Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 44 del 17/01/2008

VIVERE DIVINO Dalla Franciacorta alla Sicilia per un vino… Mirabile

17 Gennaio 2008
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    VIVERE DIVINO

L’enologo Mario Falcetti racconta la sua esperienza a Menfi fra tradizione e innovazione, scegliendo di introdurre anche il Tannat. “È una bella sfida riuscire a domare la sua tannicità attraverso la tecnica…”
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Dalla Franciacorta
alla Sicilia
per un vino… Mirabile

È enologo di una delle più note cantine della Franciacorta. Ma questo non basta a Mario Falcetti, che nel 2003 decide di mettere su, assieme a un pugno di amici e colleghi, un ambizioso progetto in Sicilia.

Precisamente a Menfi, in provincia di Agrigento, una zona particolarmente vocata per produzioni enologiche di pregio e che è al centro del distretto vitivinicolo delle Terre Sicane. Affascinati dalle potenzialità del luogo i sei amici sono guidati da un unico obiettivo: produrre dalle 150 alle 200 mila bottiglie di vino di qualità ottenuto dal connubio fra tradizione e innovazione.
Ma che significato dà Falcetti a queste due parole? «Tradizione significa utilizzare i vitigni autoctoni dell’Isola come il Nero d’Avola – spiega l’enologo – l’innovazione è legata invece all’introduzione di vitigni internazionali come il Viognier e il Tannat, un vitigno di origine francese ma ormai diffuso principalmente in Uruguay». Per Falcetti, che assieme a Lillo Barbera coordina la gestione dell’azienda “Mirabile”, la sfida del progetto è quella di «riuscire a lavorare su questi vitigni esaltandoli in termini di freschezza e piacevolezza, non lavorando principalmente sulla struttura come siamo stati abituati a fare negli ultimi anni». Un obiettivo impegnativo ma le prove ardue non fanno paura all’enologo che, non a caso e a dispetto delle abitudini locali, ha scelto di introdurre il Tannat in Sicilia.
Perché proprio questo vitigno? «Prima di tutto perché è originale – continua Falcetti –, poi perché è una bella sfida riuscire a domare la sua tannicità attraverso la tecnica, sia in vigna che in cantina, attraverso lunghi affinamenti». Così, negli oltre 40 ettari dell’azienda di Menfi, oltre a 10 ettari di Nero d’Avola, 5 ettari di Viognier, cinque di Inzolia e due di Syrah, c’è anche un ettaro di Tannat, da cui si ottiene un monovarietale Igt Sicilia. «Il vino appare immediatamente esuberante, con intense note speziate e balsamiche – racconta Falcetti – e sentori di sottobosco e di frutta rossa matura completano il quadro olfattivo». Ma il particolare vitigno entra anche in combinazione con Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon per dar vita al Menfry, un altro Igt Sicilia che rappresenta l’unico blend aziendale. «In questa unione, la tannicità del vitigno viene smorzata – spiega l’enologo – conferendo al rosso una personalità equilibrata e armonica, pur molto decisa, con calde note di frutta ricca e polposa che si inseriscono su tannini dalla buona trama».
La densità di impianto nei diversi vigneti delle tre contrade, Gurra Soprana, Amareni e Scalambrino Zampinzeri, varia dalle 4.000 alle 5.000 piante per ettaro e le rese non superano mai i cento quintali per unità di superficie. Il tutto nel rispetto della qualità delle uve e del vino che se ne ottiene, tanto da essere apprezzato non solo in Italia ma anche all’estero dove è distribuito negli Stati Uniti, in Svizzera, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Russia e Thailandia.
Prossimi progetti? «Nel 2008 completeremo la cantina e la struttura produttiva – conclude l’enologo – e lanceremo anche un progetto più che innovativo che però riprende la più antica tradizione…». Sulla natura di questo ultimo piano però Falcetti non si sbottona. Per soddisfare la nostra curiosità possiamo solo attendere i prossimi mesi.

A.R.