Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 65 del 12/06/2008

LA TESTIMONIANZA “La nostra Alsazia”

11 Giugno 2008
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    LA TESTIMONIANZA

alsazia65_hp.jpgGli enologi Bambina e Centonze nella regione francese per studiare i vini e gli abbinamenti. Ecco com’è andata

“La nostra Alsazia”

Un viaggio in Alsazia alla scoperta dei vini aromatici e degli abbinamenti con il patè d’oca. Raccontano la loro esperienza nella regione francese gli enologi Nicola Centonze e Vincenzo Bambina.


“Siamo tornati in Alsazia per approfondire la conoscenza di questo territorio capace di sposare in modo insuperabile il vino con il cibo. La Francia è famosa per la sua capacità di esaltare le ricchezze del territorio. Come i vini di Bordeaux si abbinano perfettamente con i formaggi, il gusto del Riesling, del Gewurztraminer e del Muscat è perfetto per accompagnare i grassi e dolci sapori del pâté de foie gras.
bambina65.jpgIl panorama dell’Alsazia è caratterizzato dai piccoli paesini sospesi tra antichità e presente. Ai centri si alternano i vigneti. Abbiamo trovato un paesaggio vitivinicolo da favola, vignaioli organizzati a condurre la propria vigna in modo pulito e ordinato.
Facevamo base da Frederic Mochel a Traenheim, un’azienda vinicola a venti chilometri da Strasburgo, in una delle aree storiche della viticoltura alsaziana. Da lì iniziavano i nostri giri per le diverse cantine, non più di tre o quattro al giorno, tra queste anche la storica tenuta Hugel & Fils a Riquewihr.
Nei ristoranti, l’abbinamento con l’oca, ci ha permesso di sfatare un mito: che i vini bianchi non si adattano ai cibi grassi. Da Lucine Doriath a Soultz-les-Bains, abbiamo visto come le oche vengono allevate, fatte ingrassare e macellate. Poi il foie gras viene servito in abbinamento ai vini. Il grasso e dolce del fegato d’oca, viene lavato dal gusto acido e sostenuto dei vini aromatici.
Ogni viaggio permette di aprire la propria mente a nuove esperienze. Una delle constatazioni più importanti che vorremmo portare in Sicilia è l’esaltazione delle nostre zone. La Francia da sempre si impegna a valorizzare ogni singola area del territorio nazionale. Conosciamo i vini francesi per le loro zone di provenienza più che per i vitigni, pensiamo allo Champagne, Borgogna, Alsazia, Bordeaux, noi, invece, parliamo di Sicilia e Nero d’Avola. Dovremmo dare maggiore spazio ai territori d’eccellenza.
Un esempio dell’amore e della passione per il territorio lo abbiamo visto nella confraternita di Saint-Etienne a Kientzheim, dove i membri fanno rivivere e preservano le tradizioni legate al vino. L’occasione della visita è stata l’investitura di due membri del nostro gruppo, Mario Pojer e Peter Dipoli. Nell’antica sede i membri dell’ordine conservano la tradizione, nelle cantine sono custodite più di 60 mila bottiglie e, raccontano, viene conservata gelosamente una bottiglia del 1700.
centonze65.jpgLa posizione geografica dell’Alsazia è molto favorevole: tra la Francia, la Svizzera e la Germania, bagnata dal Reno gode di una forte umidità e di grandi escursioni termiche. In Sicilia abbiamo territori con queste caratteristiche, paradossalmente proprio dall’altra parte dell’Europa a sud abbiamo Pantelleria un territorio dotato dell’escursione, dell’altitudine e del suolo adatto a far crescere vini aromatici longevi.
Un’altra idea da esportare in Sicilia è dare maggiore valore al tempo: da noi è invalsa la tradizione che i vini bianchi vadano consumati nell’annata stessa, in realtà dovremmo valorizzare di più il corpo dei nostri vini e puntare anche su bianchi più strutturati.
La particolarità dei vini alsaziani è proprio l’invecchiamento, i vini giovani davano poche emozioni, andando più indietro con gli anni acquistavano eleganza e mineralità. I vini di quelle zone hanno un unico comune denominatore: la pulizia, l’equilibrio, la longevità senza nulla togliere allo potenza e alla struttura. Un esempio da tenere presente per capire che un vino bevibile non per forza deve essere marmellatoso”.

Testo raccolto da Ciro Frisco