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L'intervista

Carlo Sichel chiude Il Carato: “La città di Catania vuole altre tipologie di cucina”

27 Agosto 2018
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(Carlo Sichel – ph Italia a Tavola)

Nelle sue parole percepiamo tristezza e stanchezza: Carlo Sichel, ha chiuso lo storico ristorante di Catania Il Carato. 

Saracinesche abbassate da oltre un mese in via Marchese di Casalotto al civico 103. Il ristorante che era diventato il simbolo di una rinascita gourmet di Catania prima dal 1992 al 2005 e dopo una pausa dal 2014 ad oggi, non servirà più nessun piatto. “In primis ho deciso di chiudere perché ero davvero stanco – racconta lo chef – Per problemi familiari ho dovuto gestire il locale da solo e questa coaa mi è pesata tantissimo”. Ma Sichel poi parla anche di un altro aspetto che gli ha fatto prendere la decisione: “Probabilmente la mia offerta di cucina non era più adeguata alla città di Catania”. Lui che insieme a Peppe Barone e Corrado Assenza è stato tra i gli artefici del successo della cucina di un certo livello da queste parti, per usare una metafora marinaresca, rientra i remi in barca. Lascia con grande rammarico, “perché – racconta Sichel – le cose fino a dicembre dello scorso anno andavano molto bene. Poi a marzo il tracollo”. Nell'ultimo periodo Sichel serviva pasti solo a cittadini che provevivano fuori dalla città di Catania: “Credo che qui ci siano troppi eventi ed occasioni collaterali – spiega Sichel – troppe distrazioni, troppe tipologie di cucina, oppure semplicemente ai catanesi piace un altro tipo di cucina”. Lui che aveva fatto di una carta dei vini importante ed un menu con prodotti ricercati e accurati il suo cavallo di battaglia, si ritrova di colpo a dover fronteggiare l'ascesa di altri locali, con cibo doverso, o altre formule: “Il Carato era la mia vita – dice – Ho speso oltre 28 anni dentro questo locale. Mi ha dato tante soddisfazioni, ma ora mi sono scocciato, di molti colleghi, dell'ambiente catanese, dei rapporti con un certo tipo di stampa asservita ad alcuni ristoratori. Non esiste più il critico di una volta. Come non esistono più i ristoratori di una volta. Le nuove generazioni hanno fatto solo del male alla cucina. Non hanno portato nulla di nuovo: fanno quello che facevo io 28 anni fa servito in maniera diversa. Io non mi sento all'altezza di affrontare determinate cose. Il futuro della ristorazione? Non sono ottimista”. 

Nessuna possibilità di vederlo riaprire un nuovo Carato: “Non esiste – dice – Mi dedicherò a cucinare per alcuni clienti di tour operator in ville di lusso. La cucina del ristorante non mi mancherà. Un piatto che non potrò più preparare? Il cocktail di gamberi con Negroni solido, una novità che avevo inserito da poco in carta”. Poi la chiusura sul ruolo dei ristoranti: “Non esisteranno più – dice – Il ristorante è finito per Sichel, ma credo per tutti. Vanno di moda altre tipologie di locali. Serve per tutti una pausa di riflessione”.

G.V.