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Scenari

La Cina punta sul turismo del vino, il focus alla conferenza internazionale di Bejing

07 Agosto 2014
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La Cina del vino dovrebbe puntare sulla propria storia e specificità per emergere nello scenario internazionale, per diventare meta sognata da wine lover e turisti. Così come avviene negli altri Paesi del vino.

Una presa di coscienza che, secondo Ricci Curbastro, il Presidente della Federazione Europea dei vini di origine, potrebbe aiutare le aree viticole del Paese della Grande Muraglia a svilupparsi. Intervenuto all'undicesima edizione dell'International Conference on Grapevine Breeding and Genetics che si è svolta a Bejing, che si è conclusa lo scorso 2 agosto, Curbastro ha parlato di turismo del vino portando l'esperienza europea e del mondo occidentale. L'aspetto culturale legato al proprio terroir, infatti, è un dettaglio cruciale per le cantine cinesi ma di cui ancora non avrebbero piena consapevolezza, step che il comparto dovrebbe compiere per essere al pari e conquistarsi un suo spazio nello scenario internazionale. 

La Cina ha le carte per diventare una meta del wine tourism nel prossimo futuro. Lo hanno confermato tutti gli esperti, analisti e produttori accorsi a Bejing. L'incontro  è stata l'occasione per analizzare potenzialità e prospettive del settore che adesso sta muovendo i primi passi verso la conquista dei riflettori, e per focalizzare sugli aspetti di promozione e comunicazione che le aziende dovrebbero approfondire, che per ora scontano come gap rispetto alle colleghe del Vecchio Continente e degli altri Paesi del vino. 

Per He Jiaxu, direttore di Chateau SunGod Great Wall, la crescita in questo settore è anche una questione narrativa, prendendo ad esempio le firme di Bordeaux e il loro modo di raccontare il proprio mondo. Non vantando però i secoli di cultura enologia che ha l'Europa, per la Cina l'offerta turistica dovrebbe concentrarsi, è emerso durante il dibattito, anche sull'esperienza che si può offrire, sulla qualità del servizio e la sua esclusività, sulle nuove forme di viaggio e di consumo dei terroir vinicoli e dei loro vini. Del resto, come tante cantine del Nuovo Mondo, Sudafricane o Neozelandesi hanno fatto, investendo tutto nel marketing turistico.