Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

La “Formula” vincente

05 Maggio 2011
Jarno-Trulli Jarno-Trulli

Ecco quattro bianchi, quattro rossi e un rosè dell’azienda abruzzese Podere Castorani del pilota di Formula 1 Jarno Trulli

“Si può paragonare un vigneto ad un circuito di Formula 1”? Beh, di primo acchito il paragone potrebbe sembrare paradossale.

Ma se analizziamo le incognite che entrambi possono riservare, la grinta e la volontà di superare i propri limiti che devono animare tanto un  produttore quanto un pilota automobilistico, la voglia  di  raggiungere obiettivi sempre più esaltanti, ci accorgiamo che tali differenze alla fine si assottigliano.
A darci un vivido esempio di come i due mondi convivano perfettamente è Jarno Trulli (nella foto), portabandiera dell'automobilismo d'eccellenza nonché produttore vitivinicolo. Con il papà Enzo e gli altri soci, Trulli è titolare di Podere Castorani, azienda di rilievo nel panorama enologico abruzzese. Situata sulle colline pescaresi nel comune di Alanno, con i vigneti incastonati tra il Gran Sasso e la Maiella in una posizione splendida dal punto di vista pedoclimatico, quest'azienda negli ultimi dieci anni è riuscita a raggiungere traguardi importanti. Ad oggi conta 32 ettari vitati più 45 in affitto, vigneti con un'età media di 30 anni, 27 etichette, una cantina sottorranea completata nel 2006 che si estende per 5000 mq, ed una produzione che è passata dalle 18mila bottiglie del 2000 ad un milione di bottiglie di oggi.
“Il raggiungimento di questi obiettivi – spiega Jarno Trulli – non è stato per nulla semplice. Agli investimenti che si sono susseguiti nel tempo si è accompagnata la voglia di fare sempre meglio nell'ottica, comunque, di proporre vini che piacessero sì al mercato, ma nello stesso tempo fossero in grado di raccontare il territorio. Siamo sempre più convinti che il vigneto e non la mano dell'uomo deve essere capace di raccontare il vino”.
Ed è proprio sulla necessità di migliorare la comunicazione attorno al prodotto vino che si sofferma il produttore. “Girando per il mondo ci siamo accorti che comunicare il vino è tutt'altro che semplice. Nel caso del nostro Montepulciano, ad esempio, per superare gli attuali limiti comunicativi sarebbe opportuno creare tra i produttori di qualità una squadra capace di diffondere l'immagine di questo prodotto nel mondo. Nell'affrontare il mercato ho cercato di trarre ispirazione dal mondo della formula 1 dal quale provengo; mondo nel quale per affrontare una sfida occorre preparazione, qualità e tempismo”.
Un'altra particolarità dell'azienda, in tempi in cui l'omologazione impera nel mondo vitivinicolo, è la scelta di ricorrere a vitigni autoctoni capaci di esprimersi in maniera diversa da appezzamento ad appezzamento. Montepulciano d'Abruzzo, Trebbiano d'Abruzzo, Malvasia, Coccociola, Pecorino, Passerina sono i principali vitigni impianti che, in purezza o in uvaggio, vengono utilizzati per la produzione.
Occasione per degustare una selezione dei migliori vini di Podere Castorani è stato uno dei tanti eventi organizzati dall'Ais Lazio. A presentare le 9 etichette Jarno Trulli e Angelo Molisani.
Tre bianchi, un rosè, 4 rossi, per terminare la degustazione con un “provocazione” un bianco.
 
Si comincia con Le Paranze Passerina Colline Pescaresi IGT 2010.
Questo vino è ottenuto da uno dei pochi vigneti “giovani” dell'azienda; soli sette anni. L'equilibrio ottenuto dal vigneto nel 2010 ne ha permesso la vinificazione in purezza. Giallo paglierino, riflessi verdolini,12,5°, è il più verticale dei bianchi degustati. Al naso emergono le note agrumate, i fiori bianchi (acacia, biancospino). Ad arricchire la parte olfattiva note minerali e salmastre. A colpire l'acidità tipica sì del vitigno, ma anche del terroir, che conferisce longevità ai vini e  lascia presagire una buona evoluzione nel tempo.
 
Coste delle Plaie 2010 Trebbiano d'Abruzzo  Doc Superiore
Giallo paglierino, 13°, al naso presenta sfumature minerali, note di frutta a polpa bianca, sfumature di erbe aromatiche. Maggiore l'equilibrio tra freschezza/morbidezza. Questo vino proviene dal migliore vigneto di Trebbiano con una produzione che negli ultimi sei anni si è attestata sui 95q/ha. La maggiore maturità del vino è data dal maturità del vigneto. Le uve, raccolte manualmente, subiscono una pressatura soffice, fermentazione a bassa temperatura e affinamento sui lieviti in vasca di cemento.
 
