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La curiosità

Il panificio simbolo dell’integrazione: così Martinez ha cambiato la vita di due migranti

28 Aprile 2021

di Max Firreri

Pane di rimacinato, nero di Tumminia, quello ai 5 cereali e poi un’infinità di prelibatezze da forno, preparate ogni giorno in quello che si può definire un vero laboratorio di integrazione.

Nel panificio Martinez di Trapani si mischiano culture di tre Continenti differenti – Europa, Africa e Asia – grazie al cuore del titolare Giuseppe che negli anni ha accolto sia Mahendran Sujakaran dello Sri Lanka che Bassem Ouertan della Tunisia, entrati a far parte della squadra di operai del panificio. Due storie differenti accomunate da un’unica parola: migrazioni. “Io sono arrivato in Italia 11 anni fa – racconta Bassem – e, grazie a mio zio che viveva già qui, ho iniziato a lavorare dapprima nelle cave di marmo a Custonaci poi come giardiniere. Così ho conosciuto il signor Martinez ed è stato lui a propormi di iniziare a lavorare nel suo forno”. Il panificio per Bassem, sino a quel momento, era stato un perfetto sconosciuto: “Non conoscevo la differenza tra le farine, le miscele, il lievito madre – racconta – così, pian piano, ho iniziato a conoscere questo nuovo lavoro”. È bastato poco per il giovane tunisino diventare “capo mastro”: “Dopo 10 anni di lavoro in laboratorio, oggi è lui a coordinare l’intera squadra di operai”, spiega Giuseppe Martinez.

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Per Bassem la città di Trapani è diventata la sua città d’adozione: 4 anni fa la sua fidanzata da Tunisi è arrivata in Sicilia e si sono sposati. Oggi la sua famiglia si è allargata con tre figli tutti studenti a Trapani. Tra profumi che si mischiano e la programmazione del lavoro dalla notte e sino a mezzogiorno, nel laboratorio del panificio Martinez l’integrazione è compiuta. E lo sa bene Mahendran Sujakaran, 38 anni, originario dello Sri Lanka, arrivato in Italia da Dubai, via Svizzera, sette anni fa. “In Sicilia sono finito al Centro per richiedenti asilo di Salinagrande, vicino Trapani – racconta – da lì a poco ho iniziato a cercare lavoro e venni qui al panificio. Volevo imparare il mestiere e ho dato la mia disponibilità anche a lavorare gratuitamente”. Il risultato della conoscenza con Giuseppe Martinez è stato, invece, diverso. “L’ho assunto la prima volta grazie ad alcuni progetti europei di integrazione, poi la proposta di un contratto a tempo indeterminato”, spiega Martinez. Così anche Mahendran ha imparato l’arte del panettiere e del pasticciere. Oggi vive a Trapani con sua moglie e due bambini. Dal laboratorio dietro il punto vendita di via Salemi a Trapani ogni giorno vengono sfornati centinaia di chili di pane, dolci, prelibatezze salate e, in questo tempo di pandemia, anche i piatti già pronti: dal cous-cous alla carne al forno, ai contorni. Il cibo, è vero, mette tutti insieme. E al panificio Martinez di Trapani tre continenti – Europa, Africa e Asia – si sono uniti. Nel nome del pane e di una Sicilia che accoglie.

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