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La degustazione

Emozionarsi con il Marsala pre british, il racconto della degustazione di De Bartoli a Taormina Gourmet

22 Ottobre 2014
debartoli debartoli

Lezioni di coraggio, lezioni di memoria. Si risolve sempre così una degustazione di Marsala di Marco De Bartoli. 

Quella andata in scena a Taormina Gourmet, condotta dal figlio Renato e da Daniele Cernilli, è stato un salto emozionante nel passato recente sulle tracce lasciate da quel piccolo produttore che volle uscire dal coro per difendere un pezzo di storia della propria terra. Tra aneddoti e ricordi, la personalità rivoluzionaria di De Bartoli si è mostrata in tutta la sua tenacità e vividezza nei cinque vini degustati: Vigna la Miccia 2005; Doc Marsala Superiore 1993; Marsala Superiore 1987; il De Bartoli Riserva 1945 e il Doc Marsala Riserva 1860. Gli ultimi due, definiti “reliquie” da De Bartoli o reperti di archeologia enologica da Cernilli, recuperati da Marco De Bartoli per dimostrare la vera identità e origine di questo vino ultracentenario. Esemplari del Marsala siciliano, quello pre british, fatto dai contadini della zona da sempre, altro dal vino fortificato che debuttò nelle grandi rotte marittime commerciali nel 1776.

Vigna la Miccia 2005  – Prodotto senza aggiunta di mosto cotto e caramello. Vinificato con grande attenzione riservata all’invecchiamento per ridurre l’ossidazione. Si presenta con intense sfumature ambrate dai riflessi dorati vivaci.  Al naso frutta sciroppata, biscotti appena sfornati, crema di latte, nocciola. Grande calore e freschezza al palato, dolcezza ben equilibrata. 
 
Doc Marsala Superiore 1993. Un vino che ha tanta energia. Lunghissimo. Fresco. Dal bouquet fruttato sostenuto da spezie e note di miele. Equilibrato. Dolcezza piacevol e non stucchevole. In bocca  persistono gli aromi dell’albicocca sciroppata, dell’arancia disidratata.
 
Marsala Superiore 1987: Dimostra cosa può dare il Marsala quando è ottenuto da un lavoro che guarda prima di tutto alla qualità delle uve e all’identità territoriale. Questo vino è il frutto della svolta, lo start tangibile della rivoluzione di De Bartoli. Franco e intenso. Si apre con note di carruba, di albicocche e pesche sciroppate, di miele accompagnate da sensazioni balsamiche e metalliche.
 
De Bartoli Riserva 1945: Nasce da un lungo lavoro di recupero e ricerca sul campo. Ottenuto da riserve che De Bartoli trovò nella cantina di un baglio abbandonato vicino Samperi. Tasselli di memoria scampati all’oblio. Reperti del vero Marsala siciliano, di quel vino chiamato dai contadini “perpetuum” proprio perché aveva  la capacità di sfidare il tempo. Non acidificava mai grazie ad acidità e alcol alti e ph basso.  Questa Riserva, non in commercio, è l’espressione autentica del territorio marsalese e dimostra come già, in epoca remota, vi fosse la consapevolezza in chi lavorava la terra che quello era uno dei pochi posti al mondo in grado di dare vini da grande invecchiamento. Il perché del numero 1945 porta dentro un po’ di mistero, Marco De Bartoli non l’ha mai svelato, probabilmente è l’annata dell’ultima aggiunta alla riserva prima che lui la scoprisse. Pieno, ricco e suadente al naso: miele; pasta sfoglia; crostata di albicocca; arancia candita con punte balsamiche. Esuberante. Ancora pieno di vita e di energia. Acidità sferzante ma ben equilibrata. Riempie la bocca con aromi di creme brulée, di crema pasticcera, di confettura di albicocca e di arancia. La sua curva discendente sembra una prospettiva assai remota, chiarisce perfettamente il concetto di “perpetuum”. 
 
Doc Marsala Riserva 1860: Altra reliquia scoperta nella cantina Amodeo, azienda marsalese che chiuse i battenti nel momento in cui il mondo vinicolo marsalese cominciava a destinare all’industrializzazione i propri vini e anche i Marsala.Quel che rimaneva di un vino prodotto da uve di un vigneto abbandonato del 1830. Marco De Bartoli, volendo salvare anche questa testimonianza della cultura viticola locale, volle prendersene carico e recuperarla, mettendo ben 15 anni per rivitalizzare il bouquet originario. L’evoluzione olfattiva esprime la macchia mediterranea, la salinità e lo iodio del mare, gli agrumi, le erbe officinali, la corteccia, la castagna, la pappa reale. Immenso, sapido, fresco, rimane a lungo con sensazioni di arancia candita e disidratata. In evoluzione, chissà cosa ci riserverà ancora nel futuro. 

Manuela Laiacona