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Il caso

Teo Musso e Leonardo Di Vincenzo: “Un massacro per i microbirrifici”

13 Settembre 2013
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Teo Musso, Leonardo Di Vincenzo

“L’aumento delle accise è un massacro per il mondo della birra e peserà tanto sui microbirrifici”.

Commenta così Teo Musso la nuova imposta che servirà a fare cassa per finanziare la scuola. Ci manifesta il suo disappunto mentre si trova a Milano ad ultimare i preparativi per l’inaugurazione della gastro-birreria Baladin al 56 di via Solferino e che si terrà stasera. L’icona nazionale della birra artigianale, rappresentante di un comparto nel pieno della sua crescita che va a velocità sostenuta nonostante i tempi, è seriamente preoccupato per le ripercussioni sulle piccole 500 aziende che fermentano da nord a sud del Paese. “In Italia c'è una realtà importante anche se microscopica, non possiamo nasconderlo – dice-.  Sta dando in questo momento così difficile posti di lavoro, siamo arrivati a ben 3 mila. Aziende che stanno facendo bene e che devono crescere con agevolazioni per affrontare questo percorso. Si dà invece loro una martellata macroscopica. Proprio per  i volumi che fanno, che sono ridicoli, non costerebbe tanto al fisco alleggerirle in base alla loro produzione. Bisogna sostenerle in modo graduale”.

Dello stesso parere Leonardo Di Vincenzo, fondatore di Birra del Borgo, altro protagonista del movimento della birra artigianale made in Italy. “La birra è assalita – ci dice -. Questo è un comparto che sta vivendo un grande sviluppo e tale aumento non farà altro che reprimerlo. Adesso non possiamo fare più nulla su quanto è stato stabilito ma ci impegneremo tutti noi produttori, grandi e piccoli, per sensibilizzare attraverso una campagna di comunicazione il governo sugli aumenti previsti (un altro 10% il prossimo anno e il 20% nel 2015). Per i piccoli la pressione fiscale diventa così sempre più alta, più di un terzo che si produce lo si paga in tasse”. E fa il confronto con gli altri Paesi europei produttori di birra dove sussistono agevolazioni nei confronti dei produttori artigianali. “In Inghilterra, in  Francia, nei Paesi Scandinavi, per esempio, c'è una tassazione che va per fasce, per quantità prodotta, stabilita per incentivarli”. E proprio oltre confine, anzi oltreoceano, guarda Leonardo. In Australia, vicino Sydney, fra pochi mesi aprirà un microbirrificio, a febbraio. Un progetto su cui mantiene per ora il riserbo. Tutt’altro che intenzionato ad abbandonare il proprio Paese, in questa nuova avventura si cimenterà nella produzione di birre, come le ha definite lui senza sbottonarsi ulteriormente, “particolari”.

Manuela Laiacona