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La degustazione

La grande degustazione dei “Tre Bicchieri” alla Iulm di Milano – I NOSTRI ASSAGGI

27 Febbraio 2017
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di Michele Pizzillo

Si sono presentati in 81, tutti “vogliosi” di farsi conoscere meglio, essere agitati nel calice, annusati e, subito dopo, gratificare di sentori gradevolissimi la bocca di un pubblico molto composito tra studenti, giornalisti, esperti, operatori del settore e semplici appassionati. 

Gli 81 “grandi” che hanno preso posto in una delle sale della Iulm a Milano, sono una parte dei 429 tre Bicchieri che “Vini d’Italia” di Gambero Rosso (in 984 pagine descrive 22.000 vini e 2.400 produttori) ha assegnato per la guida del 2017 che in copertina riposta il bollino “30 anni di successi”. La risposta dei milanesi è stata entusiasta, tant’è che abbiamo fatto un po’ di fatica a guardare le 81 bottiglie e, subito dopo, a conquistarci uno spazio per la nostra personale degustazione: ovviamente, molto limitata rispetto al nettare di Bacco che per il secondo anno consecutivo ha varcato la soglia dell’ateneo milanese. Dove i vini sono stati ben accolti e vezzeggiati sia dagli studenti della Iulm che dai 33 corsisti che frequentano il master food & wine communication Iulm organizzato insieme a Gambero Rosso.


(Vincenzo Russo)

La grande degustazione, ai 33 studenti del master, ha offerto la possibilità di cominciare a mettere in pratica la teoria già acquisita nel corso degli studi. Il direttore del master, Vincenzo Russo, infatti, ha diviso gli studenti in tre gruppi, ogni gruppo con un compito preciso per conoscere meglio il mondo del vino, tra web, articoli e iconografia. Tutto per scoprire chi sono i produttori, cercare storie interessanti, raccontare cosa c’è dietro una bottiglia di vino. 

Con quale risultato? Si saprà fra qualche settimana, dopo che Russo avrà analizzata tutta la documentazione raccolta dagli studenti e valutata insieme a loro. “Intanto ci siamo divertiti e abbiamo degustato vini veramente di ottima qualità”, è il commento che abbiamo potuto raccogliere fra gli interessati. Anche noi ci siamo divertiti ad assaggiare e a segnalarvi quelli che ci sono piaciuti di più. Peccato per l’assenza del Brunello di Montalcino, perché sarebbe stato interessante degustare il prodotto di una gran bell’annata come quella del 2012.

Barolo ’12, Cascina Fontana, Monforte d’Alba (Cn)

Barolo di tradizione perché Marco Fontana non ama i cosiddetti legni invasivi; e, quindi, propone un vino naturale di ottima qualità che al primo impatto si impone per la freschezza assicurata da sentori floreali alternati a quelli di liquirizia e di lampone in sfumature balsamiche. In bocca si avvertono corpo e austerità e tannino molto ben equilibrato.

Colli di Luni Vermentino Et. Nera ’15, Cantine Lunae Bosoni, Ortonovo (Sp)

Ecco come una viticoltura senz’altro da definire eroica, può “abbonarsi” ai tre bicchieri. Infatti, è dal 2009 che i Bosoni sono gratificati con il massimo punteggio da Gambero Rosso. D’altronde questo Vermentino è davvero notevole per l’ampiezza dei profumi che esprime tra vegetali e frutti esotici che in bocca diventano caldi e vellutati con una struttura che lascia ricordi lunghissimi. Insomma, un vino da non perdere: è veramente grande.

OP Bonarda vivace Campo del Monte ’15, Fratelli Agnes, Rovescala (Pv)
E’, probabilmente, la novità della Guida 2017 questo tre bicchieri ad un vino popolare come la Bonarda. Meritato perché esprime la vivacità dell’Oltrepò Pavese con la sua gamma olfattiva di spiccata intensità in cui, anche il degustatore meno esperto, può individuare i sentori di frutta a bacca scura e, unitamente alla freschezza, i tannini decisamente dolci.  

Collio bianco Solarco ’15, Livon, San Giovanni al Natisone (Ud)
Non si può trascurare un vino frutto di un uvaggio di quanto di più tipico esprime il Friuli: Friulano e Ribolla gialla, vitigni autotctoni da cui la famiglia Livon, che da poco ha superato il mezzo secolo di attività, ha estratto un vino fragrante che in bocca esplode con sentori fruttati talmente fragranti che si degustano con piacevole soddisfazione.

Chianti classico gran selezione riserva di Fizzano ’13, Rocca delle Macie, Castellina in Chianti (Si)
L’attento uso della botte grande, offre un vino dai profumi fragranti di vari frutti e che in bocca evidenzia subito un tannino elegante e vellutato. Insomma, un Chianti piacevolmente beverino, fresco, pulito che lascia una delicata scia di tabacco.

Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore Misco ’15, Tenuta di Tavignano, Cingoli (Mc)
Non si può non degustare un elegante e suadente vino giustamente premiato come il bianco dell’anno per i suoi ottimi profumi alternati tra sambuco e ginestra e di frutta esotica. Un Verdicchio morbido, fresco, vivace e di straordinario equilibrio con una trama gustativa senza sbavature. Insomma, un concentrato dell’habitat ideale per la coltivazione del vitigno Verdicchio.

Montepulciano d’Abruzzo Chronicon ’13, Ciccio Zaccagnini, Bolognano (Pe)

La famiglia Zaccagnini è una grande firma dell’Abruzzo del vino che ha trovato nell’enologo Concezio Marulli l’uomo giusto per estrarre il meglio dalle uve raccolte nei vigneti presenti sulle colline dell’entroterra pescarese. Un’ulteriore conferma è questo intenso Montepulciano da grande impatto olfattivo con i suoi bei sentori di frutta matura su una struttura di notevole impianto che assicura una performance gustativa morbida, vellutata, sapida e persistente.

Gioia del Colle Primitivo Muro Sant’Angelo Contrada Baratto ’13, Chiaromonte, Acquaviva delle Fonti (Ba)

Perché il premio di cantina dell’anno? Azzardiamo? Perché è la dimostrazione di come si può produrre un rosso che alla ricchezza di frutto aggiunge un ventaglio olfattivo incredibilmente fine, complesso ed espressione della tipicità del territorio. Insomma, un Primitivo di grande eleganza e notevole complessità sostenuta da una struttura che assicura una lunga capacità evolutiva. 

Etna bianco Alta Mora ’14, Cusumano, Partinico (Pa) 

Indubbiamente un vino di gran classe in cui vanno colte svariate ed eleganti sfumature di fiori, di agrumi e di pesca accompagnati da una raffinata e rinfrescante vena acida. Lunghissima anche la persistenza aromatica che soddisfa appieno il palato. Insomma, un grande ambasciatore dell’Etna del vino nel mondo.