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La curiosità

A tavola con un siciliano: tutto quello che lo fa arrabbiare…

09 Dicembre 2014
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Se siete siciliani, leggendo questo articolo proposto da Agrodolce (ecco il link) vi farete sicuramente quattro risate.

Ed affermerete, ne siamo sicuri, più di una volta “È vero”. Se non lo siete, date un’occhiata ai 17 motivi per cui un siciliano si arrabbia a tavola. E teneteli a mente. Perché prima o poi capiterete in una cucina con un siciliano. E sarebbe meglio non farsi trovare impreparati…
Fateci sapere cosa vi fa arrabbiare a tavola!

  1. La parmigiana senza melanzane fritte. Tutta colpa delle mode salutiste che hanno convinto molti ad abbandonare la padella. Anche sull’Isola qualcuno prova a rifilare piatti della tradizione in chiave light. La parmigiana di melanzane grigliate è lo scempio più eclatante. Ti siedi a tavola convinto di imboccare fettine trasudanti unto e invece ti aspettano melanzane rinsecchite e, diciamolo, un po’ insapori;
  2. Le posate incrociate. Strana la Sicilia: buona parte della gente accetta malvolentieri di rimanere imbottigliato nel traffico, ma se vede le forchette incrociate, invoca la bontà dei Santi e degli Angeli e ti invita subito a scomporre la croce. Tu, sconvolto, chiedi il perché non si fa. Ti viene risposto che non si fa e basta! (il tono è severo);
  3. Mangiare velocemente. Se c’è un popolo che più di altri ha capito cosa significhi stare a tavolaèla Sicilia. Le pause pranzo dei dipendenti durano più del previsto perché mangiare in 20 minuti può suonare di cattivo gusto, oltre che uno sgarbo per chi mangia con noi. Il pasto non va consumato,ma discusso, goduto e, alla fine, ricordato. Piuttosto si va dalparrucchiere o si rinuncia all’aperitivo con gli amici ma, per il tuo bene, trova il tempo di mangiare con il giusto ritmo;
  4. Non finire di mangiare. Primo: al siciliano non piace lo spreco di cibo. Secondo:  lasciare nel piatto 100 grammidi pasta dei 350 grammiche ti hannoservito, potrebbe causarti un calo di zuccheri poco dopo. E nessuno vuole che tu stia male;
  5. Non accettare il bis. Questo fa tanto immaginario collettivo,ma se sei ospite e non accetti il bis di almeno una portata, tutti penseranno che qualcosa nel pasto è andato storto e ci rimarranno male;
  6. Non poter fronteggiare le emergenze. Lungimiranza è la parola chiave che ogni famiglia sicula ricorda ogni qualvolta fa la spesa. Non si acquista pensando alla sopravvivenza della famiglia,ma a quello che potrebbe accadere lì intorno. Un giorno all’ora di pranzo un pullman pieno di gente si guasta davanti casa tua: ti sentirai in dovere di nutrire tutti quanti e, semmai non dovessi avere abbastanza cibo, la rabbia ti costerà una settimana di gastrite,
  7. Dire (anche solo per scherzo) che al nord, invece… Durante un pasto in Sicilia affermi di aver mangiato della buonissima polenta con funghi porcini, una fantastica focaccia di Recco o bevuto un vino veneto eccellente. La reazione sarà una sola da parte di tutti: grasse risate. Pensano che tu stia scherzando e, quando capiscono che dici sul serio, inizieranno a sfotterti senza sosta. Perché il siciliano si arrabbia molto se gli dici che esistono cose buone superato lo Stretto di Messina. Il discorso si chiuderà con un: “ma che vuoi mettere la pasta alla norma con il risotto alla milanese?”;
  8. Se cade l’olio. Tornando alle superstizioni, l’olio in terra è la sciagura peggiore per le cucine della Sicilia. Una volta versato, tutti si sbracciano e lamentano intorno alla chiazza. In realtà tutti pensano a quanto era buono quell’olio acquistato a caro prezzo da un vicino di casa che produce pochi litri l’anno;
  9. Se il dolce non è buono. In questa terra il dolce non è una portata,ma una filosofia di vita: non sbagliare mai la scelta;
  10. Non mangio la ricotta dolce. Potete immaginare quanto la ricotta sia un pilastro della pasticceria siciliana: cassate, cannoli, impasti fritti e ripieni di questa crema. Se sei venuto al mondo in Sicilia e non ti piace la ricotta, poi non lamentarti se i tuoi genitori ti abbandonano dietro la porta di un convento;
  11. Se scoprono che sei vegano. I siciliani sono persone aperte,ma proprio non riescono a mandare giù 2 cose: le spiagge private e la presenza di un vegano a tavola. Poi sei libero di fare come vuoi;
  12. Se metti a tavola frutta del supermercato. Capita di vederli arrabbiareperché hai acquistato i limoni al supermercato quando basta fare due passi fuori porta per raccoglierli buoni e gratis. La frutta la si compra solo dopo aver appurato che nessuno dei vicini, amici o parenti, abbia una cesta da regalarci;
  13. Le arancine/gli arancinifatte/imale. Può succedere di aver passato una giornata pesante e niente può tirare su il morale del siciliano come un’arancino/un arancino. La/ocompri, è calda/o. La/o addenti ed è insapore. Finisce che la/o tiri contro la vetrina del negozio e te ne vai, piangendo;
  14. Le arancine/gli arancini chiamate/i male. Un’isola divisa dal riso. Sì, perché tutti si arrabbiano se le/gli arancine/arancini vengono chiamati male: a occidente, tipo Palermo, li chiamano arancine e si arrabbiano molto quando sentono arancini. Il contrario succede a Oriente, Messina e Catania: qui esistono solo arancini. Fate attenzione quindi, comprate una cartina geografica, segnate una linea divisoria e regolatevi prima di comprarli;
  15. Non chiamatelo pangrattato. Uno degli ingredienti fondamentali della cucina siciliana, povero,ma capace di dare corpo a migliaia di ricette. Solo che si sa, qui la lingua italiana ha delle inflessioni sue, spesso non corrette,ma sue. Non chiamatelo pangrattato: è“molliìca” o, se volete fare i tosti, “muddìca”. Se viene tostato è detto“muddìca calìata” o “muddìca atturrata”;
  16. Legumi la domenica. Retaggi culturali persistenti vogliono che di domenica si serva un piatto ricco. I legumi ricordano la povertà dei tempi andati e a nessuno frega niente se al Nord i legumi ora sono di moda perché genuini. Si mangeranno durante la settimana,ma non la domenica che esige pasta al forno e il secondo di carne.
  17. L’ospite ineducato. Contraddittori fino al midollo: invitiamo gente a cena racomandandogli di non portare assolutamente nulla, tanto ci pensiamo noi anche al dessert. Ma se malauguratamente l’ospite arriva a mani vuote, non la prendono benissimo. Del resto si sa che per il sicilianoè bello incontrare le persone. Ancora di più se queste hanno del cibo da offrirci come segno di stima e voglia di condividere.

(Dal sito agrodolce)

C.D.G.