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L'iniziativa

Marco Giunta (Casa Talìa): “Ricreare momenti di convivialità con spazi diversi”

07 Maggio 2020
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“Io sono milanese ma mio padre è siciliano, mentre mia madre campana, ho il sangue del Regno delle Due Sicilie. Ho avuto la possibilità di frequentare l’isola sin da bambino, fino a quando un bel giorno ho preso coraggio e ho cercato un posto dove emigrare al sud”.

Così racconta Marco Giunta, titolare di Casa Talìa, una piccola oasi nella Val di Noto, all’ombra del Barocco, il consueto appuntamento con La Bella Italia, condotto da Francesca Landolina. Giunta, insieme alla moglie Viviana Haddad, ha scelto la Sicilia come dimora del cuore. Piccole e antiche casette confinanti, restaurate con l’impiego di materiali naturali e tipici della tradizione siciliana, questa è Casa Talìa. “Modica mi ha accolto al meglio, è un piccolo centro. Lì, nel 2005, nasce Casa Talìa, quando ancora non si parlava di turismo ed era un luogo ancora tutto da scoprire – dice – Per alcuni anni Modica fu una città che non ebbe alcun tipo di attività turistica, era una situazione autentica quanto surreale, io non avevo mai visto centri abitati così belli senza turismo. Questa caratteristica ci ha permesso di trovare il nostro angolo di paradiso. Molte realtà, in seguito, si sono allineate grazie al fenomeno Montalbano. Il cioccolato di Modica intanto ha cominciato ad avere sempre più visibilità, noi come altri abbiamo cominciato ad investire di più, iniziavano ad aprire più ristoranti. Oggi siamo una delle province con più stellati in Italia”.

Una realtà, basata su una clientela prettamente estera, che ad oggi vede una stagione turistica compromessa. “Ho dei residui di prenotazioni di ospiti prevalentemente stranieri che non hanno ancora cancellato, in attesa di scoprire come evolverà la situazione. In Sicilia fortunatamente si sta evolvendo in modo positivo – dice Giunta – Siamo ancora in una fase oscura, però io sono ottimista. Ho deciso di aprire lo stesso quest’anno e di dare il mio contributo per cercare di portare ottimismo in Sicilia. Noi abbiamo queste piccole casette dove l’ospite può sentirsi padrone di casa, vivendo lo spazio in assoluta serenità. Io sono per l’idea di aprire con attenzione. Se ci fosse la capacità di monitorare bene gli arrivi sull’isola potremmo tenere sotto controllo la situazione sull’isola e aprire all’estero. Vorrei utilizzare questo momento di crisi per fare un po’ di esperimenti all’interno di Casa Talìa. Stiamo cercando insieme ad alcuni ristoratori di Modica di creare un gruppo con consegne a domicilio, così gli ospiti della struttura, godendo anche dei nostri spazi esterni, potranno ordinare a domicilio.”

Milanese di nascita, ma siciliano d’adozione, qual è il suo posto del cuore? “A me tutto ciò che è decadente affascina – spiega – Sono stato a Cuba, a L’Avana, che per me è al primo posto. Poi sono stato a Cape Town, nello Sri Lanka, mentre la Sicilia è bella tutta, dal vulcano al mare. Poi a Modica c’è una luce pazzesca che, venendo da Milano, un luogo con “meno luce”, è una cosa a cui non potrei rinunciare”. E con l’emergenza in atto, il calore siciliano verrà compromesso? “Starà a noi ricreare dei momenti di convivialità con degli spazi diversi, ma la sicilianità verrà fuori comunque. Non so come, ma troveremo un modo per trasmettere il nostro calore”.

Giorgia Tabbita