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Pubblicato in L'intervista il 05 Aprile2022
Matteo Ascheri - ph Vincenzo Ganci

di Giorgio Vaiana

Matteo Ascheri, presidente del consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani è davvero felice.

Lo percepisci nel tono della sua voce mentre scambiamo due chiacchiere al telefono. Oggi si conclude Grandi Langhe, l'evento del consorzio piemontese che è tornato in presenza dopo due anni a causa del Covid. Certo, i bilanci si faranno dopo, non appena le luci dell'Ogr di Torino (nuova e bella location scelta dal consorzio per questo evento) si spegneranno. Ma le sensazioni sono davvero positive. Sia dal punto di vista dei produttori che hanno potuto di nuovo fare assaggiare e raccontare i loro vini, sia da parte degli addetti ai lavori che avevano voglia di nuovo di normalità, che dai semplici appassionati, che avevano voglia di vedere quanto buoni fossero i vini dell'annata 2021. "Rivedersi è stato davvero molto bello, anzi dico entusiasmante - dice Ascheri - Tornare con queste manifestazioni in presenza è qualcosa di incredibile, soprattutto farlo all'Ogr, una location incredibile con un'organizzazione fatta molto bene". Tutti insieme i produttori di Barolo, Barbaresco e Roero per mostrare le potenzialità dei loro vini: "Stiamo vivendo un periodo d'oro - dice il presidente - Le cantine si sono svuotate rapidamente lo scorso anno e la nuova annata, la 2021, è fantastica e promette benissimo. Ora speriamo che tutte le nebbie possano diradarsi, dalla situazione pandemica a quella internazionale e che gli animi possano tornare sereni". Il 2021 è iniziato alla grandissima per il consorzio con numeri da record: "Mi piace sottolineare che questi numeri non sono arrivati per caso, ma sono il frutto di scelte fatte anni fa, di quelle legate alla nostra identità e al nostro teritorio. Noi facciamo vini riconoscibili, che sono legati indiscutibilmente alle vigne delle nostre zone, che possono spingersi in là nel tempo. Poi ci si è messo anche l'enoturismo. Gli appassionati adesso arrivano qui sempre più spesso, visitano le aziende, parlano con i produttori, assaggiano i vini. Non c'è niente di meglio".

Dopo la pandemia, però, c'è poco da stare tranquilli. La crisi internazionale tra Russia e Ucraina ha creato nuove incertezze. "Se parliamo dal punto di vista meramente commerciale, Russia e Ucraina non sono di certo due mercati fondamentali per i nostri vini. Erano due buoni mercati, certo, ma non di riferimento. Il problema della crisi, semmai, riguarda l'aumento, a volte anche di tipo speculativo, del costo delle materie prime, come il vetro, la carta, i carburanti. Anche il costo della vita è aumentato. E questo, gioco-forza, si ripercuote anche nel nostro settore. La gente ci pensa due volte prima di acquistare una bottiglia di vino". Un ritocco ai listini c'è già stato: "Non avevamo altra scelta - dice Ascheri - Tutto è in parte legato, come detto, all'aumento del costo delle materie prime, compresi i trasporti. Ma bisogna fare attenzione a non esagerare". Nel pomeriggio di oggi una serie di tavole rotonde dedicate ai cambiamenti sotto vari aspetti, da quello climatico a quello etico. "Con queste tavole rotonde non abbiamo di certo la pretesa di dare delle risposte - dice Ascheri - ma, seduti tutti insieme, possiamo farci delle domande, analizzare questi cambiamenti dal basso e capirne di più. Perché il rischio è che questi cambiamenti vengano strumentalizzati anche dal punto di vista economico. Noi vorremmo dare un nostro punto di vista, quello delle persone che vivono questo territorio". Ma qual è il cambiamento che spaventa di più il presidente: "Non quello climatico, devo essere sincero - dice - Ancora non siamo in grado di controllare il clima e non penso che ci riusciremo mai. Se deve grandinare, grandinerà. Penso di più ai cambiamenti legati al nostro eco-sistema. Il nostro è molto delicato. E' composto da tante famiglie, o da aziende familiari. E mi preoccupano questi investimenti che arrivano da fuori, quasi delle speculazioni. Il rischio è che questo nostro ecosistema, un po' come la barriera corallina, venga spazzato via. Il nostro obiettivo è quello di preservarci per conservare intatta tutta la nostra ricchezza familiare. Poi si sa, è una zona che fa gola a tanti e l'interesse è sempre alto. Ci fa piacere, non possiamo essere ipocriti. Ma bisogna stare sempre molto attenti". Intanto la prossima data di Grandi Langhe è stata già decisa. Si torna, anche in termini temporali, alla normalità: appuntamento sempe all'Ogr di Torino il 30 e 31 gennaio 2023.

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