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L'intervista

Mazzoni (Imt): “Marche super. Ora l’Erga Omnes per tutte le denominazioni regionali”

24 Gennaio 2020
Alberto_mazzoni_direttore_istituto_marchigiano_di_tutela Alberto_mazzoni_direttore_istituto_marchigiano_di_tutela


(Alberto Mazzoni)

di Giorgio Vaiana

Si potrebbe parlare per ore di Marche con Alberto Mazzoni. 

Lui è il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) ed è una delle persone perfette per tracciare un bilancio del 2019 appena trascorso nella sua regione. “Un bilancio assolutamente positivo – dice Mazzoni – Al di là del calo produttivo percepito da tutti, credo che sia fisiologico che ci sia un'annata più adatta magari ai vini bianchi e una ai vini rossi. A marzo capiremo con esattezza la qualità dei nostri vini e quale tipologia di vini ha preferito il clima”. A proposito di clima, Mazzoni dice: “Dobbiamo abituarci ormai ad un sistema che si è modificato – dice – Ma mi pare che facciano prima le piante ad adeguarsi che l'uomo”. 

Le Marche stanno vivendo un successo internazionale incredibile: “Stiamo finalmente uscendo fuori da quel cono d'ombra che si era creato attorno alla nostra regione – dice Mazzoni – Finalmente si è parlato e si parla di Marche anche a livello internazionale. Noi dal punto di vista culturale, turistico ed enogastronomico non abbiamo nulla da invidiare al resto delle altre regioni italiane. La nostra fortuna? Siamo una popolazione di appena un milione e mezzo di abitanti che ha sempre avuto a cuore il rispetto dell'ambiente. Abbiamo costruito un mini-mondo a misura d'uomo, non siamo mai stati spazzati via da questa ventata di internazionalizzazione che ha coinvolto il mondo del vino italiano, non abbiamo mai usato la chimica. E lo dimostra il fatto che siamo tra le regioni italiane, a livello biologico, più importanti del nostro paese”. 

Ma non sono tutte rose e fiori: “Credo che abbiamo iniziato un percorso virtuoso – dice Mazzoni – ma le Marche devono investire molto di più sul territorio, sulle infrastrutture che mancano, sulla ricettività non sufficiente ad accogliere tutti i turisti. Ma di contro abbiamo una importante base dal punto di vista enogastronomico, culturale e turistico. Noi siamo la regione del tartufo tutto l'anno, delle eccellenze che vanno da Urbino ad Ascoli Piceno, abbiamo salvaguardato quello che la terra ci ha messo a disposizione, non abbiamo perso la stagionalità delle nostre produzioni, abbiamo 35 prodotti agroalimentari certificati, una associazione di produttori che raggruppa tutto l'agroalimentare regionale, dimostrando di essere in grado di saper fare squadra. Insomma se in futuro riusciremo a rimanere uniti e continuare così non ci fermerà nessuno. Il futuro delle Marche, per me, è l'enoturismo”. 

L'Imt è un colosso da 500 associati con 17 mila ettari di vigneto, un milione di ettolitri di uva prodotta, 20 denominazioni di origine, una Igt e un valore del vino prodotto che supera i 160 milioni di euro (circa 52 milioni provengono dalle vendite all'estero). “Stiamo lavorando molto bene con l'Ocm promozione – dice Mazzoni – e mi sento di fare un plauso alla Regione Marche per come ha lavorato. Nel futuro immediato stiamo lavorando a delle modifiche del disciplinare della Doc del Verdicchio dei Castelli di Jesi e della Doc Verdicchio Castelli di Matelica con l'inserimento della fascetta, ma soprattutto inserendo l'erga omnes per tutte le denominazioni della regione. A molti non piace questa cosa, ma i numeri sono numeri e le maggioranze si rispettano, sempre. Abbiamo fatto vari incontri per comprendere tutte le esigenze dei produttori, ma il nostro obiettivo è quello di certificare ancora di più la zona, il territorio e il vitigno. Poi si lavorerà sul percorso della regolamentazione della produzione del vino. Dobbiamo essere sempre in grado di garantire al consumatore la certezza di bere un grande vino”.

Una piccola parentesi dedicata alla provocazione fatta qualche giorno fa da Angelo Gaja che diceva di spendere i soldi della promozione in ricerca (leggi questo articolo>): “Non condivido quanto detto dal produttore piemontese – dice Mazzoni – Ci vuole tutto. Non possiamo fare a meno della promozione, così come non possiamo fare a meno della ricerca. Senza quest'ultima non c'è futuro. Tutto ruota attorno al nodo dei vitigni resistenti. Ho l'impressione che si stia un po' giocando su questo aspetto. Il mondo va verso una strada ben precisa e noi dobbiamo ragionare e lavorare in fretta. La sperimentazione va fatta, altri paesi nostri competitor sono molto avanti. Credo che in futuro il biologico sarà fondamentale, così come i vigneti certificati da enti terzi. Non possiamo rimanere immobili”.