Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 122 del 16/07/2009

LA STORIA A Palermo La Maison de France

16 Luglio 2009

LA STORIA

Nata un’associazione altche si riunisce periodicamente per non dimenticare le specialità gastronomiche d’Oltralpe. Il presidente: “Qui ci sono ottimi carciofi, ma c’è poca varietà di pesce”

A Palermo
La Maison de France

Italia-Francia, la vecchia sfida che affonda le radici in secoli di storia, si gioca anche su terreno palermitano. Questa eterna competizione, che si esprime al meglio sulle passerelle dell’alta moda, nelle cucine degli chef e nei vigneti più pregiati, ha i suoi protagonisti anche a Palermo.

Il nucleo attorno al quale si muove è quello de La Maison de France (www.lamaisondefrance.it>), un’associazione fondata dai francesi che Palermo ha adottato qualche anno fa e che, periodicamente, si riuniscono per mantenere vive ricorrenze, usi, costumi e soprattutto specialità gastronomiche della loro terra d’origine, alcune delle quali, secondo il presidente francese Nicolas Sarkozy, dovrebbero addirittura essere dichiarate patrimonio mondiale dell’Unesco.
Una trentina i soci che, come sottolinea il loro presidente, Christiane Neyrinck (nella foto), amano tenersi a cavallo tra due culture, integrandosi in quella locale ma senza dimenticare i sapori tipicamente francesi. Con qualche compromesso.
“Quando sono arrivata a Palermo, una trentina di anni fa – racconta la parigina Christiane – era quasi impossibile trovare prodotti francesi. Ho dovuto rinunziare a certi piatti di carne impossibili da fare perché nessuno era in grado di tagliare la carne come fanno a Parigi. Per anni – continua – ho cercato di preparare il roast beef, ma alla fine ho rinunziato. Nei supermercati c’era pochissima scelta di prodotti e questo ha lasciato per lungo tempo poco spazio alla mia fantasia in cucina. Adesso nei banchi di alcune catene di supermarket, per fortuna, si comincia a vedere qualche prodotto francese e un po’ più di varietà. Devo dire però – aggiunge – che a Palermo ho potuto apprezzare cibi di cui non conoscevo le potenzialità, come ad esempio i carciofi, che qui si preparano davvero in mille modi diversi, tutti ottimi”.
Christiane ha imparato a preparare le spaghettate e la pasta fa parte ormai della sua normale routine culinaria, ma ha dovuto dire addio alle zuppe o alle ricchissime insalate che, invece, sono parte integrante dell’alimentazione d’oltralpe.
E le differenze non finiscono qui perché Parigi sembra battere Palermo anche.. sul mare. “Per essere una città marinara, Palermo ha poca varietà di pesce che, oltre tutto, costa anche troppo”, dice il presidente de La Maison de France, che ricorda i vassoi di ostriche mangiati a Parigi che nulla hanno a che fare con qualità e prezzo di quelle mangiate in città. Per non parlare, poi di formaggi e salumi, con varietà e prelibatezza difficilmente eguagliabili.
Va un po’ meglio, invece, sul fronte dei vini. “Da qualche tempo si sta sviluppando una bella cultura del vino e in Sicilia, ce ne sono di veramente buoni”.
“La stessa cosa vale per l’olio di oliva che trovo straordinario”, aggiunge Annick Le Gay, vice presidente dell’associazione, che da anni vive in Etiopia ma che spesso torna a Palermo a trovare gli amici e a fare scorta di pasta di mandorle, pasta col basilico fresco, cannoli e caffé. “E che dire di dolci, gelati e granite.in questi i siciliani sono imbattibili”. Ed è proprio lei a svelare il segreto di molte donne francesi, sempre in ottima forma: “Il cibo da noi è legato alla cultura ma non all’accoglienza. Se vogliamo far sentire qualcuno a casa non lo “riempiamo” di cibo come invece accade in Sicilia. In Francia variamo molto e ci limitiamo nelle quantità. La Maison de France ha come scopo proprio quello di portare avanti le nostre tradizioni, anche se la nostra vita di ogni giorno è arricchita ormai da sapori nuovi che si sono aggiunti ed integrati ai nostri e dei quali non possiamo più fare a meno”.

Clara Minissale