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L'intervista

Doc Etna Off/8. Terrafusa: “Fuori dalla denominazione? A certi mercati non importa”

21 Aprile 2023
Terrafusa a Contrade dell''Etna Terrafusa a Contrade dell''Etna

La vulcanica sabbia nera, le centenarie viti ad alberello e tutti quei vivaci colori che fanno da sfondo al versante Ovest dell’Etna a Biancavilla, si fondono nell’immaginario enoico di Sophie Sassard e Dino Distefano, i quali nel 2016 hanno iniziato a coltivare il progetto Terrafusa. In contrada Vallone Rosso, a 870 metri sul livello del mare, il Carricante convive con il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio e qualche traccia di Grenache. Tre le referenze dell’azienda, tutte fuori doc, che contribuiscono a offrire altre sfaccettature del vulcano, per un totale di circa 5.000 bottiglie l’anno. Oseéé, un interessante Carricante orange vinificato in anfora, dal profilo aromatico, asciutto e intrigante dal punto di vista gastronomico; Storta, un vibrante rosato dal sorso deciso prodotto da Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante; e l’elegante Civetta, anche questo assemblaggio dei vitigni precedenti e affinati in botti di rovere francese.

Una produzione di nicchia quella di Terrafusa che non vede ostacoli nel disciplinare di produzione dei vini etnei, così come altri produttori etnei hanno avuto modo di raccontare al nostro giornale. È Sophie a raccontare in occasione di “Contrade dell’Etna”, da pochi giorni conclusosi con successo, la nascita di questa avventura enoica avviata con il compagno e l’accento posto più sul valore del territorio che su altro: “Io e Dino ci siamo conosciuti a Londra, da coinquilini siamo poi diventati una coppia. Il nostro amore ha avuto un legame forte anche con il vino. Io gli facevo conoscere i francesi lui gli italiani e i siciliani. Attraverso vacanze e approfondimenti come Wset di secondo livello 2 con Dino abbiamo avuto l’idea di comprare una vigna già produttiva a Biancavilla e fare il nostro vino. Il 2017 segna la nostra prima vendemmia”. Poco intervento in vigna e attenzione all’ambiente sono prioritarie rispetto ad altre logiche per la coppia italo francese: “Per noi non è un problema essere fuori dalla denominazione, nel mercato inglese o in Francia della Doc non importa. Piuttosto interessano dei vini diversi. Anche il fatto che Biancavilla sia divisa in due da questo punto di vista è una scelta che non ha molta logica, ma per noi non è decisiva ai fini della produzione del vino. Poniamo l’accento sul territorio e sull’ambiente, siamo in conversione biologica, lavoriamo manualmente, in modo più naturale possibile. Cerchiamo di essere “low intervention” per rendere il territorio nel bicchiere, il Terroir come si dice in francese. L’Etna si sta professionalizzando, sempre più persone ci lavorano con molto impegno alla ricerca della qualità. La gente inizia a parlarsi e a condividere lavoro e progetti. Vedo certamente un bel futuro”.

Terrafusa
Via Vittorio Emanuele, 190 – Biancavilla (CT)
www.terrafusa.it
info@terrafusa.it

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