Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 122 del 16/07/2009

L’ANALISI “Crisi? Il peggio è passato”

16 Luglio 2009

L’ANALISI

Il direttore commerciale Italia del gruppo Mezzacorona: “Prevediamo una fase di ripresa soprattutto per le aziende che hanno lavorato meglio. Feudo Arancio? Fiducia nella Doc Sicilia”

“Crisi? Il peggio
è passato”

Si è conclusa la tre giorni di convention organizzata dal Gruppo Mezzacorona che ha visto riunirsi, a Sambuca, nell’azienda satellite siciliana Feudo Arancio  e a Palermo, la rete commerciale nazionale. Tempo di bilanci, di programmi e strategie in una fase particolarmente critica per il mercato italiano ed estero.

Stefano Fambri, direttore commerciale Italia del gruppo, traccia un quadro che non lascia spazio al pessimismo: un maggiore sforzo, da parte delle aziende,  per  migliorare le politiche commerciali e del servizio, è secondo lui la chiave per rispondere alla crisi.

Possiamo dire che la crisi stia volgendo al termine?
“Diciamo che il peggio è passato, ma la coda di questa crisi durerà ancora per mesi. Comunque prevediamo degli spazi di ripresa. Per il momento non rimane che convivere con questa stasi ed affrontarla con il giusto peso ed in modo razionale, senza catastrofismi. Anche se penso che questa crisi abbia messo in atto un processo di selezione”. 

Intende una sorta di selezione naturale tra le aziende?
“Non dico che sopravviveranno le aziende più grosse, ma sicuramente potranno uscire dalla crisi quelle che hanno saputo gestire nel modo più efficace la complessa organizzazione che caratterizza proprio l’azienda vinicola, dai filari alla distribuzione”.

Come si è riflessa questa crisi nel comportamento dei consumatori?
“Abbiamo assistito ad un calo continuo della domanda nel settore horeca. Situazione che accomuna tutte noi aziende vitivinicole, sia chi produce grandi volumi che non. Mentre ha tenuto il consumo nella Gdo. La gente è più attenta alla qualità/prezzo”.

All’estero come sta andando?
“La crisi è globale, pertanto il mercato estero sta sperimentando le stesse dinamiche che stiamo vivendo qua in Italia”.

Che strategie il Gruppo sta mettendo in atto per superare questo momento?
“Stiamo investendo nel miglioramento delle politiche commerciali e soprattutto del servizio. Dobbiamo concentrare gli sforzi per affinare ciò che abbiamo fatto e che abbiamo. Lavorare di più per ottenere lo stesso risultato, senza che questo gravi con un aumento del prezzo. Per tanto le strategie in atto interessano soprattutto la distribuzione del prodotto, il marketing e le operazioni promozionali, il restyling dell’immagine”. 

In particolare per la cantina Feudo Arancio cosa state prevedendo?
“Il progetto Sicilia è uno dei più importanti e delicati, soprattutto dopo l’exploit che al debutto Feudo Arancio ha avuto in tutto il territorio nazionale ed estero. Crediamo che la Doc Sicilia possa essere un vantaggioso strumento”.

Quindi lei è tra quelli a favore? 
“Penso ci sia bisogno di un’evoluzione nelle leggi che attualmente regolamentano le Doc e le Igt. Soprattutto queste ultime hanno deficit di controllo, sono povere di paletti e oramai non costituiscono un elemento di differenziazione netto come poteva esserlo un tempo. Sicuramente la Doc Sicilia è la soluzione che può dare maggiori garanzie dal punto di vista della qualità e vantaggi per i produttori. Perché costituisce un marchio forte d’eccellenza, estremamente riconoscibile, che può avere maggiore mercato, in Italia come all’estero”.

Manuela Laiacona