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Scenari

Le Stelle che tornano a brillare: Costa, Di Benedetto e Lo Coco di nuovo ai fornelli

08 Giugno 2020
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Durante la quarantena, sugli stellati si è detto tutto e il contrario di tutto.

Che sarebbero stati i più colpiti perché dopo il periodo di crisi la gente avrebbe avuto meno disponibilità economica e che non avrebbero patito la ricaduta della crisi sull’economia perché tanto chi frequenta questa tipologia di ristorante non avrebbe avuto grosse perdite; che sarebbero stati nei guai a causa del distanziamento perché già viaggiavano su numeri bassi di coperti e che invece sarebbero stati i locali più cercati dalla gente in virtù del ridotto numero di coperti e quindi di esposizione.

(Bye Bye Blues)

Noi siamo andati a chiedere direttamente a loro, interpellando gli chef dei tre ristoranti stellati della provincia di Palermo a cominciare da quello alle porte della città, il “Bye Bye Blues” di Mondello, che ha riaperto lo scorso 20 maggio. “I primi giorni abbiamo avuto un bel riscontro – dice Patrizia Di Benedetto, chef e patron del ristorante – I nostri clienti avevano voglia di uscire e di rivederci, è stato molto bello. Poi, col passare dei giorni, ovviamente la situazione si è assestata un pochino perché, non essendoci la gente che viene da fuori, alla fine i clienti sono sempre quelli e ovviamente non possono tornare ogni sera. Abbiamo riaperto con una decina di posti a sedere in meno, ma il personale è rimasto lo stesso e di ciò siamo molto felici. Anche nel menù abbiamo apportato qualche cambiamento, a cominciare dai prezzi che abbiamo ritoccato al ribasso. Ci rendiamo infatti conto che è un momento particolare per tutti e lo abbiamo fatto anche per invogliare la gente a uscire di più, a riprendere le proprie abitudini. Anche per quanto riguarda la nostra cucina, abbiamo optato per proposte più legate al territorio, prediligendo ingredienti che la gente ama mangiare di più, come il pesce. Una cucina più semplice ma molto legata alla materia prima. Come vedo il futuro immediato? Chiudere è stato molto doloroso e tuttavia anche “facile” perché alla fine lo abbiamo fatto tutti insieme. E quando dico facile intendo sia per noi imprenditori che per il governo. Ora ripartire è la vera sfida, sia perché le persone hanno ancora paura, sia per le differenti condizioni economiche. Bisogna rassicurare la gente affinché riprenda a fare la vita che faceva prima e invece noto che si sta creando un’atmosfera pregna di confusione, quando non addirittura di terrorismo. Noi facciamo quanto in nostro potere per tranquillizzare la gente. Riteniamo che sia molto importante fare trovare un ambiente sereno e sicuro ai clienti e, visto l’affetto che ci riservano, pensiamo di esserci riusciti”.

(Il Bavaglino)

Da Mondello siamo passati ad un’altra località balneare, Terrasini, dove lo chef Giuseppe Costa guida il suo ristorante Il Bavaglino. “Come la maggior parte dei miei colleghi, prima di riaprire pensavo di osservare un po’ la situazione, ma poi i nostri clienti ci sollecitavano amorevolmente e quindi sabato abbiamo riaperto le porte del nostro ristorante. Devo dire che abbiamo avuto immediata risposta da parte della nostra clientela, tra l’altro non abbiamo sofferto delle nuove norme sul distanziamento tra i tavoli perché, per fortuna, abbiamo il dehors esterno. Piuttosto, i posti che abbiamo eliminato dalla sala e dal dehors, li abbiamo recuperati nella nostra terrazza con vista sul mare che normalmente utilizziamo poco ma che, con la scusa, finalmente sfrutteremo a pieno ritmo, sicuri che la gente la apprezzerà moltissimo. La cucina del Bavaglino è rimasta la stessa perché chi viene a mangiare da noi viene proprio per quel tipo di cucina. Naturalmente il menù è estivo e, per sottolineare l’idea di ripartenza, ho deciso di inserire anche alcuni piatti che facevo dodici anni fa, all’apertura, uno fra tutti la triglia fritta con la panzanella estiva. Per quanto riguarda l’affluenza, io sono fortunato perché il mio ristorante si trova in una nota località di mare che già da fine maggio è molto frequentata perché, diciamoci la verità, la gente non vedeva l’ora di uscire e di approfittare delle temperature più calde per andare al mare. Certo, normalmente aprile e maggio sono due mesi molto importanti nell’economia del mio locale e quest’anno li abbiamo persi in toto, ma confido che ci sarà l’incremento del turismo, a cominciare da quello proveniente dalle altre regioni italiane per proseguire con quello che la ripartenza dei voli internazionali consentirà. Sono infatti convinto che si inizierà a lavorare in maniera più significativa da luglio, anche se, per rimettersi davvero in pari credo, si dovrà aspettare la prossima primavera. Covid permettendo”. Cautela quindi ma anche tanta positività.

(I Pupi)

E dopo due località balneari per eccellenza, ci spostiamo a Bagheria, con le sue ville e la sua storia, dove lo chef Tony Lo Coco conduce insieme alla moglie Laura il suo ristorante I Pupi. “Abbiamo riaperto venerdì scorso – racconta lo chef – dopo una quarantena in cui, per fortuna, non abbiamo smesso mai del tutto di lavorare grazie al delivery. Naturalmente ci vorrà un po’ di tempo per riavere la sala piena, ma siamo certi che piano piano ritorneremo quelli di prima. Intanto il 12 giugno partiremo con i tavoli all’esterno grazie ad un bel progetto, di cui discutevamo già da prima dell’emergenza, in collaborazione col Comune di Bagheria. I nostri clienti ceneranno con lo sfondo del bellissimo portone di Villa Palagonia in un’atmosfera molto esclusiva. Quindi posso dire che ripartiremo addirittura migliorati e con dei coperti in più rispetto al solito. Anche il personale è tutto confermato e anzi ne assumeremo di nuovo sia in sala che in cucina. Naturalmente avremo un nuovo menù stagionale, ma la mia cucina rimarrà la stessa. E manterremo il sushi ma esclusivamente per il delivery perché per noi è un’opportunità in più. E poi ci sono tanti progetti in cantiere con le Soste di Ulisse per offrire input nuovi ai nostri clienti. Novità e miglioramento: è questa infatti la nostra ricetta. Penso che ogni difficoltà possa portare opportunità e nuovi modi di vedere. Io la vedo positiva. E – conclude ridendo – ci tengo a dirlo: noi siamo pronti ad accogliere tutti, mica come la Grecia”.

C.d.G.