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Scenari

“Finitaly”: il Vinitaly il giorno dopo visto dai produttori

06 Aprile 2023
ph Ennevi VeronaFiere ph Ennevi VeronaFiere

“Finitaly”. Che è il modo ormai comune che tutti i produttori di vini presenti alla fiera di Verona, usano, soprattutto nei loro social per raccontare la fiera del Vinitaly. Il giorno dopo, tra stanchezza “mostruosa” accumulata in questi giorni e bagagli da disfare, è anche l’occasione per tracciare un bilancio della manifestazione appena conclusa e che tornerà dal 14 al 17 aprile del 2024. I produttori-pensieri sono tutti accomunati dalle stesse linee: il Vinitaly di quest’anno è piaciuto. “Ha funzionato – dice Fabrizio Bindocci, direttore dell’azienda Il Poggione e presidente del consorzio del Brunello di Montalcino – Come azienda avevano un’agenda fitta di appuntamenti e abbiamo conosciuto tanti nuovi importatori provenienti da Baku (Azerbaigian), est Europa e tantissimi dalla Cina. Anche i soci del consorzio erano molto soddisfatti. L’Ente Fiera si è impegnato nel far arrivare tantissimi buyer stranieri, perché chi va a Verona non va per farsi una vacanza, ma per vendere il vino. Forse, l’unica pecca, i due giorni dedicati agli operatori, interessati al vino certo, ma soprattutto per bere. Anche loro sono importanti ad una fiera, ma diventa davvero difficile gestirli soprattutto mentre magari hai una riunione. Preferirei che a questi si dedicasse un solo giorno. Ma capisco che non è facile”. Sensazioni positive anche per Mario Paoluzi, de I Custodi delle Vigne dell’Etna: “E’ stato un Vinitaly faticoso, non ci siamo fermati un attimo – C’è stata una grande affluenza di persone e devo dire tutta gente di altissimo profilo e non, come una volta, “di quantità”. Siamo molto soddisfatti”. “Tanti appuntamenti e soprattutto tantissimi addetti ai lavori – dice Valeria Agosta Costanzo, di Palmento Costanzo – Per noi è stato un Vinitaly vibrante. Abbiamo davvero ripreso alla grande”.

“L’impressione complessiva di Vinitaly è stata positiva. L’impressione è che ci sia stato un po’ meno pubblico rispetto alle edizioni pre-Covid con pubblico, però, interessato e preparato – dice Hans Terzer di San Michele Appiano – Si è notata una minore presenza di clienti e distributori stranieri e quelli presenti erano spesso dell’Est. L’organizzazione e il servizio hanno funzionato bene, come ogni anno. L’accessibilità alla fiera è, come sempre, da rivedere e fare in modo che sia più scorrevole. Unica perplessità è il mercoledì. È una giornata necessaria, considerato il poco flusso di operatori”? “Il Vinitaly rimane un punto di riferimento per i produttori, appassionati e professionisti – dice Mario Fontana, di Cascina Fontana – Continua ad essere la vetrina più importante per il vino italiano. C’è una crescita di interesse, lo abbiamo notato. Soprattutto nelle nuove generazioni. E di questo siamo felici”. “Un Vinitaly che è andato oltre le nostre aspettative – dice Giovanna Neri di Col di Lamo – Il nostro giudizio è senza dubbio molto positivo, perché tra gli stand ho visto tanti importatori, ma in generale molti più addetti ai lavori. E alla fine è quello che conmta di più”. “La mia impressione è quella di un Vinitaly tornato finalmente alla normalità e quindi all’affluenza del periodo pre-Covid – dice Enrica Spadafora, della cantina dei Principi di Spadafora – Sono venuti tanti importatori e anche dei nostri vecchi clienti che sono passati a trovarci e fare dei nuovi affari. Quello che mi piace sottolineare è che la metà degli importatori è arrivata al nostro banco attraverso l’App di VeronaFiere. Non posso che ritenermi soddisfatta”. “Il primo vero Vinitaly dopo il Covid – dice Antonio Statti, dell’omonima cantina a Lamezia Terme in provincia di Cosenza in Calabria – C’è sempre un po’ di apprensione nei giorni che precedono l’evento, perché non sai mai cosa aspettarti e come andrà. Noi avevamo una iniziale titubanza, ma alla fine posso dire che abbiamo vissuto un Vinitaly di livello, migliorato ancora di più e che ha creato tantissime aspettative. Noi abbiamo fatto tantissimi appuntamenti. Forse bisogna trovare una soluzione per gestire al meglio gli operatori. E poi il solito vecchio problema di Verona: il traffico e i parcheggi. Credo che l’Ente Fiera dovrebbe creare pressioni al comune affinché accelerino i lavori per sistemare: assurdo attendere anche due ore prima di uscire dal parcheggio, oppure impiegare oltre un’ora per percorrere tre chilometri in auto”. “Sono tornano al Vinitaly dopo sette anni di assenza – dice Massimo Padova, titolare di Riofavara – Stavolta eravamo presenti nel padiglione Cuzziol, che è il nostro importatore. Il livello della fiera mi è piaciuto. Non posso che avere un giudizio positivo. Soprattutto per il fatto che tra gli stand ci sono stati tantissimi operatori e meno winelover. Da noi ci si doveva accreditare per gli appuntamenti e quindi abbiamo ricevuto solo persone realmente interessate al nostro prodotto. Una pecca? Il traffico e l’uscita dai parcheggi”.

“E’ stato fatto sicuramente un intenso lavoro capillare – dice Roberta Urso, responsabile delle Pr per Cantine Settesoli – con il ritorno degli operatori stranieri dopo ProWein. Ma ho notato anche l’aumento del trade dall’Italia, segno di un mercato interno in grande fermento. Comunque in questi giorni ho visto tanto interesse e vivacità da parte del pubblico interessato ai nostri prodotti. Bene anche il padiglione Sicilia dove sono stati organizzati eventi che hanno coinvolto, a giro, molti produttori e comunque hanno registrato sempre una buona presenza di pubblico. La nostra Isola continua ad attrarre e incuriosire. Noi stiamo lavorando bene e il giudizio sul Vinitaly è molto positivo. Poi il prezzo molto alto del biglietto d’ingresso permette di fare selezione e quindi di far accedere solo chi è veramente interessato ai vini dal punto di vista lavorativo e non esclusivamente goliardico. Una pecca? La presenza di tanti politici”. “È andato bene – dice Domizio Pigna, presidente de La Guardiense – In fiera ho visto la presenza di molti buyer e operatori stranieri. Credo che bisogna riconoscere dei meriti all’organizzazione che ha contribuito molto a questa internazionalizzazione del Vinitaly. Noi abbiamo registrato molti contatti sia commerciali che con comunicatori. La crisi c’è, è vero, ma penso che sia stata ben contrastata in queste giornate”.

Le interviste raccolte anche da Titti Casiello e Federico Latteri

 

 

 

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