Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 168 del 03/06/2010

IL PROVVEDIMENTO Sos dalle tonnare siciliane

03 Giugno 2010
tonno tonno

IL PROVVEDIMENTO

Ridotto dalla commissione internazionale per la conservazione della specie il limite di pesca da 735 tonnellate a 459. L’allarme degli armatori: non basta il sussidio del ministero

Sos dalle tonnare
siciliane

Ferme le dodici tonnare siciliane per questa stagione. Una situazione che mette a rischio 800 posti di lavoro. Lo scorso anno la quota assegnata alla Sicilia per la pesca del tonno, che vive tanto nell’Oceano Atlantico quanto nel Mar Mediterraneo, ammontava a 753,325 tonnellate, quest’anno il limite di pesca è stato ridotto a 459 tonnellate.

Una cifra che non basterebbe a sostentare il fabbisogno di tutto il personale impegnato nelle 12 tonnare. Da qui arriva lo stop totale per tutti. Così il 50% della quota tonno di quest’anno è stata aggiunta alla pesca praticata dai palangari, che usano imbarcazioni più piccole delle tonnare e che, rispetto alle prime, si differenziano anche per la pratica di pesca. Mentre le tonnare si servono di reti, i palangari, invece usano lunghe lenze con almeno un centinaio di ami fissati. Il provvedimento è stato deciso dalla Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico (ICCAT) che riunisce 48 paesi. L’Iccat ha ridotto la pesca del tonno rosso del 32% nel Mediterraneo e nell’Atlantico Occidentale. Così dalle 220 mila tonnellate dello scorso anno nel 2010 si potranno pescare fino a 13.500 tonnellate. Si tratta di una decisione che mira alla conservazione della specie, ma anche a combattere la pesca eccessiva praticata a volte con tecniche distruttive, l’inquinamento, i rischi dell’introduzione di specie aliene e del cambiamento climatico. Il ministero dell’Agricoltura e Foreste ha stabilito un sussidio che tuttavia agli armatori siciliani appare insufficiente. “Siamo insoddisfatti della moratoria – ha dichiarato Nino Testa, armatore – sia perché la quota di 4 euro al chilo è bassa sia perché non basta a coprire dei costi fissi che richiedono le tonnare, che tengo a precisare, sono imbarcazioni che non possono essere sfruttate per altro tipo di pesca”. Perplessità anche sulla riduzione Iccat: “La riduzione ben venga – fa sapere Testa – se ci fossero motivi seri che testimoniassero la riduzione della specie nel Mediterraneo. Tuttavia noi non siamo affatto convinti. I palangari che sono addetti anche alla pesca del pescespada, infatti, spesso pescano più tonni che altro”.

Piera Zagone