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Scenari

Olio, annata scarsa, ma qualità eccellente

09 Gennaio 2015
olio_extravergine_di_oliva olio_extravergine_di_oliva

Annata da dimenticare, ma paradossalmente una qualità eccelsa. Il 2014 “annus horribilis” dell’olio si è concluso con segni negativi da ogni parte. Ma la qualità, almeno dei grandi produttori, non ha nulla da invidiare agli anni passati.

Quest’anno la campagna olivicola nazionale, si è attestata ben al di sotto delle 300 mila tonnellate, ed ha innegabilmente messo in difficoltà i produttori olivicoli e la filiera del settore, acuendo una situazione di carenza della produzione che tuttavia, anche se con entità di anno in anno diversa, esiste da anni nel nostro Paese.

Nonostante l'eccezionalità di quest'anno, infatti, l'Italia non è un Paese autosufficiente: il fabbisogno annuale di consumo di olio di oliva degli italiani (circa 600 mila tonnellate) è da sempre più elevato della produzione nazionale, e a questo deve aggiungersi quello necessario a garantire l'esportazione dei nostri prodotti in tutto il mondo (circa 400mila tonnellate). Lo sottolineano Assitol e Federolio nel precisare che come ogni anno, dunque, le aziende olearie valorizzeranno al meglio la produzione 100% italiana disponibile, e nel contempo selezioneranno e accosteranno i migliori oli di produzione estera, esaltando e valorizzando le diverse cultivar sul mercato per continuare ad offrire ai consumatori italiani prodotti di qualità e con le caratteristiche organolettiche a cui è abituato. 

Le aziende che operano nel settore del confezionamento e del commercio dell'olio di oliva, vantano una profonda competenza e tradizione nell'arte del “blending”, attività paragonabile, nella semplificazione, alla creazione di cuvée nel settore vinicolo o alle diverse tipologie di miscele di caffè. Questa competenza continuerà dunque a garantire la presenza sulle tavole degli italiani di extravergine di qualità. 

In Sicilia le cose non sono andate meglio. A soffrire di più la zona occidentale che ha perso in media il 60 per cento (la provincia di Palermo e di Trapani), con punte estreme ad Agrigento (- 70 %). La parte centrale (Enna e Caltanissetta) fa registrare una perdita del 20 per cento, con un meno 30 per cento nel catanese.

“Quest’anno le perdite sono state in media del 40 per cento – sottolinea Dino Catagnano funzionario dell’Ufficio Olivicolo Siciliano dell’assessorato Regionale siciliano delle Risorse Agricole e Alimentari -. Ma è un anno che segue un’annata già negativa”.
Condizioni climatiche avverse e parassiti i principali responsabili dei questo calo. “Il meteo pazzo non ha aiutato – dice Catagnano -. Paradossalmente inverni miti ed estati non troppo calde non favoriscono le piante”.

Ma dai momenti di difficoltà i grandi produttori hanno tirato fuori il meglio. “Mentre le produzioni meno pregiate hanno subìto un decremento, i grandi produttori, invece, hanno selezionato le loro migliori materie prime e tirato fuori un olio di qualità eccellente”.
Le prime analisi di laboratorio lo confermano. Quest’anno l’olio sarà anche poco, ma buono…

G.V.