche solo per il tempo di un brindisi.