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L'azienda

Funaro, lavoro in vigna e vini in anteprima: che sorpresa l’extra brut e il Grillo Pinzeri

01 Luglio 2019
Giacomo_Funaro_durante_la_degustazione Giacomo_Funaro_durante_la_degustazione


(Giacomo Funaro)

Funaro in anteprima. È l’azienda di Salemi, in provincia di Trapani, dei fratelli Tiziana, Clemente e Giacomo Funaro. Una cantina, che seguiamo già da un po’, notando con piacere un lavoro di verticalizzazione sui vigneti migliori. 

È il giusto percorso, secondo noi, per consentire al terroir di esprimersi al meglio, tanto che immaginiamo già nuovi importanti traguardi. Non mancano alcuni premi enologici importanti, ma la sensazione è che il bello debba ancora venire. Abbiamo avuto il piacere di condividere e gustare le nuove annate dei loro spumanti metodo classico, dei loro cru e dei monovarietali con Giacomo Funaro, manager della cantina. Nuove annate che dimostrano dinamismo che li proietta nel futuro. Ricordiamo che, la tenuta di Salemi è a corpo unico, 53 ettari di vigneto, in cui sono coltivate in biologico varietà autoctone ed internazionali. Altri due ettari si trovano nella vicina Santa Ninfa, dove sono coltivati Zibibbo e Nero d’Avola, nonché l’uliveto della cultivar Nocellara del Belice per una piccola produzione di extravergine.

Ecco il racconto della degustazione di sei vini

Metodo Classico Extra Brut 2014

Proveniente da un ettaro dei tre coltivali a Chardonnay, sono solo 237 le bottiglie prodotte di questo metodo classico, definito da Giacomo Funaro “il vino da condividere, il vino che è stato più di tutti pensato da noi per noi”. Sboccatura nel 2015, affina sui lieviti per 36-40 mesi. Uno spumante chardonnay dall’anima calda – solare – con sentori di mela verde, pesca, ananas e briochè. Consistente, di buona beva e freschezza. Ci siamo goduti una delle ultime sei bottiglie rimaste. Una chicca per chi è già riuscito ad accaparrarsela.

Metodo Classico Brut 2015
Lo Chardonnay in purezza è il protagonista anche di questo metodo classico, che affina 24 mesi sui lieviti. Una versione più fresca e fragrante. Naso più delicato, dove prenominato gli agrumi che si ritrovano anche al palato. Bollicina viva e persistente.

Verdelicia 2018

Questo vino prende il nome dalla contrada in cui si trova il vigneto. Uno Chardonnay dal profilo leggermente aromatico, dove predominano sentori erbacei, vegetali e anche di pesca e mela verde. Al palato è fresco, buona la corrispondenza gusto–olfattiva, con sapori più morbidi tipici della varietà. 

Pinzeri 2018

Dal nome ispirato al Castello di Rampinzeri di Santa Ninfa, questo Grillo in purezza è ben fatto. Sentori intensi di fiori, frutta tropicale e vegetali. In bocca ha un bel carattere fresco e dal finale sapido. 

Nero d’Avola 2018

Un’espressione fresca di Nero d’Avola che può essere degustata anche a 16° C. Al naso si alternano sentori di more, lamponi, marasca e spezie dolci. In bocca è tipico, di medio corpo con tannini morbidi. Continua in bocca l’esplosione di frutta rossa. Lo abbiamo apprezzato molto.

Pile della Ciaula 2016

Blend di Syrah (60%) e Nero d’Avola (40%) affinati separatamente in barrique di rovere francese e americano per 10 mesi. Segue l’assemblaggio e l’affinamento in bottiglia. Le varietà si esprimono nel calice in armonia, dove spiccano sentori di frutta nera e pepe nero. In bocca è avvolgente, corposo e con tannini gentili. Di buona persistenza con finale di spezie dolci.

Veronica Laguardia