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La degustazione

Era quasi sparito, ora è tornato al successo: degustazione speciale con i vini di Tintillia

27 Luglio 2015
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Da Milano, Giovanna Moldenhauer

La Tintillia, vitigno autoctono del Molise, è stata protagonista di una degustazione a Expo nella sala Convivium, presso il Padiglione del vino A Taste of Italy.

Massimo Claudio Comparini, giornalista del settore enogastronomico con formazione Ais, ha condotto un seminario comparativo illustrando nella fase introduttiva le caratteristiche della varietà, la sua storia nell’enografia regionale. Mimmo di Placido, delegato Ais di Campobasso, ha interagito con il relatore illustrando i territori di produzione delle cantine, situate dal mare alla collina fino ai 750 metri di altitudine, sottolineando al tempo stesso l'importanza del terroir nella viticoltura.


(I primi cinque vini degustati)

La varietà Tintillia non ha in vigna una grande produttività, ma resiste bene a climi siccitosi. Dal punto di vista aromatico ha una complessità innata con profumi speziati e note verdi erbacee di pirazine soprattutto con uve raccolte a completa maturazione. Il vitigno, quasi scomparso dopo la seconda guerra mondiale, è protagonista di un nuovo successo negli ultimi quindici, vent’anni che ha portato gli attuali 23 produttori, non ancora associati in un Consorzio, a investire in vigna e in cantina sulla Tintillia.

Il relatore ha poi introdotto l’assaggio di 8 espressioni diverse per zona, interpretazioni e annate preceduti da un Biferno rosso Igt Trabucco 2014 della cantina Cliternia. Prodotto sulle colline molisane contraddistinte da clima mite e terreni composti daargille e rocce calcareeil vino da uve Montepulciano al 70% e Aglianico al 30% al naso aveva profumi tipici di macchia mediterranea, frutta secca, spezie con il pepe nero in primo piano, seguiti nella degustazione da una buona morbidezza e un titolo alcolometrico contenuto di 12,5%.

Il primo vino da Tintillia del Molise in purezza è stato Vinea Benedictina Doc 2011 de L'Arco Antico con una gradazione alcolica di 14,5%. La cantina è situata nella parte interna della regione dove la superficie pianeggiante non da una grande variazione termica tra il giorno e la notte. Le uve colte in uno stadio di maturazione più spinta effettuano, durante la vinificazione, un passaggio in barrique per almeno dodici mesi. I sentori di frutta piccola matura, tra cui la mora selvatica e l’amarena, si stemperano poi in note balsamiche, speziate con evidente chiodo di garofano. L’assaggio dapprima quasi allappante con un tannino importante, buona persistenza, lieve acidità è poi virato nel calice a una maggiore morbidezza, a note retrogustative di rabarbaro.

Seguiva la Tintillia Doc 2012 di Colle Sereno che fa un passaggio per quasi 9 mesi in botte grande prima di completare il suo affinamento in acciaio. La produzione è ottenuta da vigneti condotti in regime di agricoltura biologica su colline tra i 400 e i 600 metri s.l.m. all’interno della regione. Il vino più austero del precedente aveva profumi fruttati di sottobosco, al gusto era caldo, morbido, armonico.

La cantina cooperativa San Zenone di Montenero di Bisaccia ha proposto la sua Tintillia doc 2011 con 13% di alcool. Durante la vinificazione dopo una macerazione di 25 giorni circa il vino, dopo avere effettuato la malolattica, affina in acciaio prima di essere messo in bottiglia. Il naso, più chiuso del precedente, giocava sulla frutta rossa matura, rosa canina, spezie tra cui il pepe nero con accenni di cacao e cuoio. In bocca era morbido, fragrante con una buona persistenza e ritorno di frutta rossa.

Il quinto vino era dell’azienda agricola Vi. Ni. Ca. ultima nata nel contesto produttivo di Ripalimosani sulle coline di Campobasso a 600 metri sul livello del mare Lame del Sorbo 2012 è il primo millesimo imbottigliato, con tappo vite, dai vigneti impiantati nel 2009 condotti in agricoltura biologica. Vinificato in acciaio aveva dei profumi note floreali, al contrario della classiche fruttate, controbilanciate da sentori speziati. All’assaggio i tannini non invasivi davano una buona bevibilità, una buona acidità contribuiva all’eleganza.

Seguiva Lagena Tintillia del Molise Doc 2012 di Angelo d’Uva. La cantina di Larino su colline più vicine al mare produce questo vino con una vinificazione in acciaio e una gradazione alcolica di 13,5%. I sentori complessi di spezie con bacche di ginepro, pepe, passavano poi a fiori tra cui la viola, a frutta rossa croccante. Nella degustazione i tannini erano ben integrati con l’acidità per una beva piacevole, di buona persistenza con un retrogusto di frutta rossa, di viola. 
La Tintillia successiva era la Riserva 2010 di Di Majo Norante ottenuta da un diradamento in vigna e dalla selezione delle migliori uve. Vinificato in parte in botti grandi e parte in acciaio, prima di un affinamento in bottiglia per 6 mesi, avevo un naso bilanciato tra profumi di sottobosco, prugna e note di cuoio, liquirizia, spezie. L’assaggio era di struttura, morbido con tannini ben integrati, elegante, persistente.

L’ottavo vino era S un cru di Tintilia del Molise Dop 2010 della cantina Catabbo. L’azienda da 10 ettari impiantati con la varietà realizza una versione classica, una riserva e una selezione di vigna. S vinificato solo in acciaio aveva un naso di frutta a bacca rossa, di noce moscata, seguito poi da accenni floreali di violetta, di menta. La beva equilibrata tra tannino e freschezzza, era di corpo con ritorni balsamici, di frutta in confettura, vaniglia, tabacco e cioccolato.
Chiudeva la degustazione Opalia Tintillia del Molise Doc 2011 dell’azienda Campi Valerio di Monteroduni in provincia di Isernia. La scelta di vinificazione di questa cantina ha previsto la fermentazione malolattica in barriques e l’evoluzione in piccole botti di allier e tronçais di primo e secondo passaggio per 24 mesi. Il naso era di piccola frutta matura del sottobosco, di spezie dolci tra cui la vaniglia che stemperava poi in radice di liquirizia. In bocca eravamo concordi con Massimo Claudio Comparini sull’equilibrio ottenuto tra i tannini e l’acidità. Il vino era di corpo, con un’ottima persistenza gustativa.

Le otto diverse espressioni di Tintillia, proposte nell’evento dedicato al Padiglione del Vino a Expo, hanno confermato l’impegno dei produttori molisani per la valorizzazione del loro vitigno autoctono. Indipendentemente dalle scelte di vigna e di cantina l’assaggio di ogni etichetta ha trasmesso ai partecipanti i profumi e il sapore del territorio di provenienza.