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Il personaggio

Sara Provenzano, tra lieviti e vulcano: il volto femminile della birra sull’Etna

20 Dicembre 2025
Sara Provenzano, mastro birraio del Birrificio dell’Etna Sara Provenzano, mastro birraio del Birrificio dell’Etna

Dal laboratorio universitario al ruolo di mastro birraio, il percorso di una giovane donna siciliana nel mondo brassicolo

Galeotti sono stati i lieviti e le loro straordinarie capacità di trasformare gli alimenti attraverso la fermentazione. È stato a partire da questi funghi che Sara Provenzano, passo passo, ha tracciato la strada che l’ha portata a essere una delle pochissime mastro birraie in Sicilia.

Trentatré anni, originaria di Mascali, nel catanese, ha iniziato ad appassionarsi al mondo dei lieviti dopo la laurea in Scienze e Tecnologie alimentari. “Volevo approfondire questo ambito ma non volevo dedicarmi ai classici lievitati da forno – racconta. Così mi sono avvicinata al mondo della birra del quale mi affascinava il processo produttivo e ho fatto uno stage al Birrificio dell’Etna a Carruba di Riposto”. Da allora sono passati otto anni, durante i quali Sara ha continuato a studiare e approfondire, fino a diventare il mastro birraio dell’azienda.

“All’inizio non è stato facile – afferma – perché dovevo muovermi in un mondo prevalentemente maschile nel quale non mi sentivo tanto a mio agio. Piano piano però sono riuscita a inserirmi e oggi va benissimo. Quello brassicolo è un mondo bellissimo – continua – nel quale ci si può confrontare e crescere. C’è competizione ma ha sempre caratteristiche costruttive”.

Il Birrificio dell’Etna oggi ha una produzione di circa mille e duecento ettolitri all’anno e punta a conquistare nuovi mercati fuori dal territorio nazionale.

“Ho cercato di dare il mio tocco siciliano a tutta la produzione – spiega Sara Provenzano. Abbiamo due linee, una che si chiama Ciclope per pub e pizzerie ed una premium dedicata alla mitologia che invece racchiude sette stili diversi di birre”. Si spazia, ad esempio, dalla Session IPA con frutti tropicali e una bassa gradazione alcolica ad una Blonde Ale con succo di zenzero, malti e luppoli tutti di provenienza italiana. “Ma quella che più mi rappresenta – conclude, è la Ephesto, una rossa con nocciole dell’Etna, una Belgian Dubbel di sei gradi e mezzo che amo molto perché ha carattere”.