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Scenari

Le nespole minacciate dall’abusivismo edilizio

01 Maggio 2013
nespole nespole

In Italia unico produttore di questo frutto è il territorio di Trabia

Non esiste una grande produzione mondiale di nespole a parte nel bacino del mediterraneo, in Florida e California, in America centrale e meridionale.

In Europa a parte la Spagna, l’unico produttore è l’Italia, con la sua produzione esclusivamente siciliana, in particolare nella zona di Trabia, nel palermitano. Originario del Giappone il nespolo è stato introdotto in Italia nel 1812 come pianta ornamentale nell’orto botanico di Napoli.
 
Fino a cinquanta anni fa il territorio di Trabia, a pochi chilometri da Palermo, produceva grosse quantità di questo frutto, ma negli ultimi venticinque anni la produzione si è ridotta di almeno un quarto. L’abusivismo edilizio che dagli anni sessanta ai giorni nostri ha cementificato chilometri e chilometri di costa, è una delle cause che ha ridotto notevolmente la presenza del nespolo. Essendo una pianta di ambiente subtropicale che predilige un clima molto mite e un terreno argilloso, il nespolo era concentrato per lo più nella costa. E’ accaduto così che le piantagioni sono state, per così dire, trasferite verso l’interno dove la presenza di case è più esigua.
 
La coltivazione in zone collinari ritarda la maturazione del frutto e, a causa della presenza di numerose costruzioni, diventa anche difficile coltivare grandi quantità di terreno che richiederebbero inoltre, l’utilizzo di grossi macchinari. Ancora, si deve tenere conto del generale depauperamento dell’attività contadina che non vede un ricambio generazionale tale, da mantenere la produzione ad alti livelli. Negli ultimi anni si è costituita un’associazione “Trabia è…le vie dei Lanza” che mira alla valutazione del patrimonio storico culturale di Trabia e naturalmente ha inserito tra i suoi obiettivi quello di non fare disperdere la tradizionale produzione della nespola. “Per adesso l’associazione – ci spiegano il presidente Mimmo Cammarata e il vice presidente Francesco Terrasi – punta al mantenimento della sagra e nei mesi scorsi è stato tenuto un convegno a cui hanno partecipato alcuni produttori locali per cercare di fare il punto della situazione e valutare la possibilità di creare un consorzio. Ad oggi non è cambiato niente – conclude Mimmo Cammarata. Nella scorsa edizione si è registrato un interesse per i prodotti derivati dalla nespola, quali marmellate dolci, gelato e liquori come il nespolino e comunque il frutto è ancora molto apprezzato. Nella sagra si sono consumati oltre 2000 chili di prodotto e la partecipazione di circa 15000 presenze indica che la sagra ha ancora una sua validità.  
 
Per ciò che riguarda le esportazioni, resiste oggi un mercato di nicchia in alcune regioni del nord Italia come il Piemonte la Lombardia e l’Emilia Romagna, ma il grosso delle esportazioni si muove verso Palermo, Catania e Messina. La concorrenza arriva dalla Spagna, ma qui non si avverte molto perché il prodotto locale è più dolce e quindi più apprezzato. La specie tipica di questo territorio è la nespola di Trabia che è il sanfilipparo tipo più piccolo e rossastro, esiste poi il nespolone e la vaniglia. “Certamente la nespola – ha dichiarato il sindaco di Trabia Francesco Bondì – rappresenta per il nostro territorio un patrimonio che non si può disperdere, anche se è difficile incrementarne la produzione. E’ in programma un congresso internazionale che si terrà a Trabia nel 2014, organizzato dall’Università di Palermo che mira a far conoscere il prodotto, a preservarlo e rilanciarlo tra le attività produttive del territorio”.  
 
Per quest’anno si prevede una produzione tardiva del frutto a causa del freddo della stagione invernale. Il prezzo all’ingrosso della nespola si aggirava lo scorso anno intorno a € 1,00/1,50 al chilo.

Aurora Rainieri