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L'azienda

Caprai, l’arte di fare il Sagrantino: “Il nostro vino-simbolo visto in chiave moderna”

30 Marzo 2022
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di Marco Sciarrini

E’ impossibile parlare della viticoltura umbra e di Montefalco in particolare senza citare l’azienda Arnaldo Caprai.

L’azienda, che è condotta dal figlio Marco, è riuscita ad affrancare la viticoltura delle “regione verde” d’Italia da quella percezione di vino che non sfondava all’estero. La Arnaldo Caprai è ormai riconosciuta come il grande vino rosso prodotto da uve Sagrantino, un vitigno unico che cresce solo nel territorio di Montefalco da più di quattrocento anni. Marco Caprai, per anni a capo del Consorzio di tutela della denominazione, ha creduto nella grande ricchezza di questa tradizione e l’ha recuperata in chiave moderna, adottando i più moderni metodi di produzione e di gestione aziendale. Grazie ad una ricerca e sperimentazione continue sono stati prodotti dei grandi vini, potenti, eleganti e con una grande personalità, che rappresentano la dolcezza delle colline dove cresce e la ricchezza e complessità del grande patrimonio di cultura e tradizione conservato a Montefalco nei secoli. Nella sua filosofia di produzione ha sempre campeggiato la volontà di produrre vini di qualità. Dove le parole chiavi sono state: tradizione, innovazione e territorio.

(I vigneti dell’azienda Caprai)

L’innovazione attraverso la sperimentazione continua, sia in campo agronomico che enologico, condite dall’uso di opportune tecniche agronomiche quali forme diverse d’allevamento, l’inerbimento permanente, naturale ed artificiale, nonché la razionalizzazione della gestione fitosanitaria, la limitazione delle concimazioni azotate e lo studio delle migliori situazioni ambientali per la coltivazione del vitigno, hanno rappresentato per l’azienda e per il vitigno, la via principale per ottenere uve di qualità. La proprietà è di circa 150 ettari, di cui 136 di superficie vitata, tutti appartenenti alle zone della Docg Sagrantino di Montefalco, della Doc Montefalco e della Doc dei Colli Martani. Questa zona gode di un clima continentale con estati calde e tendenzialmente asciutte ed inverni freddi con sporadici episodi nevosi. Le varietà di uve coltivate sono principalmente Sagrantino, Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon per i rossi, e Grechetto, Chardonnay e Sauvignon per i bianchi. Per valorizzare la produzione del Sagrantino, l’azienda, avvalendosi della collaborazione dell’Istituto di Coltivazioni Arboree della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano e del Parco Tecnologico dell’Umbria-Sitech, ha svolto una ricerca articolata in diverse tematiche come, la selezione clonale del Sagrantino, l’applicazione di moderne tecniche agronomiche nella gestione di nuovi impianti (ricerca della ottimale combinazione tra fittezza, portainnesto e forma di allevamento), e lo studio del patrimonio genetico varietale di progenie di Sagrantino ottenute da seme (semenzali), zonazione polifenolica.

(La bottaia)

La storia del Sagrantino parte da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historiae” in cui cita l’uva Itriola come uva tipica del territorio di Montefalco e alcuni studiosi l’accosterebbero al Sagrantino attuale. Parte della ricerca ritiene, infatti, che il Sagrantino sia un vitigno di origine locale non presentando alcuna somiglianza con altre varietà, (da Bruni-Ministero dell’Agricoltura “Commissione per lo studio ampelografico dei principali vitigni ad uve da vino coltivati in Italia”). Altri studiosi sostengono, invece, che il Sagrantino sia stato introdotto dalle regioni dell’Asia Minore dai seguaci di San Francesco e il suo nome deriverebbe proprio dall’utilizzo nei riti religiosi monastici (Sacramenti) del vino ottenuto dall’uva Sagrantino. Comunque, già nel 1088 si scrive di terre piantate a vigna nel territorio di Montefalco. Nella chiesa di San Bartolomeo in Montefalco, risalente all’Alto Medioevo, sulla parete esterna dell’abside, si ritrovano bassorilievi con tralci di vite e grappoli. Nell’archivio storico di Montefalco numerosi documenti descrivono fin dal 1200 la cura costante che “…i vignaioli riservano al campo piantato a vigna…” e testimoniano come già nella prima metà del 1300 le Leggi Comunali dettavano Normative e Statuti volti a tutelare “vite e vino” della zona di Montefalco. Nel 1451, il celebre pittore fiorentino Benozzo Gozzoli, chiamato dai Francescani ad affrescare l’abside della loro chiesa (oggi Museo Civico in Montefalco tra i più importanti del Centro Italia) allude forse al Sagrantino nel dipingere la bottiglia di vino rosso sulla mensa imbandita del Cavaliere da Celano (ciclo della “Storia della vita di San Francesco”). Nel Rinascimento il vino di Montefalco è ormai noto e apprezzato come vino di pregio tanto che nel 1565 il provveditore della fortezza di Perugia Cipriano Piccolpasso, nella relazione dello Stato Pontificio destinata al Papa, descrive come “… Montefalco, posto sopra un colle di bellissima veduta, è ornato di belle et bone vigne, coltivati terreni et di gran frutto, fa dilicati vini….”. Possiamo affermare con certezza che il Sagrantino abbia almeno più di quattrocento anni. La menzione più antica sulla coltivazione del Sagrantino a Montefalco risale, infatti, al 1549 documentata da un’ordinazione di mosto di Sagrantino dell’ebreo Guglielmo, mercante di Trevi. Un’altra significativa citazione dell’uva Sagrantino è contenuta in un documento manoscritto datato 1598 e conservato presso l’Archivio Notarile di Assisi nel quale il Giurista Bartolomeo Nuti scrive: “Un altro modo di fare il vino rosso è in Foligno. Se metta in una botte, o carrato sagrantino, o, uva negra sgranata quanto pare un poco acciaccata. Nel 1622, il Cardinale Boncompagni, Legato di Perugia, aggrava le sanzioni già previste dallo Statuto Comunale, prevedendo persino “… la pena della forca se alcuna persona tagliasse la vite d’uva …”. Nell’Ottocento il Calindri, nel suo “Saggio geografico, storico, statistico del Territorio Pontificio” cita Montefalco al vertice dello Stato per i suoi vini.

