Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 134 del 08/10/2009

LA DEGUSTAZIONE Nössing, i vini e le donne

08 Ottobre 2009
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LA DEGUSTAZIONE

Metafore femminili per descrivere i bianchi di questo produttore altoatesino. Fascino, profumi e bellezza…

Nössing,
i vini e le donne

La fama dei suoi bianchi ormai da tempo ha travalicato le montagne e le valli in cui vive. In quella che è una casa-cantina con vista su Bressanone e la valle dell’Isarco, tra bottiglie stappate e taglieri con ottimo speck, nascono etichette molto apprezzate. Lui è Manni Nössing giovane produttore altoatesino, bianchista per definizione e per necessità.

Lo incontriamo a casa sua, una sera d’estate. Soffia il vento sul vigneto abbarbicato sulla montagna, cominciano a vedersi i grappoli di Kerner, Grunen Veltliner, Gewürztarminer, Müller Thurgau e Sylvaner. Nössing ha l’aria divertita e capricciosa quando descrive i suoi vini. In fondo è uno di quelli che si permette di conquistare giudizi lusinghieri degli esperti con incredibile facilità. Col sorriso sulle labbra. Senza fatica. Mentre è con noi annusa l’aria, il vento, è consapevole che i cambiamenti climatici, in questa parte delle Alpi stanno portando qualche vantaggio in campo vitivinicolo. Perché l’uva matura meglio, c’è più caldo, quindi va bene. Almeno per ora. Bisognerebbe non esagerare, comunque.
Manni da qualche tempo, complice un amico altoatesino, è seguito da un tandem di enologi siciliani: Vincenzo Bambina e Nicola Centonze. Sono amici, grandi bevute, giorni di lavoro e di risate assieme, e così i due inseparabili tecnici siciliani aiutano a realizzare i vini di questo piccolo produttore altoatesino, 30 mila bottiglie in tutto, che bastano per vivere e per conquistare premi e soddisfazioni. Non vanno trascurati i suggerimenti di Bambina e Centonze protesi a radicare ancor di più il legame col terroir – e si sente – e ad assecondare il vigneto, anche costringendo talvolta Manni ad andare controcorrente. E i risultati non mancano.
Li abbiamo assaggiati tutti i vini di Manni. Millesimo ’08. Come dire: cinque esperienze sensoriali tutte diverse con un unico denominatore comune: la piacevolezza, la bellezza. Tanto che mi avventuro nel descriverli ricorrendo a metafore femminili. Prendete il Sylvaner: floreale e agile di beva, ovvero scattante, come l’atleta, la centometrista, muscoli affusolati, grinta, forza. Il Müller Thurgau? Profumato, profumatissimo, immediato, ovvero fascino giovane, la ventenne che conquista le passerelle di moda, l’enfant prodige. Ma il bello è da venire: il Kerner, suadente, minerale, composto, completo, ovvero longilinea, statuaria, dalle lunghe gambe, fascino da vendere; e poi il Grunen Veltliner, finissimo, lungo, irresistibile, ovvero eleganza allo stato puro, con quel piglio di chi ancora non ha detto tutto ma già ha molto da dire. Bellezza allo stato puro. Per finire con il Gewürztraminer: aromatico, ridondante, barocco, ovvero rotonda, sinuosa, curve, il tempo che passa. Ma che non fa paura.

Fabrizio Carrera