Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'iniziativa

Gaetano Torrente: “Io, figlio d’arte, porto avanti le tradizioni di Cetara”

16 Novembre 2020
IMG-20201109-WA0007 IMG-20201109-WA0007

di Annalucia Galeone

Buon sangue non mente. Gaetano Torrente classe 1990 è un figlio d’arte. Chi non conosce Pasquale Torrente l’ambasciatore della colatura di alici di Cetara nel mondo?

Il bel borgo marinaro di duemila anime sulla costiera amalfitana meno glamour di altre località più note, ma forse più schietta. Padre e figlio hanno caratteri opposti, trascinatore e loquace il primo, serio, preciso e meno ciarliero il secondo, entrambi ottimi cuochi. Il figlio ha superato il padre? Difficile fare confronti, gli stili e gli anni sono diversi, Gaetano ama le influenze moderne e le novità, Pasquale è saldamente legato alla tradizione, parlare di cambio generazionale è ancora prematuro, la partita è aperta, le decisioni al Convento si prendono sempre assieme. Nel frattempo il lavoro è stato riorganizzato, Gaetano ha introdotto le basse temperature, il tataki di tonno e nuove succulenti salse. Ad accogliere i clienti, a farli sentire a proprio agio e raccontare il cammino degli ingredienti dalla rete alla padella ci pensano papà Pasquale e Rosanna, la moglie di Gaetano.

(Gaetano Torrente)

Nell’antico chiostro del’ 600 i nonni Gilda e Gaetano aprirono un circolo ricreativo per trascorrere in compagnia i ritmi lenti del piccolo paese di pescatori giocando a carte, biliardo e flipper. Nel tempo è diventato prima rosticceria e nel 1969 trattoria. Oggi è considerata una tra le migliori in Italia, è molto apprezzata, meta di turisti e buongustai, sicuramente un’esperienza culinaria da provare per gustare i sapori autentici e veraci della cucina costiera fatta soprattutto di pane, burro e alici, alici fritte, alla scapece, marinate e gli imperdibili spaghetti alla colatura di alici. La scarpetta è d’obbligo. I coperti nella sala interna sono novanta, all’esterno diventano cento, il menù oltre le scelte alla carta ha un percorso degustazione al costo di quaranta euro, la carta vini selezionata da Pasquale ha 600 etichette regionali, nazionali e una discreta varietà di champagne proposti anche al calice. “Sono diventato chef perchè mi è sempre piaciuto, non è stato un passo obbligato, anzi molto spontaneo – afferma Gaetano Torrente – sono cresciuto in cucina osservado i nonni e i miei genitori impegnati ai fornelli, per fare esperienza ho lavorato con Oliver Glowig qualche mese e poi abbiamo inaugurato l’Osteria del fritto a Fico a Bologna”. Il fritto di pesce da cibo di strada povero, puzzolente e pesante è stato rivalutato, nel 2007 è nata la Cuopperia del Convento, il fritto è preparato nel classico cuoppo, il cartoccio in carta di paglia. “Sono poche le regole per avere un buon fritto – spiega Gaetano – l’esterno deve essere asciutto e croccante, non deve essere né troppo colorato nè deve puzzare, in quel caso la qualità dell’olio è scadente”.

(Gli interni del ristorante)

La colatura di alici, la specialità locale per eccellenza ha finalmente raggiunto il traguardo e ottenuto il riconoscimento Dop dopo un iter abbastanza travagliato. Le origini del prezioso liquido pare risalgano ai romani, producevano una colatura molto simile a quella attuale chiamata garum, furono i monaci della costiera a diffonderne la produzione. La colatura è un rituale tramandato di generazione in generazione, è ottenuta dalla maturazione delle alici sotto sale pescate, come prevede il disciplinare, con il cianciolo o la pesca a circuizione e conservate in botti di legno con le doghe scollate. Le alici sono sistemate manualmente a strati alterni nelle botti o nei terzigni in legno di rovere o castagno a temperatura controllata, il rapporto in peso alici sale è 2:1; solo dopo la maturazione e l’affinamento si può procedere alla spillatura, il colore può variare dall’ambrato al bruno mogano. Il segreto per ottenere un’ottima colatura sta nella precisione nell’eseguire correttamente l’operazione di riempimento perchè è all’interno che la colatura acquisisce le caratteristiche organolettiche sia di odore che sapore. A Cetara tutti fanno la colatura in casa per il consumo personale, è un patrimonio gastronomico prezioso che è stato rivalutato e ovviamente anche copiato.

Al Convento
Piazza San Francesco 16 – Cetara (Sa) 
T. 089 261039
Chiuso: mercoledì
Ferie: mai
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no