Amorino 2010 Abruzzo Pecorino Doc Superiore
Amorino è una promessa d'amore; in Abruzzo, infatti, rappresenta il gioiello che veniva dato alla sposa quando se ne chiedeva la mano. Nato come IGT, dal 2010 è diventato DOC Superiore. Pecorino in purezza, 13,5°, si presenta giallo paglierino con riflessi verdolini. Ha un naso più vegetale, di macchia mediterranea, con una mineralità importante. Colpisce anche in questo caso la freschezza che lascia il posto ad una pienezza gustativa e ad una maggiore avvolgenza.
 
Coste delle Plaie 2010 Cerasuolo d'Abruzzo Doc
Ottenuto col metodo del “salasso”, questo vino presenta un colore rosato tenue, quasi una buccia di cipolla, che ha riscontrato il notevole favore del mercato. Montepulciano 100%, 13°, al naso presenta un quadro fruttato (con sentori di fragola, lampone) e un'appendice minerale. Fresco e rotondo, equilibrato.
 
Costa delle Plaie 2007 Montepulciano D'Abruzzo Doc
Questo vino rappresenta una delle tante interpretazioni che l'azienda dà del Montepulciano d'Abruzzo. Ad intrigare il risultato ottenuto in assenza di legno, con frequenti rimontaggi e  dèlestages con macerazione per oltre 30 giorni in vasche, ma soprattutto con uve di altissime qualità provenienti dalla costa sud-est dell'azienda, territorio questo capace, per le peculiarità pedoclimatiche, di dare vini con notevoli caratteri minerali. Rosso rubino concentrato, riflessi violacei, 13,5%, presenta al naso un ventaglio di sensazioni che vanno dal minerale, alla macchia mediterranea, alle note di terra bagnata con un fondo fruttato (prugna, mirtillo). Ha raggiunto un equilibrio che è ancora infieri, con un tannino che sta andando verso il velluto.
 
Amorino Casauria 2007 Montepulciano d'Abruzzo Doc
Casauria è sottozona, ed è su questo vino che si sono concentrati gli sforzi comunicativi dell'azienda. L'Amorino Casauria rappresenta un'ulteriore interpretazione del Montepulciano d'Abruzzo in purezza poiché in questo caso è introdotto l'uso del legno; l'affinamento, infatti,  avviene in tonneau. Per non esasperare gli aromi del legno sul vino, l'azienda utilizza tostature estremamente delicate per fare in modo che il vino continui ad esprimere il proprio carattere. Rosso rubino, unghia violacea, 13,5°, questo vino presente una fusione perfetta tra caratteri minerali, sfumature di cacao, di frutta matura, macchia mediterranea. E' un vino più rotondo, più tridimensionale.
 
Podere Castorani 2007 Montepulciano d'Abruzzo Doc
Ottenuto da vigneti di quasi quarant'anni con basse rese per ettaro, questo rappresenta il vino di punta dell'azienda. Rosso rubino concentrato, 14°, presenta al naso note balsamiche, note fruttate scure. Emerge in questo vino eleganza, freschezza, tannino avvolgente, con una minore incisività del legno. E' un vino che risulta equilibrato, ma che deve ancora fare affinamento in bottiglia.
 
Jarno Rosso 2006 Colline Pescaresi IGT
Con Jarno Rosso e Jarno Bianco l'azienda si sgancia dalle logiche della DOC e si avventura nella sperimentazione. Nato per volere di Jarno, amante dell'Amarone della Valpolicella, questo vino è il primo ottenuto con l'appassimento del Montepulciano. Nel corso di questi ultimi anni si è passati dall'appassimento sui graticci all'appassimento in fruttaia con temperatura e umidità controllati, dove la migliore uva raccolta viene messa ad appassire per almeno 100 giorni. Il vino subisce un affinamento di 2 anni in fusti di legno.14,5° si presenta rosso rubino impenetrabile. Al naso emergono note di cioccolato, frutta in confettura, macchia mediterranea e un tocco floreale di viola.
Morbidezza notevolissima, lungo il finale con ritorni di note fruttate, minerali, di pepe.
 
Jarno Biancho 2008 Colline Pescaresi IGT
Questa non è solo una provocazione, un bianco a fine degustazione di quattro rossi, ma è uno splendido vino. Nato nel 2006, sulla scia della tecnica utilizzata per Jarno Rosso, questo vino è frutto di un uvaggio di Trebbiano d'Abruzzo 60%, Malvasia 30% e Coccociola 10%; uve che subiscono in parte un appassimento spinto in fruttaia. Le uve appassite e quelle vinificate dopo la fermentazione vengono affinate in legno per un anno. Giallo dorato, brillante, al naso si dipana tra note floreali, frutta matura, frutta secca, con un tocco di erbe aromatiche e di mineralità. A primo impatto si avverte un residuo zuccherino che scivola verso la mineralità e la sapidità.

Rosa Stefania D'Ancona