(Sagrantino di Montefalco 25 anni)

Il Sagrantino in particolare risulta descritto dalla Commissione Ampelografica del circondario di Foligno. Nel 1925, alla Mostra enologica dell’Umbria, Montefalco è definito centro viticolo più importante della Regione: “Montefalco occupa il primo posto nella coltura del vigneto specializzato con un prodotto medio annuo di 65 q di uva per ettaro” a conferma di come il Sagrantino sia un vitigno dalle produzioni tendenzialmente modeste. Il 30 Ottobre 1979 il Sagrantino ottiene il riconoscimento della Doc e il 5 Novembre 1992 il riconoscimento della Docg, costituendo una tappa fondamentale per il futuro sviluppo culturale (è stato creato a Montefalco un Centro nazionale di studi sui vini passiti d’Italia) sociale ed economico del territorio.

(I vini degustati)

Con tutta questa storia alle spalle non potevamo esimerci anche di degustare alcuni dei suoi prodotti di punta come:

Collepiano Montefalco Sagrantino Docg 2018
Etichetta storica della cantina, la prima annata di produzione è datata 1979. La 2018 è stata un’annata piovosa in primavera e siccitosa durante i mesi estivi, condizioni che hanno permesso una perfetta maturazione delle uve: a questo si aggiungono 22 mesi in barrique di rovere francese e almeno 6 mesi in bottiglia. Colore rosso scuro impenetrabile al naso complesso con note fruttate di confettura di mora, mirtilli, ciliege, sensazioni speziate di pepe, chiodo di garofano e tocchi di vaniglia, note balsamiche erbacee di cannella, chinotto, alloro e rosmarino, al palato struttura potente, il tannino, presente riesce a trovare il suo equilibrio grazie ad una sapida freschezza, in un finale persistente dove tornano le sensazioni olfattive.

Valdimaggio Montefalco Sagrantino Docg 2018
Prima annata 2012. Custodisce la sintesi espressiva di un solo vigneto, Vigna del Lago, dove le uve Sagrantino sono coltivate con la tecnica del cordone speronato. Le uve sono raccolte e selezionate manualmente, in seguito i grappoli sono pressati in cantina. La fase di affinamento inizia con un primo periodo di maturazione in piccole botti di rovere francese, che ha una durata di 24 mesi, ed una successiva sosta in bottiglia di almeno 8 mesi. Colore rosso rubino fitto e luminoso, al naso ricche ed eleganti note di frutta rossa e confettura sotto spirito di ciliegie, delicati richiami alle spezie dolci e cioccolato, fini note di grafite, al palato il sorso è ampio, con bella dinamicità e risulta in equilibrio con la sua parte fresca dove primeggiano le note fruttate e speziate, il tannino è morbido e la sua trama è più setosa del precedente. Il finale di bella persistenza.

25 anni Montefalco Sagrantino Docg 2018
Questo vino ha cambiato la vita a Montefalco, il percepito del vino di allora. La selezione in vigna sulle piante, la pulizia dei campi invasi da altre colture che impedivano la perfetta maturazione fenolica, ha fatto sì che dalla raccolta di inizio novembre si sia passati a settembre. La scelta della vinificazione integrale in barrique, e 30 anni di approfondite e ripetute ricerche hanno portato a questo vino unico. 100% Sagrantino. Prima annata prodotta nel 1993. Allevamento a cordone speronato. Affinamento di 24 mesi in barrique di rovere francese e almeno 8 mesi in bottiglia. Colore rosso rubino impenetrabile con riflessi granati, al naso bella complessità ed intensità avvolgente che esprime bouquet con note di frutta matura di confettura di frutti neri, mora, seguite da sensazioni floreali di rosa e speziate di noce moscata al pepe, presente anche una parte balsamica di resina di pino e menta che lo rende più ampio, ed anche di chiodo di garofano e cacao, al palato il sorso è morbido ed avvolgente, colpisce la dinamicità del tannino con trama fine ed elegante rimane in equilibrio ad una avvolgente freschezza, tornano le delicate note speziate e difrutta matura che accompagnano un finale lungo e persistente.