Torna a far sentire la propria voce la giovane Associazione Viticoltori di Montespertoli, una realtà nata nel 2022, che raggruppa 17 aziende accomunate da pratiche agricole sostenibili e dalla volontà di promuovere un territorio tra i più vitati della Toscana. Questo storico comune a pochi chilometri da Firenze, la cui vocazione vitivinicola stenta ad essere riconosciuta per via di un retaggio del passato che ha visto Montespertoli come bacino di sfuso e come faccia oscura del chianti a basso prezzo, ha deciso di far sentire la sua voce e per il secondo anno è tornata in scena “La Rivoluzione a Montespertoli”. Si tratta naturalmente di una rivoluzione pacifica, capitanata da Giulio Tinacci giovanissimo Presidente dell’Associazione, che attraverso le sue parole ha espresso il percorso che stanno portando avanti: “Siamo viticoltori veri che producono vino in un territorio meraviglioso. Siamo consapevoli che i risultati arriveranno nel medio lungo termine e questo è solo uno dei passi che vogliamo percorrere insieme. Il messaggio del nostro evento è provocatorio, ma concreto”.
Quello che Giulio ha inoltre ribadito durante la due giorni, è stata l’importanza dell’associazione come massima garanzia dell’autenticità del prodotto, garanzia che si rende evidente attraverso il “patto” dei viticoltori e attraverso il dialogo che si è instaurato tra di loro. Una storia che non si cancella dall’oggi al domani, ma già il mettersi insieme per dare una progettualità reale è promettente. I principi guida che perseguono vanno dall’accrescimento della sostenibilità ambientale e delle buone pratiche agricole, al rispetto della materia prima e trasformazione in vino delle sole uve coltivate in proprio nel comune; dallo sviluppo di una comunità agricola collaborativa e dialogante, al dialogo e al confronto fuori dai propri confini, fino naturalmente al racconto e alla promozione del territorio. L’evento è stato patrocinato dal comune di Montespertoli che, sin dalla prima edizione, lo ha supportato con la volontà di far crescere la conoscenza di un comparto che è un’eccellenza.
Una due giorni che ha visto alternarsi momenti dedicati non solo alla stampa specializzata, ma anche al pubblico di appassionati che ha risposto con entusiasmo all’iniziativa.
Il Museo della Vite e del Vino di Montespertoli, cuore pulsante degli incontri ha aperto le sue porte al pubblico, offrendo momenti dedicati alla conoscenza delle sfumature dei vini di Montespertoli, oltre al confronto diretto con i produttori presenti. Mentre una giornata è stata dedicata ai giornalisti e agli operatori, con una degustazione guidata da Giampaolo Gravina, scrittore e critico tra i più apprezzati nel panorama nazionale. Come ha esordito lo stesso Gravina in apertura della masterclass: “Quello di oggi è un incontro che mette in evidenza gli aspetti di rottura con il passato e porta in luce il nuovo cammino intrapreso. Mai come oggi il vino di questo territorio è delineato da un carattere contemporaneo. Qui l’idea di riappropriazione del proprio destino non è retorica ma è stato interpretata concretamente dall’associazione che rivendica la centralità del viticoltore che accompagna il vino dalla vigna fino alla bottiglia. Questo è un percorso che sta dando a tutta l’area una collocazione diversa da quella raccontata fino ad ora, non più da subalterna ma da protagonista”.
Quello che sorprende è la forza di volontà e le azioni che il gruppo con una netta prevalenza di ragazzi, sta mettendo in essere, senza competizioni, ma con confronto e coscienza, per dichiarare quello che questi luoghi possono dare. La voglia quindi di riappropriarsi del proprio destino come segnale di riprendere la giusta destinazione. Tornando ai vini presentati si è voluto partire da un campione da vasca fino a chiudere con due Vin Santo, rispettivamente 2013 e 2007; una scelta che ha voluto mettere in risalto lo stato dell’arte e far riflettere sugli obiettivi di sviluppo del vino di Montespertoli.