Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

Riccardo Ricci Curbastro presenta i suoi Franciacorta: una serata piena di bollicine

24 Dicembre 2015
Riccardo_Ricci_Curbastro_nei_vigneti Riccardo_Ricci_Curbastro_nei_vigneti


(Riccardo Ricci Curbastro tra i suoi vigneti)

di Giovanna Moldenhauer

Un appuntamento del ciclo Wine & Food Experience con incontri dedicati alle famiglie più importanti del vino italiano presso il prestigioso Baglioni Hotel di Milano è stato dedicato a Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, e ai suoi vini soprattutto Franciacorta Docg.

L’azienda con sede a Capriolo ha una superficie di 32 ettari di cui 27,5 a vigneto secondo i rigorosi indirizzi della moderna viticoltura e del Consorzio vini Franciacorta cui l'azienda aderisce fin dalla fondazione. La vinificazione nella cantina ipogea è seguita dagli enologi, Annalisa Massetti con Riccardo Ricci Curbastro per vini destinati ai palati sempre più esigenti dei consumatori di tutto il mondo.

Nel corso dell’aperitivo sono stati proposti il Franciacorta Brut sia nella vendemmia 2011 così come nel 2005. Seguiva il Franciacorta Extra Brut nella vendemmia 2010 in confronto con il 2006 e il Satèn  Brut 2011 con l’annata 2005. 
 


(Saten Brut in degustazione)
 

Il Brut della vendemmia 2011 con 60% di Chardonnay, 30% di Pinot Bianco e 10% di Pinot nero, con un sosta sui lieviti di 30 mesi, esordiva nel millesimo recente con una spuma abbondante e un perlage persistente, un naso fruttato di mela, pesca quasi sciroppata, ananas, agrumi che poi virano prima su erbe aromatiche poi di crosta di pane e note di lievito. L’assaggio era bilanciato tra freschezza e gusto secco aveva una persistenza agrumata. Piacevolezza da 4. L’annata 2005 aveva nella beva profumi più evoluti nonostante la vinificazione in solo acciaio, morbidezza e cremosità a completare il suo gusto secco e un finale lungo e bilanciato. Senza dubbio un voto da 5/5.

 
(I vigneti di Ricci Curbastro in autunno)

 

Seguiva un Franciacorta Extra Brut del 2010 a confronto con un 2006. Ottenuto da Chardonnay e Pinot Nero in uguale rapporto con una parte passata in legno prima della presa di spuma dove ha sostato per 40 mesi sui lieviti aveva un naso interessante che spaziava da ribes bianco al lime, dalla genziana alla limoncina, note di mandorla e crosta di pane per il millesimo più giovane. Molto secco dato i solo 2 grammi litro era fresco, con una bella grassezza e consistente sapidità. Voto 4. Il 2006 con ben 42 mesi sui lieviti aveva anche profumi di spezie dolci tra cui la vaniglia, un assaggio equilibrato tra mineralità e sapidità, persistenza e un retro gusto agrumato. 4,5/5 è il nostro voto.

 

Il Franciacorta Satèn nei due millesimi 2011 e 2005 ottenuti da solo chardonnay è vinificato e fermentato in carati di rovere prima della presa di spuma dove sosta 40 mesi sui lieviti. Il 2011 aveva profumi di melone giallo, frutta esotica seguiti da una lieve nota di mughetto, sfumature erbacee e spezie dolci. L’assaggio era fresco con una bollicina cremosa, di grande eleganza e struttura al tempo stesso. 4,5. Il 2005 dai profumi più evoluti era sfizioso in bocca con un perfetto equilibrio tra la freschezza e la sapidità, chiudeva su lunghe note fruttate. Voto, 4,5/5

 
(Risotto di zucca mantecato al parmigiano)

 

La serata è proseguita con una cena dove gli abbinamenti tra le diverse portate sono stati creati da Rosita Dorigo food designer. 

Un flan di radicchio con crema di formaggio leggero ha avuto nei calici Franciacorta Dosaggio Zero Gualberto 2006 in formato magnum. Dopo la vinificazione e fermentazione parte in acciaio e parte in rovere piccolo sosta dopo la presa di spuma per 60 mesi sui lieviti. Composto al 70% da Pinot nero, aveva un bouquet di frutta tra cui la pesca e il melone maturi, mandorle, caffè, tocchi burrosi e una evidente mineralità. L’assaggio emozionante per l’equilibrio acido/sapido, elegante con un lunga persistenza dalle sfumature minerali. Un 5 assoluto.

 

Un risotto di zucca mantecato al parmigiano, con crumble di amaretti e nocciole tostate aveva in abbinamento il Franciacorta Satèn Brut 2007 in formato magnum. Un seducente naso di confetto, vaniglia, pan di sagna e pesca era il preludio di un assaggio equilibrato, sapido, cremoso e piacevolmente morbido. 4,5.

 

Una faraona farcita con castagne e melograno vedeva un Sebino Igt Pinot Nero 2008 maturato in botte di rovere per 18 mesi priima di riposare in bottiglia per 4 anni. I profumi di frutti di bosco maturi si integravano perfettamente con note di tabacco, spezie ed evidente sfumature balsamiche. La bocca era morbida con equilibrio tra tannini setosi e acidità, con un retrogusto che chiude con le note balsamiche già percepite nell’analisi olfattiva. 4,5.

 
(Franciacorta Brut)

 

Durante la cena Riccardo Ricci Curbastro ci ha confidato “Sono preoccupato riguardo agli Stati Uniti per gli accordi bilaterali che verrebbero a sostituire, nel rinnovo, il WTO degli accordi stabiliti nel 2006. Abbiamo certamente bisogno dell’accordo per la protezione delle nostre Denominazioni. In America esiste solo il Trade Mark”.

 

Nel corso dell’aperitivo e della cena i vini hanno avuto tutti una piacevolezza che abbiamo stimato 4,5 con due punte da 5. Senza dubbio una riprova della qualità e del pregio della produzione di una famiglia che in Franciacorta rappresenta una colonna.