(Antonio Cappadonia)
“Queste classifiche lasciano il tempo che trovano. Qui, in Sicilia ci sono grandi maestri. C'è una lunghissima tradizione”.
Così il maestro gelatiere Antonio Cappadonia, una vita trascorsa ad armonizzare i gusti, bilanciare i grassi e gli zuccheri per creare uno dei migliori gelati in circolazione, commenta la classifica delle cento migliori gelaterie italiane del Corriere della Sera. Oggi è in pausa dal lavoro, ma presto potrebbe tornare con una nuova idea imprenditoriale, forse proprio a Palermo.
“Ci sono sicuramente delle altre realtà interessanti sul territorio nazionale – dice Cappadonia – ma soprattutto qui al Sud, il mondo del gelato è in fermento, c’è maggiore consapevolezza delle materie prime e una grande crescita professionale”.
Per Cappadonia il gelato siciliano sta bene, “non stanno bene semmai gli artigiani, oppressi dalla pressione fiscale. Sono davvero pochi quelli che riescono a tenere i conti in ordine. Gli altri annaspano, ma lottano per portare avanti questa antica e bellissima tradizione”. Insomma, oggi un gelatiere ci pensa due volte prima di aprire una bottega: “Le istituzioni dovrebbero porre maggiore attenzione verso questo settore – dice Cappadonia – Di questi tempi è quasi impossibile e rischiamo di estinguerci”.
Oggi c’è la ricerca a stupire sempre di più i clienti, con gusti che a volte sfiorano l’assurdo: “Le innovazioni vanno bene, per carità, ma occhio alle esagerazioni e alle mode passeggere – dice Cappadonia – Con la tradizione non si può mai perdere. Quindi meglio fare un gusto alla nocciola o al pistacchio perfetto che farlo al puffo o alle varie merendine”.
Ma è più buono il gelato che fanno al Sud o quello che fanno al Nord: ”(Sorride, ndr) Credo che in tutte le regioni ci siano delle realtà molto interessanti. E’ bello, però, che i visitatori possano trovare in ognuno di questi locali, le tradizioni del posto. Quindi ognuno proponga al cliente la propria specialità”.
G.V.