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Il caso

Prosecco Rosé, ricorso dei produttori di Trieste: si bloccano le modifiche al disciplinare

17 Luglio 2020
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di Maristella Vita

L’assessore regionale friulano all’Agricoltura Stefano Zannier è stato “investito” della questione e si è messo al lavoro.

Contemporaneamente, sempre ieri, il Presidente della Doc, Stefano Zanette con il direttore Luca Giavi, sono corsi a Prosecco, località sul Carso triestino, per cercare di spegnerla sul nascere. Cos’è successo? Franc Fabec e Edi Bukavec, dell’Associazione agricoltori di Trieste che riunisce circa 700 soci, hanno presentato ricorso al Mipaaf per sospendere l’iter del disciplinare rosè, segnalando che il Prosecco non rappresenta l’area “CarsoKras” e che i disciplinari non sono stati modificati recependo la lingua slovena come, sottolineano, prevede la norma sulla tutela delle minoranze. A Prosecco e dintorni vive, infatti, la comunità slovena, che gode di una serie di tutele, a cominciare da quelle linguistiche. “Chiediamo solo – ribadiscono – di poter lavorare, il costone del Carso ha troppi vincoli paesaggistici e ambientali che ostacolano le attività agricole. In questi anni noi siamo riusciti a piantare solo una quindicina di ettari di vigneti, mentre in Friuli hanno 5mila ettari di Prosecco; eppure senza il nome del nostro borgo (Prosecco, appunto) non avrebbero fatto niente. È doveroso un riequilibrio. Servono aiuti ed il protocollo che doveva garantirli è scaduto nel 2016. Speriamo in una soluzione, non vorremmo essere costretti ad andare avanti con il ricorso.. Gli interessi sono alti. La commercializzazione del nuovo Prosecco “rosa” è prevista tra novembre e dicembre. Diverse aziende venete e friulane hanno già venduto partite di rosè, che attualmente può essere prodotto con Glera all’85% e Pinot nero al 15% da uve della vendemmia 2019, e con questa azione i contratti sono a rischio”.