Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 122 del 16/07/2009

CIBO & TRADIZIONE C’era una volta la merenda

16 Luglio 2009

CIBO & TRADIZIONE

altUn pasto per il pomeriggio considerato spesso come una ricompensa. Ma con gli snack confezionati sono scomparsi pane e burro o le marmellate fatte in casa

C’era una volta
la merenda

 Merenda, come agenda, come legenda, una di quelle parole di uso corrente che derivano dalla lingua latina, neutro plurale del gerundivo (che dà l’idea della necessità), dal verbo ” merere”, meritare: ovvero, “cose da meritare”.


Un piccolo pasto del pomeriggio che sta tra il pranzo e la cena, secondo gli antichi non indispensabile ma qualcosa in più che il bambino e il ragazzo devono guadagnarsi e che gli adulti usualmente non consumano.
E allora se pensiamo al passato vengono alla mente quelle buone merende genuine preparate dalla mamma o ancora meglio dalla nonna, a base di fette di pane e marmellata, dolci fatti in casa come le crostata alla frutta, o i budini di cioccolato e le creme di latte. Tra i miei ricordi stanno le brevi pause durante lo studio per ricaricarci con la crema preparata da mia nonna paterna a base di latte e le fragole che sanno di primavera, e per ricompensarci dell’ultimo sforzo prima di interrogazioni ed esami di fine anno. Più invernale ed energetica era la merenda di pane burro e zucchero, di cui non ho più sentito parlare tra le mamme che spesso ora ricorrono a qualcosa di più sbrigativo e di già pronto. Del resto non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i vari messaggi pubblicitari di snack, panettoncini, biscotti farciti in vari modi, ad alto contenuto colesterolico e si è anche persa l’idea che questo piccolo pasto sia legato al comportamento meritevole tenuto dai nostri figli che spesso si nutrono in modo disordinato.
Nel nostro linguaggio corrente si sente a volte l’espressione : “Entrarci come i cavoli a merenda”, che sta a significare che si parla di cose che non hanno nulla a che vedere con quello che stiamo dicendo in quel momento. Questo modo di dire significa che il cavolo o il broccolo dal sapore deciso e lento ad essere digerito, mal si concilia con l’oggetto della merenda che come già detto è un pasto leggero e molto appetibile. Torniamo allora a qualcosa di più fresco e genuino anche se meno sbrigativo, ricordandoci del valore delle piccole cose. Ne trarranno beneficio sia la mente che il corpo.

 

Elena Mancuso