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Scenari

Milano prova a rialzarsi: “Adesso torniamo alla vita normale”

28 Febbraio 2020
piazza_duomo_milano piazza_duomo_milano

Milano riapre? Pare proprio di sì. Perché non c’è virus capace di costringere i milanesi a tapparsi in casa.

Così, tra fine settimana e inizi di marzo, la Milano che ha voglia di vivere, sicuramente tornerà a frequentare i locali, specialmente quelli che meritano di essere vissuti. Che era anche un auspicio espresso dal sindaco, Giuseppe Sala che, da subito, aveva richiamato al buon senso auspicando di scongiurare atteggiamenti che possano generare eccessivo allarme, tra cui l’immagine di una città “spenta” in tutti i sensi, senza che ve ne sia l’effettiva necessità. Una sortita che, com’è noto, aveva portato alcuni imprenditori del settore a creare l’Unione dei Brand della Ristorazione italiana per esorcizzare il coronavirus tenendo aperti i loro locali. Tant’è che il portavoce dell’associazione, Salvatore Maresca, proprietario di Muu Muzzarella, ha potuto dire di essere regolarmente aperti, “perché non dobbiamo farci frenare dalla paura”. Così è stato. Tant’è che il sindaco Sala non vede l’ora di aprire i musei che sono una delle grandi attrattive della città, dopo che è stata cassata la decisione di chiudere i bar alle ore 18. Intanto oggi riapre il Duomo, sia pure con alcuni accorgimenti per ridurre il più possibile affollamenti; lunedì, poi, dovrebbe riprendere l’attività didattica nelle scuole; e con tutta l’offerta enogastronomica in attività a pieno ritmo.

Poi è arrivata la presa di posizione della Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, con il presidente Lino Enrico Stoppani, oltretutto milanese, che ha accolto “con favore la scelta della Regione Lombardia di allentare le misure cautelative messe in campo per limitare gli affollamenti all’interno dei pubblici esercizi. Eliminare le restrizioni sull’orario di chiusura per i bar e i pub che prevedono servizio al tavolo, a patto che sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto, è un segnale molto positivo in ottica di una ripresa delle normali attività”. Stoppani ha chiesto, anche “il supporto del Governo per la tutela di un comparto fondamentale per l’economia italiana, messo in ginocchio in tutto il territorio nazionale da questa grave situazione di crisi e che finora ha fatto la sua parte con grande senso di responsabilità attenendosi alle indicazioni delle autorità. Ad oggi, il fatturato dei pubblici esercizi in alcune aree è calato fino a punte dell’80% e secondo le nostre stime rischiamo di perdere nei primi 4 mesi dell’anno una cifra pari a 2 miliardi di euro. A questo si aggiungono le difficoltà di quelle attività, come i locali di intrattenimento, che a causa delle ordinanze non possono operare. Se la situazione non cambia in fretta si parla di oltre 20.000 posti di lavoro a rischio. In gioco c’è l’attrattività turistica Italiana e per questo chiediamo ai Ministeri competenti l’adozione di strumenti che possano aiutare il settore a ripartire in fretta: sospensione delle tasse, istituzione di un fondo di contributi per i titolari dei pubblici esercizi obbligati a sospendere le attività e l’estensione del Fondo di Integrazioni Salariali per tutte le aziende del settore in conseguenza della riduzione dei flussi turistici e della forte contrazione della domanda interna”.

Nel frattempo il sindaco Sala, insieme all’assessore alle attività produttive Cristina Tajani, ha incontrato il presidente di Federalberghi che aderisce a Confcommercio Milano, Maurizio Naro. Quest’ultimo ha descritto la drammatica situazione creatasi in questi giorni: occupazione crollata dall’abituale 85% medio nei giorni da lunedì a giovedì all’attuale 10%, che vuol dire circa 25.000 camere al giorno di differenza rispetto ad una settimana normale con una perdita giornaliera di oltre 3 milioni di per il solo ricavo camere. Dice Naro: “Le nostre aziende sono in ginocchio, stiamo ricevendo solo cancellazioni e ogni giorno è sempre peggio. Le poche prenotazioni che arrivano sono per settembre/ottobre, ma quanti hotel ci saranno dopo l’estate? Forse riusciremo a sopportare ancora qualche giorno di questa bufera, ma, se le condizioni restrittive e il blocco dei viaggi di lavoro persisterà, si metteranno a rischio innumerevoli posti di lavori e l’esistenza stessa di numerose attività. Sicuramente faremo la nostra parte, come sempre, nell’aiutare Milano a ripartire modulando responsabilmente, come ci ha chiesto il sindaco Sala, l’offerta tariffaria a sostegno degli eventi fieristici riposizionati nel calendario, a partire dal Salone del Mobile. Ma in questo momento la mia preoccupazione è di non essere grado d’indicare quante, delle attuali strutture alberghiere, saranno ancora sul mercato, stante la gravità della situazione”.

Anche l’Associazione Ambasciatori del Gusto chiede alle Istituzioni la sospensione degli obblighi tributari di tutte le imprese del comparto della ristorazione nelle Regioni colpite da Covid-19. Che scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai ministri dell’Economia e delle Finanze, ai Presidenti delle Regioni, ai Sindaci “il timore incontrollato della popolazione circa il contagio, minaccia la sopravvivenza della nostra categoria che, svilita dallo sviluppo ingiustificato della fobia e senza margini di guadagno, resta comunque vincolata al rispetto degli obblighi fiscali. Siamo esposti ad un rischio senza precedenti. Il nostro appello è quindi per un’azione urgente e quanto mai concreta. Chiediamo ai Ministri competenti di abolire gli adempimenti tributari nelle regioni colpite da covid-19, ai Presidenti di Regione e ai Sindaci dei territori coinvolti di concentrare programmi di defiscalizzazione e decontribuzione rivolti alle imprese; la possibilità di sospensione dall’impiego per i propri dipendenti, per tutto il periodo di interesse, prevedendo l’accesso ai fondi di disoccupazione”. Per quanto riguarda Milano, poi, dopo la decisione di posticipare alcuni eventi come il Salone del Mobile che porta centinaia di migliaia di visitatori, si registra la decisione di Venditalia, la più importante fiera dedicata al settore della distribuzione automatica – giro d’affari di quasi 4 miliardi di euro – di confermare la fiera dal 20 al 23 maggio 2020 presso il quartiere fieristico di Milano-Rho.