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La degustazione

“Nove sfumature” di Franciacorta: le bottiglie da provare per conoscere questo territorio

04 Febbraio 2021

di Clarissa Iraci

E’ uno dei territori vitivinicoli italiani “più in forma” del momento. La Franciacorta conquista sempre più winelover. E non solo.

Perché i mercati internazionali son o sempre di più. Merito delle produzioni sempre più di “alta gamma” e di produttori illuminati che stanno puntando tutto sull’altissima qualità e sul racconto del territorio. Noi abbiamo degustato nove bottiglie che meglio rappresentano, secondo il nostro parere, questa zona. Vi consigliamo di provarle o di tenerle in cantina. Ecco i nostri assaggi grazie al consorzio di tutela Franciacorta.

Franciacorta Docg Brut – Le Marchesine
Il primo spumante appartiene ad un’azienda il cui nome è tradizionalmente associato alla denominazione. Il Franciacorta Brut Le Marchesine è realizzato con la classica cuvée – chardonnay, pinot nero, pinot bianco – e si presenta al bicchiere con un vivace giallo paglierino – la terminologia anglosassone lo definirebbe più opportunamente con il termine “lemon”- e un perlage fine, sottile, ben distribuito. All’olfatto dominano i sentori agrumati. Seguono sentori di frutta a polpa bianca e gialla, in particolare si distinguono pera e pesca. Il sorso è piacevolmente fresco e sapido, specialmente nell’ingresso al palato. Anche qui prevale l’agrumato e la frutta dettata nei settori olfattivi si ripropone in versione un po’ più zuccherata, quasi candita. Consigliata come bottiglia “d’entrata”.

Franciacorta Docg Satèn Brut 2016 – Cola
Apre la degustazione di tre Satèn. Notevolmente muniti di una minore effervescenza (nella categoria le atmosfere di CO2 sono uguali o minori di 5) e di una maggiore morbidezza nonché setosità – appunto – questi spumanti sanno essere davvero sorprendenti: filo da torcere per intenditori, oggettivamente gradevoli anche per chi si approcci alle bollicine e voglia cominciare con un sorso non troppo “verticale”. Il Franciacorta Cola 2016 rispecchia alcune di queste caratteristiche. E’ molto limpido, di colore giallo paglierino carico con un perlage fine e gentile. All’olfatto è abbastanza intenso con accenni di note fruttate e un tocco di vaniglia. Al palato è tendenzialmente largo e di media persistenza. Una leggera nota amarostica fa da epilogo alla fase gustativa.

Franciacorta Docg Satèn Brut 2016 – Ricci Curbastro
Terzo Franciacorta, secondo Satèn. A Capriolo, l’azienda Ricci Curbastro si distingue per essere stata una delle prime nella corsa verso da DOCG Franciacorta e tra le aziende più riverenti nei confronti dell’ambiente, attraverso metodi produttivi ecosostenibili. Giallo paglierino carico, perlage sottile e omogeneamente diffuso. Delicato all’olfatto, si apre con sentori leggeri, ma fini: agrumi, frutta gialla e una nota di burro alla fine. Il sorso è fresco, ampio, tondo, sapido e dotato di buona persistenza. Mostra una completezza maggiore.

Franciacorta Docg Satèn Magnificentia 2016 – Uberti
Grande espressione della categoria, raggiunta grazie a rispetto incondizionato della natura e lunghi affinamenti. Al bicchiere una spuma ricca, molto persistente, equilibrata e piena si staglia su un giallo paglierino vivo con riflessi dorati e verdi. All’olfatto è complesso con note floreali – margherita e camomilla, vivaci sentori agrumati, un cenno di erbe officinali una leggera nota vanigliata. Il sorso è elegante e preciso, di una gentilezza percepibile all’ingresso e che persiste nella coda notevolmente lunga. Coerente, sia ai sentori gustativi iniziale sia nei rimandi con i sentori olfattivi. Uno spumante da degustare a tutto pasto, molto rappresentativo della tipologia Satèn. Davvero ottimo.

Franciacorta Docg Brut Millè 2012 – Villa Crespia
Una bottiglia dal packaging sicuramente audace, per niente disallineato alle caratteristiche organolettiche particolari. Passiamo al Franciacorta Brut Millè, prodotto esclusivamente con uve Chardonnay. Al calice si profila un colore giallo paglierino dorato con un perlage fine e abbondante. All’olfatto l’inizio è dominato dalla frutta esotica, accompagnata da note progressivamente evidenti di mandorle e amaretti. Questi ultimi tornano nella sensazione gustativa e, più tondi, fanno da cornice ad un sorso mediamente persistente. Non manca, comunque, la freschezza.

Franciacorta Docg Brut Cru Perdu 2011 Castello Bonomi
Chardonnay 70%, Pinot Nero 30%, sboccatura 2020. Al calice un giallo paglierino luminoso si alterna a riflessi dorati. Il perlage è sottile ed elegante, diffuso in maniera omogenea e persistente. Oltre ai sentori di frutta candita, pera matura, mandorla tostata, nocciola e ad un’evidente nota burrosa, all’olfatto si profila un leggero tocco ossidativo ben distinto per tutta l’olfazione. Il sorso è fresco, ben calibrato nella struttura, morbido, leggermente sapido e persistente.

Franciacorta Docg Rosé Brut ’61 – Berlucchi
Questo Franciacorta apre la strada ai tre rosé e tra questi è l’unico che comprende lo Chardonnay nella cuveé (60% Pinot Nero, 40% Chardonnay, sboccatura 2019). Al bicchiere il colore è vivacissimo, riflessi ramati si alternano al corallo. Al naso è altrettanto vivace ed intenso: piccoli frutti rossi, lampone e fragoline, rendono l’olfazione distinta e compiacente. Al gusto presenta caratteristiche simili con note prevalenti di piccoli frutti, una buona persistenza e una leggera sapidità.

Franciacorta Docg Rosè Brut 2016 Ferghettina
Per il suo equilibrio tra piacevolezza e austerità merita una stellina in più rispetto agli altri due rosé degustati. Colore ramato, gentile e trasparente. Già alla vista un preludio di equilibrio. L’olfatto presenta sentori nitidi di frutta, ma un po’ più taglienti, più ponderati e smorzati da note piacevolmente acidule rispetto a quelli degli altri rosé. Il sorso – fresco, agile, tagliente, lungo e altrettanto acidulo – rivela la chiara vocazione gastronomica dello spumante. La prima opzione sarebbe sicuramente un primo di pesce o una zuppa di cozze e vongole.

Franciacorta Docg Rosé Brut Boké 2015 Villa
Un colore ramato con tenui riflessi aranciati si staglia nel bicchiere. E’ fine e discretamente complesso all’olfatto con sentori di piccoli frutti rossi maturi, fiori macerati, un pizzico di cannella e noce moscata. Il palato, fresco e delicato, si caratterizza per una bella acidità. In più sorsi tornano i sentori fruttati e un buon equilibrio nella beva. Ha un gusto particolare giocato tra sapori più maturi e spezie che sono presenti nella giusta misura, risultando piacevoli e mai invadenti.