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Scenari

Antonio Capaldo: “Felice che Galardi entri a far parte del nostro gruppo, è una preziosa acquisizione”

23 Giugno 2023
Tenuta Galardi Tenuta Galardi

Il gruppo Tenute Capaldo ha acquisito Galardi, la storica azienda fondata nel 1991 che ha fatto la storia moderna del vino campano (insieme a Montevetrano e a Mastroberardino).
Antonio Capaldo è molto felice di questo passaggio, frutto di oltre un anno di tessiture e aggiustamenti. “Era necessario- dice Capaldo- che ci fossero tutte le condizioni per il mantenimento del lavoro della famiglia Galardi all’interno dell’acquisizione, per continuare il loro progetto iniziale”.
L’azienda Galardi quindi non verrà snaturata: la famiglia d’origine ne manterrà la gestione, che vedrà anche l’apporto di Allegra Selvaggi, già da anni in azienda. Anche Riccardo Cotarella è stato confermato nella sua consulenza enologica.
“Ammiro l’Azienda Galardi da tanti anni – continua Capaldo- quindi ho sempre sperato in questa unione di intenti. Galardi rappresenta i migliori vini campani nel mondo e ha sempre mantenuto purezza e semplicità nell’assortimento, oltre ad avere una storia molto coerente. Noi in questo modo ci potenzieremo sul posizionamento nella fascia di mercato ricercata per collezionisti e loro amplieranno ulteriormente la loro visibilità”.

Antonio Capaldo significa Tenute Capaldo e Feudi di San Gregorio: due tra i maggiori protagonisti del vino campano. Di questa galassia entra dunque a far parte anche la piccola realtà di Sessa Aurunca, che può contare su dieci ettari di vigneto, da cui nasce uno dei vini più premiati della regione: il Terra di Lavoro, il cui assetto enologico è stato elaborato nel 1994 dal contributo di un enologo di chiara fama come Riccardo Cotarella. Luigi Veronelli lo ha più volte classificato come miglior vino italiano in assoluto, mentre il primo grande successo oltreoceano risale all’annata 2001 quando l’autorevole critico Robert Parker gli assegnò 99 punti.
La Galardi ha da sempre concentrato la sua attenzione sulla ricerca della massima qualità tanto da produrre una singola etichetta per oltre 25 anni. Nel 2017 decide di dedicare una parte della produzione ad un secondo vino, il Terra di Rosso, garantendo all’iconico Terra di Lavoro una selezione ancora più meticolosa delle migliori uve.