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Scenari

Tonno in scatola, calo di vendite del 4% ma il consumo rimane stabile

23 Maggio 2025
Tonno in scatola Tonno in scatola

Nel 2024, le vendite di tonno in scatola hanno registrato un lieve calo: -4% a volume nel canale retail, che però si riduce drasticamente a -0,6% se si guarda al numero effettivo delle confezioni vendute. Il consumo pro capite si è mantenuto stabile sui 2,36 chili l’anno, confermando che il tonno in scatola continua ad avere un ruolo chiave nelle abitudini alimentari degli italiani. 

Infatti, viene consumato almeno una volta a settimana per il 59,9% degli italiani e il dato è in netta crescita per oltre un terzo della popolazione (34,8%) negli ultimi tre anni. 

“Veniamo da anni non facili – dice Giovanni Battista Valsecchi, presidente di Ancit (Associazione nazionale conservieri ittici e delle tonnare) – a causa di inflazione e caro prezzi ma i consumatori continuano ad apprezzare i nostri prodotti. Hanno caratteristiche di qualità che li premiano e le aziende del settore sono sempre più impegnate nella sostenibilità

E il 2024 ha segnato, anche per l’industria alimentare nel suo complesso, un inizio di normalizzazione dopo il brusco calo del 2023, lasciando intravedere un assestamento in corso che riguarda anche il tonno in scatola, in attesa di un equilibrio definitivo. Per contenere i prezzi e rispondere alla crescente attenzione all’anti-spreco, l’industria ha lanciato formati con una minore quantità di olio, che hanno permesso di mantenere costante il numero di confezioni vendute pur con una lieve riduzione del peso netto. 

Per legge, il contenuto di tonno nella scatoletta non può scendere sotto il 65% per quello all’olio e il 70% per quello al naturale. La produzione nazionale nel 2024 si è attestata attorno alle 72mila tonnellate (-2,2% rispetto al 2023), mentre le importazioni sono rimaste stabili a 98mila tonnellate. Grazie alla crescita delle esportazioni – 30.600 tonnellate, con un balzo del 9,57% rispetto all’anno precedente – il volume complessivo disponibile sul mercato interno è stato di circa 140mila tonnellate (-2,66%). Il mercato è arrivato a quota 1.650 milioni di euro, in crescita dell’1,5% sul 2023, considerando anche il canale out of home (che vale circa il 6%). Questo segmento rappresenta quasi il 70% dell’intero settore delle conserve ittiche.

L’Italia si conferma secondo produttore europeo dietro alla Spagna e secondo anche per consumo. Le esportazioni vanno forte in Unione europea (Germania, Grecia, Croazia, Romania, Slovenia, Polonia, Ungheria, Austria), ma si registra un crescente interesse da parte di Paesi extra Ue come Canada, Arabia Saudita, Israele, Serbia, Cina, Emirati Arabi e Stati Uniti.